Telegiornaliste
anno III N. 24 (102) del 18 giugno 2007
Sara Segatori, l'entusiasmo della professione
di Giuseppe Bosso
Sara Segatori, nata a Foligno il 5 febbraio 1973, è laureata di Lingue e
Letterature straniere ed è giornalista professionista dal 5 febbraio 2001. Ha
lavorato alla redazione politica del Giornale Radio Rai e presso Radio
Capital. Nel 2003 ha condotto Tg3 Doc. Le abbiamo chiesto di raccontarci
la sua attuale esperienza ad Agri3.
Agri3, la rubrica che conduci fino a fine mese, sostenuta dal il
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, si può definire un vero e
proprio tg dell'agricoltura e dell'alimentazione: hai avuto bisogno di una
specifica preparazione per poterlo condurre o ti ci sei buttata a capofitto?
«Mi ci sono buttata. Anche perché è stato un caso. Quando sono arrivata al
Tg3 (per passaparola) ho lavorato alla rubrica sul lavoro Articolo1,
che poi è finita. Sono transitata per un'altra rubrica su alimentazione e salute
(Doc), durata pochi mesi. E poi è arrivata questa convenzione con il
Mipaaf. E' stata una sorta di scommessa di tutta la redazione di Articolo1
e Doc. Non puoi sapere tutto di ogni argomento: quando sei a tempo
determinato, poi, ti capita più spesso di cambiare settore. Quindi cerchi ogni
volta di prepararti il più possibile sugli argomenti e di essere più onesto che
puoi in quello che dici».
In Italia, e non solo, al centro dell'attenzione sono il tema del clima e i
vertiginosi cambiamenti che stanno riguardando il nostro pianeta. Il mondo
dell'informazione che ruolo può svolgere?
«Il mondo dell'informazione ha una responsabilità incredibile in positivo e in
negativo. Con argomenti così delicati come il clima o le emergenze sanitarie e
alimentari, ad esempio, devi cercare di stare ancora più attento: per quello che
mi riguarda, tento di sentire più opinioni di esperti che posso. Trovo sbagliato
tanto creare falsi allarmi, quanto nascondere l'evidenza. E' un equilibrio
difficilissimo».
A chi hai cercato di dare voce, ai lavoratori del settore o al consumatore
con le sue pur giuste richieste?
«Proviamo a dar voce ad entrambi. Anche se puntiamo molto ai lavoratori del
settore perché nel panorama televisivo, secondo me, sono quelli che al momento
hanno un po' meno voce».
C'è stato qualche particolare argomento che ti ha interessato trattare o
qualcuno che ti ha messo in difficoltà?
«In difficoltà, non direi. Certo, qualcosa è meno nelle mie corde, ma non sono
sola, il responsabile della rubrica è sempre molto presente e aiuta tantissimo
tutti noi, pur lasciandoci ampio margine di manovra. Gli argomenti che mi
interessano di più sono quelli con un risvolto sociale, tipo lavoro nero o
esperienze di lavoro positivo: ad esempio ho fatto dei servizi su esperienze con
persone affette da disagio mentale».
Dopo questa esperienza ti piacerebbe passare alla redazione del Tg3 o
di qualche altro tg nazionale?
«Beh, a chi non piacerebbe lavorare nel cuore del giornale! Però qui ho anche la
conduzione, che mi diverte tantissimo. Ci sono finita per caso: era andata via
la conduttrice, e il responsabile, quando mi ha conosciuto il giorno del
colloquio, ha deciso di farmi fare qualche prova; poiché avevo condotto a
Rainews24, mi sono trovata bene. Devo tanto al mio "capo", davvero! Ed
eccomi ancora qui, fino a fine giugno con il contratto ad Agri3 Poi...
vedremo!».