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Intervista ad Alessia Severin tutte le interviste
Alessia SeverinTelegiornaliste anno III N. 22 (100) del 4 giugno 2007

Alessia Severin: giornalismo è responsabilità di Mario Basile

Nata a Treviso il 26 luglio 1977, Alessia Severin è iscritta all'Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti dal 1999. Laureata in Scienze della Comunicazione, nel 1997 inizia la sua attività giornalistica presso la redazione dei notiziari di Antenna Tre Nordest. A partire dal 1999, oltre a condurre diversi programmi televisivi, presenta l’edizione serale dei tg di Antenna Tre Nordest e Telealtoveneto. Dal 2004 collabora inoltre con il Corriere del Veneto.

Quali sono gli aspetti più affascinanti del giornalismo?
«Mi affascina la possibilità di informare le persone: una grande responsabilità, ma anche un grande motivo di orgoglio. Mi affascinano poi la libertà e l’imprevedibilità di questo mestiere, la possibilità di essere al centro degli eventi, di viaggiare e di conoscere ogni giorno tante persone».

Hai iniziato quasi dieci anni fa. Dopo due, sei arrivata a condurre il telegiornale. E’ stata dura la gavetta in redazione? Oppure non la ritieni ancora conclusa?
«La conduzione di un telegiornale, a mio avviso, non è un punto d’arrivo. E’ sicuramente un’esperienza importante, che richiede preparazione tecnica e culturale, oltre che sensibilità e responsabilità nei confronti dei telespettatori. Il lavoro di redazione, di ricerca delle notizie, di contatto con le persone, è però, a mio avviso, più affascinante. Per quanto riguarda la gavetta, non so se dipenda dagli obiettivi e dalle ambizioni di ciascuno di noi, ma nel mio caso non è ancora finita».

Sei stata anche inviata, oltre che conduttrice del tg. Qual è il tuo ruolo preferito?
«La conduzione del telegiornale è impegnativa ma divertente, e soprattutto permette una grande visibilità. Solo nei servizi in esterna però si vive pienamente l'emozione, l’adrenalina, la creatività, l’imprevisto, la ricerca, il contatto con le persone, che rendono straordinario questo lavoro».

Qual è il tuo rapporto con il video? Sei tesa prima del programma? Hai qualche rito scaramantico?
«Credo che la confidenza con il video sia una sorta di attitudine innata. Sin da bambina, infatti, durante le recite scolastiche, giocavo a fare la presentatrice televisiva davanti a telecamere vere o finte. Quando poi sono andata in video per la prima volta ero molto emozionata ma non nervosa o particolarmente agitata. Ora, dopo quasi dieci anni, devo dire che mi sento tranquilla e a mio agio. Mai fatto riti scaramantici».

Nel nostro Paese le telegiornaliste stanno diventando sempre più popolari. Tra loro c’è qualcuna che stimi particolarmente? E tra gli uomini?
«Lilli Gruber, Cesara Buonamici e Cristina Parodi. Tre stili, tre modi molto diversi di porsi nei confronti del pubblico. Tre importanti esempi di giornalismo televisivo. Tra gli uomini, sicuramente Enrico Mentana. Ma anche Gigi Moncalvo, grande professionista che mi ha insegnato l’abc del giornalismo».

Sono parecchi gli utenti del nostro forum che ti seguono. Cosa provi ad avere così tanti ammiratori?
«Mi lusinga sapere che ci sono delle persone che tutte le sere guardano i miei telegiornali, che apprezzano il mio lavoro. E approfitto di questa intervista per ringraziarle».

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