Telegiornaliste
anno III N. 24 (102) del 18 giugno 2007
Federico Pini, la mia passione è la tv di
Nicola Pistoia
«La mia è una passione nata ai tempi universitari, quando ho
cominciato a collaborare con un'emittente televisiva toscana. Ricordo le mie
prime esperienze di conduzione, i primi servizi di cronaca, una bella emozione».
Con queste parole esordisce Federico Pini,
giornalista del
Tgcom, alla nostra richiesta di parlarci dei suoi inizi.
E aggiunge: «Mi ha sempre affascinato fotografare la realtà con la parola,
raccontare storie, essere a contatto con la gente».
Se potessi scegliere, quali argomenti ti piacerebbe
trattare?
«Mi occupo di un settore che mi piace molto: la televisione,
che è poi un punto di osservazione privilegiato sulla realtà. Sono molto
interessato al costume e all'attualità, ma anche alle tematiche religiose. Mi
piacerebbe approfondire anche questo aspetto dal punto di vista giornalistico in
programmi come Miracoli, per intenderci, andato in onda sulle reti
Mediaset».
In questo mondo dove il precariato la fa da padrone tu
sei un privilegiato?
«Mi sento molto fortunato, conosco tanti colleghi in gamba
che non hanno ancora un contratto a tempo indeterminato e lo trovo profondamente
ingiusto. Purtroppo l'accesso alla professione è regolato da meccanismi ancora
poco trasparenti».
Secondo te, entrare a far parte di una scuola di
giornalismo prestigiosa come quella di Urbino, è una condizione imprescindibile
per la formazione di un buon giornalista?
«Aver frequentato la scuola di giornalismo di Urbino per me
è stata una palestra importantissima, perché si lavora sul campo e su più
fronti: carta stampata, radio, tv e internet. La scuola mi ha permesso di
ottenere il praticantato e di sostenere l'esame di Stato per professionisti: un
modo democratico per permettere di accedere a questa professione anche a chi,
come me, non è figlio di qualcuno che conta».
Il Tgcom cura anche i contenuti di Mediavideo.
Come gestite le due redazioni, quella su internet e quella televisiva?
«Tgcom è presente su internet, in tv con delle
pillole informative sulle tre reti Mediaset spalmate fra il primo e il secondo
tempo dei film, e su Mediavideo. E' possibile grazie a un articolato lavoro di
squadra».
Un consiglio a chi come te volesse intraprendere questa
professione?
«Tanta tenacia e determinazione. Mettere in conto numerose
porte sbattute in faccia. Ma consiglio anche di non scoraggiarsi mai, di provare
comunque a bussare alle porte di qualche redazione con proposte originali. E
senza santi in Paradiso (quello dell'editoria). Non demordere ma provare a fare
l'esame per entrare in una scuola di giornalismo. Io consiglio l'Ifg di Urbino».