Telegiornaliste
anno III N. 17 (95) del 30 aprile 2007
Patrizia Viola, pioniera del giornalismo sportivo
di Giuseppe Bosso
Questa settimana Telegiornaliste incontra per i suoi lettori
Patrizia Viola, da vent'anni tgista per La7.
Qualche anno fa scrisse al nostro sito dicendo di essere “invecchiata” con la
sua emittente, allora Tmc; cosa trova di diverso a La7 oggi?
«Molte cose: agli inizi eravamo una tv principalmente dedicata allo sport, che
man mano si è fatta strada nel panorama nazionale puntando sull’approfondimento,
sulla politica e sui grandi avvenimenti internazionali, come le guerre in Medio
Oriente che ci hanno permesso di trattare in maniera dettagliata questi temi».
Ha iniziato occupandosi di calcio: una delle “pioniere” a inserirsi in un
mondo rigorosamente maschile. Oggi che molte colleghe si occupano di cronaca
sportiva, pensa di aver tracciato un sentiero?
«È una cosa che mi fa molto piacere; agli inizi eravamo davvero poche, c’era
qualche diffidenza che, spero, col tempo si sia superata, e mi fa molto piacere
vedere oggi molte di queste ragazze farsi strada brillantemente».
Attualmente fa parte della redazione cultura e spettacoli del tg di La7:
ritiene che il 2006 per il nostro cinema sia stato un anno positivo, alla luce
anche del grande successo riscosso dalla Festa Internazionale di Roma?
«Nel 2006 si è parlato molto di più di cinema rispetto agli altri anni, in cui
non sempre si riusciva a parlarne in maniera appropriata. Questi eventi non
possono che far bene al settore».
I suoi colleghi di La7 affermano che la forza della vostra redazione sta
soprattutto nell'affiatamento consolidato: può confermare?
«Certo, siamo molto affiatati: faccio parte dal 1986 della redazione, diciamo,
“storica”, dell’allora Tmc, che poi dieci anni dopo si è accorpata con
Videomusic, da cui sono giunti gli altri colleghi con i quali, comunque, non ci
sono stati problemi. Ci siamo subito inseriti benissimo tra noi».
Quali sono gli apprezzamenti che più le piace ricevere dai suoi spettatori, e
in generale ritiene che immagine e professionalità vadano di pari passo?
«La professionalità è essenziale, in questo lavoro in cui ti esponi attivamente,
e non è detto che una bella immagine ti aiuti se poi non riesci ad esprimerti
bene. Per quanto mi riguarda non sono una fissata dell’immagine esteriore, ma
piuttosto cerco di essere il più possibile precisa e chiara nei confronti del
pubblico».