Telegiornaliste
anno III N. 46 (124) del 17 dicembre 2007
Teresa Piredda, viva le storie a lieto fine
di Giuseppe Bosso
Incontriamo questa settimana Teresa
Piredda, volto noto dell'emittente televisiva sarda Videolina.
Sono molto seguite, nel nostro sito, le giornaliste di
Videolina tra cui
Egidiangela Sechi. Tra voi c'è più rivalità o complicità?
«Senz'altro complicità, anche se ovviamente non mancano momenti di competizione
più che di rivalità. Ma è una cosa normale in ogni ambiente di lavoro. Per il
resto, siamo un gruppo molto sereno».
Negli ultimi tempi, purtroppo, si registra nei telegiornali la tendenza di
incentrare l'attenzione soprattutto sui gravi fatti di cronaca nera. Cosa ne
pensi?
«Sicuramente c'è una forte attenzione per queste tragiche vicende. Credo sia
anche una risposta alle attese del pubblico che mostra interesse per queste
storie, non neghiamolo. La cosa che mi preme, come giornalista e come
spettatrice, è che l'informazione sia corretta e obiettiva e, in ogni caso, non
cerchi di scavare a fondo nelle vicende dei protagonisti che meriterebbero
quantomeno un minimo di rispetto per il loro dolore».
Sei una giornalista di un'emittente che opera principalmente su scala locale
e anche satellitare. Pensi sia peggio lavorare in una struttura dotata di poche
risorse ma con grande libertà di espressione, o poter contare su grandi mezzi a
patto di seguire una linea editoriale dettata dall’alto?
«Meglio poter contare su poche risorse ma essere liberi di informare. L'aspetto
peggiore e mortificante del nostro lavoro è dover accettare qualsivoglia tipo di
condizionamento. Per quanto riguarda Videolina, fortunatamente, è un problema
che non mi pare si sia mai posto».
Le notizie che più ti infastidiscono e quelle che invece dai con grande
gioia?
«Non è una domanda facile. Non mi piace divulgare notizie riguardanti la vita
privata delle persone e non di rado ho avuto delle discussioni con i colleghi
proprio per questo motivo. Violenze sessuali, omicidi o maltrattamenti su minori
sono notizie che non vorrei mai leggere, ma è inevitabile che ciò accada. Per
contro, amo le storie a lieto fine, le notizie davvero belle e positive. Ma
ahimè, di questi tempi, non capita spesso di trovarne».
Sogni una grande occasione a livello nazionale?
«Non escludo nulla a priori. Certo, Videolina è una buonissima palestra che può
dare tante soddisfazioni, ma noi giornalisti "territoriali" abbiamo sempre il
sogno della chiamata da parte di una grande emittente nazionale».
Che sensazione ti ha dato scoprire di avere un
seguito su Telegiornaliste?
«Sicuramente molto piacevole. Non mi sarei mai aspettata di trovare persone che
mi seguissero, che mettessero su un sito le mie immagini. E' stata una cosa
carina che ho scoperto per caso».
Hai mai subito condizionamenti nel tuo lavoro?
«Non credo proprio. Per carattere dubito che qualcuno ci possa anche solo
provare... ».