Telegiornaliste
anno IV N. 2 (127) del 21 gennaio 2008
Gianni Rivera, dieci per eccellenza di
Mario Basile
«Il calcio è come la poesia, un gioco che
vale la vita. Anche il poeta ha il proprio campo verde ove parole, colori e
suoni vanno verso l’esito felice. Fa anche lui il gol o lo lascia fare, dando
spazio alle ali, al lettore che gli cammina al fianco e che entra in porta con
lui, nella felicità di avere colpito il segno…».
Descriveva così, Alfonso Gatto, il
gioco del pallone. Anni ’70: il calcio era, in effetti, un qualcosa più
vicino alla poesia che allo show e, forse, rappresentava ancora la metafora
della vita come qualcuno si è divertito a definirlo.
Nel nostro Paese di trent’anni fa, il pallone
era quello raccontato da
Gianni Brera, visto in tv alla
Domenica Sportiva e a
Novantesimo Minuto e quello degli
ultimi lampi di
Gianni Rivera: il numero 10 per
eccellenza. Prima di Baggio, di Del Piero e di Totti.
Proprio lui, testimone ed al tempo stesso
interprete principale di quel calcio che non c’è più, è stato chiamato ad
intervenire alla presentazione de
La palla al balzo, sagace raccolta
degli articoli di Alfonso Gatto nel periodo in cui collaborava allo sport per
Il Giornale di Indro Montanelli.
Non semplici cronache, ma racconti di un
calcio oramai lontano che hanno affascinato anche Gianni Rivera: «Negli articoli
di Gatto ho ritrovato il calcio dei miei tempi, lontano dalla deriva verso cui
sta andando adesso. Come li ho conosciuti? Me ne aveva parlato Ernesto Del
Buono, mio amico e grande appassionato di calcio, dicendomi inoltre che Gatto,
oltre ad essere un grande poeta, era pure un grande tifoso e il calcio era uno
dei suoi amori. Aveva ragione».
Calciatore d’altri tempi Rivera, di quelli
che i miliardi non li hanno mai visti tutti insieme, soprattutto se hai
poco più di vent’anni e se il calcio per te è prima di tutto un gioco e poi un
lavoro.«Non è facile, oggi come oggi, considerare il calcio solo come un
divertimento, a prescindere dai guadagni. I ragazzini, però, sono un esempio: si
avvicinano a questo sport perché amano giocare. E’chiaro che poi a vent’anni,
coi primi guadagni importanti, la fama e la popolarità si rischia di perdere
facilmente la bussola».
Non solo i soldi, ma anche i continui episodi
di violenza contribuiscono a far perdere fascino al calcio. Una
situazione a cui un certo tipo di giornalismo non è estraneo. Rivera conferma:
«Certamente, il giornalismo che esaspera i toni, che preferisce i dibattiti
urlati non aiuta assolutamente in questo senso. Soprattutto a civilizzare le
curve».
Oggi il suo mondo è la politica, ma un
uomo che conosce l’ambiente come lui servirebbe molto al nostro calcio. Dopo
calciopoli, era considerato tra i
papabili alla presidenza della Federcalcio. Non è andata così.
Considerato da troppe persone un personaggio scomodo. «Non so se è vera questa
cosa – spiega Rivera – ad ogni modo mi sento di dire che è una possibilità,
questa di tornare nel mondo del calcio, definitivamente sfumata e non credo
avverrà nel futuro».
Il Golden Boy del calcio italiano, il
primo azzurro a vincere il Pallone d’Oro, l’autore della rete decisiva in
Italia – Germania 4-3, fuori per sempre dal mondo del calcio. Sembra un
paradosso.
L’ultima domanda a Rivera riguarda proprio un
aneddoto sulla famosa partita dell’Azteca, il 4-3 con la Germania citato
prima. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Muller
portò i tedeschi sul 3-3 deviando di testa in
rete da posizione ravvicinata. Sfortuna volle che la palla passò tra Rivera e il
palo, su cui l’ex calciatore azzurro era appostato. Si disse poi che il portiere
Albertosi
fosse infuriato con Rivera e che questi si
spinse subito in attacco per sfuggire alle ire del compagno e cercare di
riscattarsi. Sull’azione successiva, Rivera mise in rete il 4-3.« No, non è
andata così – spiega Rivera col sorriso sulle labbra – in effetti Albertosi non
era molto contento, però poi i giornali hanno voluto un po’ romanzare la cosa».
Rivera saluta i giornalisti e va via con
passo elegante. Lo stesso che ha fatto innamorare San Siro e tutti gli amanti
del calcio.