Telegiornaliste
anno IV N. 18 (143) del 12 maggio 2008
Mauro Suma, passione rossonera di
Giuseppe Bosso
Mauro Suma, giornalista professionista
dal 1994, è il direttore di Milan Channel, primo canale tematico della squadra
rossonera, nato in occasione del centenario della squadra campione del mondo in
carica.
Che sensazione le dà essere direttore del canale dei campioni del mondo?
«E' un grande onore. Ma la cosa più gratificante è il fatto che dopo aver
vissuto come tifoso le vittorie del
Milan, ora ho la
possibilità di essere partecipe a questi successi, di condividerli con i veri
protagonisti».
Primo canale satellitare dedicato ad una squadra di calcio in Italia, a cui
poi hanno fatto seguito quelli di Roma, Inter e Juve...
«Mi fa molto piacere che siano nati e che il settore cresca. Quella dei club
channels è una realtà interessante in cui il tifoso ha la possibilità di poter
seguire 24 ore su 24 la propria squadra, vivendo il clima che si respira nello
spogliatoio e nei dintorni della società».
Essere milanisti è indispensabile per poter lavorare a
Milan Channel?
«Nei primi tempi di vita Milan Channel ha puntato in toto sulla
professionalità, sulle doti e sulla concretezza delle persone, magari sorvolando
sulla fede calcistica. Ma adesso, man mano che stiamo crescendo, cerchiamo di
unire l’impegno e le capacità alla fede rossonera».
Grandi vittorie - l’ultima a Yokohama lo scorso dicembre - ma anche momenti
difficili per il Milan in questi anni, dalla finale-beffa di Champions persa a
Istanbul al tormentone Calciopoli. Qual è stato il ruolo di Milan Channel in
questi momenti?
«Ho sofferto da tifoso, nella carne, la beffa di Istanbul, e Milan Channel in
quel momento ha avuto non pochi problemi a riprendersi, come tutto l’ambiente
rossonero. Quanto a Calciopoli, il discorso è diverso: siamo stati davvero gli
unici a difendere a spada tratta il Milan sui contenuti, sui punti. Abbiamo
sempre vissuto il nostro Club come limpido e leale. La cosa che ci viene
riconosciuta ancora oggi è che il nostro canale, in quelle settimane, è stato un
toccasana, un’oasi di tranquillità in mezzo a tante polemiche e al rischio di
sanzioni assurde e sproporzionate. E’ stata una dura prova per il Milan e per
noi, ma direi che l’abbiamo superata alla grande, come poi hanno dimostrato le
vittorie di Atene e di Yokohama».
Quali sono i giocatori rossoneri da cui ha avuto maggiore disponibilità per
il canale?
«Direi tutti. Ricordo con piacere, tra i giocatori del passato, Bierhoff,
Albertini, ma anche i nostri padri della patria - Maldini, Costacurta - non si
sono mai negati. Tra i giocatori attuali, ho trovato grande feeling con Seedorf,
Kakà e Inzaghi. Ma ripeto, tutti sono sempre stati più che disponibili verso
Milan Channel».
Non si fa che parlare di un possibile arrivo di Ronaldinho a Milanello.
Servirà davvero a questa squadra?
«Rispetto le opinioni di quanti affermano che il suo acquisto non sia
necessario. Io, però, sono convinto di una cosa: è sempre meglio avere tanti
talenti su cui poter contare in squadra e, del resto, le vittorie del Milan
dell’era Berlusconi sono sempre state caratterizzate dalla presenza di numerosi
grandi campioni in squadra. Ritengo comunque che ci vorrà davvero molto tempo
per capire se Ronaldinho potrà essere rossonero oppure no».
Il Milan è la squadra italiana che più di tutte ha tenuto alta la bandiera
italiana in questi anni, eppure son frequenti gli attacchi, principalmente per
la figura del suo presidente. Lei cosa ne pensa?
«Sì, è così. Ma ho imparato a far finta di niente rispetto a queste cose. La
negatività di buona parte della comunicazione verso i colori rossoneri è una
questione extracalcistica che non ha nulla a che vedere con l’aspetto puramente
sportivo di cui preferisco occuparmi».
L’attualità impone di parlare anche del problema violenza negli stadi. Cosa
ne pensa?
«E’ un grave problema che sta vivendo il nostro Paese e che purtroppo rovina
quello che è lo sport più bello del mondo. Ci vuole davvero l’impegno di tutte
le componenti del calcio perché i violenti vengano messi al bando e perché
finalmente questo sport riacquisti quel suo valore che ha perduto con questi
episodi».
Dopo tanti successi, cosa possono sognare ancora i tifosi rossoneri?
«La bellezza del calcio sta nel fatto che si va avanti anche dopo tante
vittorie. In futuro non mancheranno nuovi stimoli, e il Milan di Berlusconi ne
ha sempre trovati tanti. Credo comunque che gli stimoli siano stati maggiori
quando non si vinceva da tanto tempo: per esempio a Yokohama c’era una
grandissima voglia di tornare a trionfare in una competizione che il Milan non
conquistava da 17 anni, così come l’ultimo scudetto, nel 2004. Adesso, però,
siamo nel 2008 e quattro anni sono tanti in casa nostra… Per questo motivo credo
che, il prossimo anno, il Milan avrà una gran voglia di scudetto».