Telegiornaliste
anno III N. 32 (110) del 10 settembre 2007
Maria Sicari, la forza della musica
di Antonella Lombardi
«Quando dirigo non sento niente, dimentico tutto. Chi mi vede
sul podio non pensa che possa essere malata perché mi muovo con agilità. Certo,
appena finisco sono molto stanca e l'indomani non sarei in grado di dirigere, ho
bisogno di riposo». Maria Sicari è una donna da record: quando ha
debuttato come direttrice d’orchestra, a
24 anni, in Italia non c’era nessun altra donna a
dirigere.
Oggi è l’unica in Sicilia, «ma ancora le direttrici
d'orchestra non sono molte in Italia - sottolinea - mentre in Germania e al nord
sono tantissime, segno che finalmente alla donna viene riconosciuto questo
merito. Le mie sensazioni al debutto? Era strano, è stata un'emozione
fortissima, anche perché è avvenuto una settimana prima che mi sposassi».
Maria Sicari ha problemi di deambulazione, causati dal
trauma psicologico subito in seguito alla morte del
padre. Per due anni la sua malattia non ha un nome né una diagnosi, ma lei
trova la forza di reagire per non rinunciare a dirigere, viene sorretta fino al
podio e lì, in piedi, dimentica dolori e afflizioni, riuscendo a incantare il
pubblico con la sua grazia.
«Per muovermi uso un girello - spiega Sicari - e adesso sono
in cura da un medico palermitano che è venuto a cercarmi dopo aver saputo della
mia storia e che quando mi ha conosciuto mi ha detto: La sua è una scommessa
con me stesso. Io la rimetterò in grado di camminare. Con me sta usando una
tecnica cinese alternativa alla medicina che già dopo un mese mi sta dando dei
benefici. Soffro di fibromialgia ai muscoli: sono dei dolori molto forti che
vengono ai muscoli che si atrofizzano e non si esercitano».
Instancabile, tra i direttori d'orchestra Maria Sicari ama
Muti e Abbado, mentre tra gli autori preferisce «l'eleganza di Vivaldi e il
preromanticismo grandioso di Beethoven. Due stili diversi che però trovo molto
affini a me stessa». Maria si è dedicata anche al teatro e alla scrittura: a
Roma il 16 dicembre ha portato in scena, al teatro Ugo Betti, due monologhi
scritti da lei, Gratitudine e Dallo psicanalista, ha vinto il
concorso "Sabina Guzzanti", e a Cassino, con Cantodamore, opera dedicata
a suo padre, ha vinto l'Oscar della poesia e il primo premio assoluto con una
composizione di musica siciliana.
A chi nella vita incontra degli ostacoli, fisici o mentali,
Maria raccomanda di non fermarsi mai: «Volere è potere. La forza dell'arte è
superiore, ma per un'altra persona questa forza può essere la danza o lo sport.
Bisogna assolutamente evitare la pigrizia, distrarsi dalla propria condizione.
Non è facile per me camminare, ci vuole molto sacrificio per sopportare il
dolore fisico, ma non mi sono mai fermata. Non considero la mia una disgrazia,
ritengo che sia stata una prova che il Signore mi ha mandato e dalla quale esco
più forte. Coltivare un sogno è fondamentale».
E alle donne che per raggiungere l'eccellenza nel proprio
lavoro devono ancora oggi faticare il doppio, Maria Sicari dice: «Tentate e non
fermatevi mai. La donna ha raggiunto delle conquiste prima impensabili. Occorre
anche avere ambizione, credere in se stesse, andare avanti. Per me non è stato
facile, soprattutto all'inizio, quando ho incontrato ostacoli tra i miei
colleghi uomini che si sentivano minacciati dalla concorrenza e nemmeno dopo,
con la malattia. Ma sentivo di credere in questo sogno che oggi mi regala tanta
gratitudine e finalmente raccolgo il frutto, sudato, di tanti anni di studi,
fatti con caparbietà e voglia di andare avanti, lavorando ininterrottamente».
Il messaggio che la direttrice d'orchestra nissena sente di
rivolgere a chi è in difficoltà è «di avere tanta fiducia nelle conquiste che
sta facendo giornalmente la medicina. La ricerca scientifica va aiutata, anche
economicamente, perché è quella che ogni giorno dà buone notizie di cui abbiamo
tanto bisogno oggi».