Telegiornaliste
anno III N. 8 (86) del 26 febbraio 2007
Vittorio Pavesio, self-made man del
fumetto
di Gisella Gallenca
«Ero un ragazzo di quindici anni che, nella scuola,
aveva sviluppato la consapevolezza di saper disegnare. In un
contesto in cui difficilmente la matita veniva
considerata come uno strumento di lavoro, ho cercato
di conciliare ciò che rendeva economicamente a ciò che mi
divertiva. E la molla principale è stata la passione».
A parlare è
Vittorio Pavesio, fumettista ed editore torinese,
direttore artistico e organizzatore della fiera
TorinoComics (la cui tredicesima edizione si terrà dal
10 al 14 maggio prossimi).
L’abbiamo incontrato in occasione del primo workshop sul
mondo del fumetto organizzato dalla
facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.
Abbiamo parlato di editoria, di creatività e,
naturalmente, di fumetti. E non sono mancate alcune
gustose anticipazioni su quello che vedremo
quest’anno a TorinoComics.
La prossima edizione di TorinoComics si terrà, per la
prima volta, in concomitanza col Salone del Libro. Quali
sono i motivi che hanno determinato questa scelta?
«Si tratta di una scelta ponderata da tempo, e dettata dalla
possibilità di aggregare intorno a questa manifestazione
anche il pubblico della
Fiera del Libro. Abbiamo tentato questa strada
nonostante alcune problematiche rilevanti, legate
soprattutto alla contaminazione tra l’editoria tradizionale
e fumettistica, e alla scarsa considerazione di
quest’ultima nel mondo della cultura. Avremo una
posizione evidente: 1600 metri quadri di area espositiva
dedicata esclusivamente ai fumetti, completamente gestita da
noi e riconoscibile anche dal punto di vista estetico.
Inoltre, alcuni degli incontri organizzati da noi saranno
inseriti nel programma ufficiale della Fiera del
Libro».
C’è
già qualche anticipazione sugli ospiti?
«Avremo Berardi e Milazzo, per i trent’anni di Ken
Parker; ci sarà una mostra di tavole originali di
Moebius, anche se l’autore probabilmente non sarà
presente; e poi, Gabriele Dell’Otto, illustratore
Marvel di giovane età ma di grande fama. Queste sono le
anticipazioni già sicure. Per il resto, stiamo aspettando
altre risposte, tra cui quella di Scott McCloud,
autore di Capire il fumetto. Infine, i fumettisti
della
nostra casa editrice».
Il fumetto, al giorno d’oggi, può avere pari dignità
rispetto all’editoria tradizionale, o è destinato a rimanere
un prodotto di nicchia?
«L’ultimo secolo ha visto un’evoluzione. Negli ultimi
decenni, soprattutto, ci sono stati parecchi riconoscimenti
da parte del mondo della cultura, dello spettacolo e della
comunicazione. Tuttavia in Italia, contrariamente a
quanto accade in altri Paesi, il problema sussiste ancora:
manca una cultura del fumetto, che vada al di là
della semplice conoscenza dei personaggi più famosi.
Iniziative come quella promossa nei mesi scorsi da
Repubblica, che ha pubblicato un gran numero di
raccolte di fumetti di un certo livello e spessore, sono
senza dubbio un grande passo».
E per quanto riguarda l’incontro tra fumetti e nuovi
media, in particolare Internet?
«Questo già avviene, perché Internet è il mezzo più
economico di promozione e diffusione delle notizie. E’ stato
quindi il primo mezzo sfruttato dall’editoria fumettistica,
sia attraverso i blog sia attraverso i siti. Grazie ai
nuovi media, ciò che una volta era difficile da
ottenere, come il rapporto con gli editori stranieri,
oggi è molto più facile».
A chi faresti disegnare un fumetto su Vittorio Pavesio?
«Per l’amicizia, direi a Cavazzano. Ma non nascondo
che sarei curioso di vedere come mi racconterebbero anche
altri colleghi!».