Telegiornaliste
anno III N. 12 (90) del 26 marzo 2007
Rosalba Reggio, dalla musica all'economia
di Giuseppe Bosso
Questa settimana Telegiornaliste incontra
Rosalba Reggio, giornalista de Il Sole 24 ore e anchor woman di
diversi programmi finanziari ed economici trasmessi dal canale Ventiquattrore
Tv.
Da Videomusic a Il Sole 24 ore, passando da Studio Aperto: una
carriera a tutto tondo. Cosa l'ha spinta a intraprendere la strada del
giornalismo e come si è trovata a lavorare nel principale quotidiano economico
del Paese?
«Tante coincidenze. Credo che spesso la vita sia il frutto di eventi che si
controllano solo in parte. E poi lei riassume dieci, quindici anni della mia
vita, è naturale che raccontino strade diverse. Forse ha inciso anche il mio
corso di laurea. Chi fa lettere moderne, dopo la laurea ha davanti tutto e
niente. Il lato positivo è che si può lanciare in lavori diversi. Forse è quello
che ho fatto io: ho cominciato in tv, sono arrivata per caso alla musica, ho
scelto il giornalismo e ho seguito le strade che mi si presentavano davanti. A
volte con qualche azzardo».
Tv, radio e carta stampata. Quale di questi ambiti le ha dato maggiore
soddisfazione e in quale si è trovata meglio?
«Non saprei. In tv ho l'esperienza maggiore. Ma questo non fa che rendere le
altre strade più interessanti. Imparare è divertente».
L'economia è un tema molto attuale: alla luce dei recenti scandali che hanno
riguardato il nostro Paese (Cirio, Parmalat fino alla vicenda dei "furbetti del
quartierino") ritiene che sia trattato in maniera adeguata dai media?
«Credo di sì. Non so con quali risultati...».
E' più difficile intervistare importanti personalità per un quotidiano
prestigioso come il suo, oppure condurre in diretta, come ha fatto fino allo
scorso anno, un programma radiofonico in cui è essenziale interagire con
l'ascoltatore?
«Tutto risulta difficile se si cerca di farlo bene. La tv e la radio, in
diretta, ovviamente, sono più adrenaliniche. Ti sottopongono a ritmi piuttosto
incalzanti, può succedere di tutto e bisogna saper gestire l'imprevisto. La
carta stampata richiede più approfondimento e meno superficialità. Si tratta di
mondi diversi con alcuni aspetti in comune».
Preparazione, bellezza e simpatia. Nell'ordine quale ritiene siano le doti su
cui debba puntare un giornalista?
«Certamente la preparazione, ma aggiungerei la voglia di fare, la curiosità e il
buon carattere».
Un recente sondaggio afferma che le giornaliste sarebbero la categoria di
lavoratrici che più difficilmente riesce a conciliare lavoro e affetti. Da
diretta interessata cosa sente di dire a riguardo?
«Che la vita sentimentale è qualcosa di talmente privato e personale che è
impossibile generalizzare».