Telegiornaliste
anno II N. 18 (50) dell'8 maggio 2006
Andrea Pamparana, giornalista multitasking
di Nicola Pistoia
Questa settimana abbiamo incontrato
Andrea Pamparana,
vicedirettore del Tg5 e radiogiornalista "Indignato
speciale" per Rtl 102.5.
Come ha iniziato ad appassionarsi a questo mestiere?
«Nel 1978, lavoravo in una piccola ma gloriosa rivista,
Critica Sociale ed eravamo nel pieno del caso Moro».
Andrea Pamparana si sente un giornalista televisivo o
radiofonico?
«Sono un giornalista. Scrivo su quotidiani, faccio tv e
radio da 25 anni, scrivo libri».
Quali sono le differenze tra il giornalismo televisivo,
quello radiofonico e quello della carta stampata?
«In tv devi conoscere il mezzo, saper fare anche la regia e
il montaggio del servizio. In radio devi conoscere i tempi, il ritmo, usare
anche la voce. Sui giornali devi saper scrivere. Mixa il tutto ed è fatta».
In una recente
intervista
a Telegiornaliste, il collega
Fabio Guadagnini di Sky Sport ha affermato che gli unici giornalisti
liberi da giochi di potere o di share sono quelli che svolgono la
professione per i canali satellitari: è d'accordo?
«No. Fox è satellitare ed è di Murdoch e negli Usa ha una
precisa linea politica. Solo qui in Italia, per convenienza, Sky è terzista.
Quanto allo share lo saranno fino a quando Murdoch non farà l'accordo con
l'Auditel».
Oltre al Suo, quali altri telegiornali apprezza?
«Sky Tg24 diretto dal mio amico Emilio Carelli».
Nella Sua carriera c'è un servizio o una notizia che
ricorda con più partecipazione?
«Un'inchiesta sul caso Orlandi nel 1986. Ne parlarono anche
all'estero».
Il mondo del giornalismo di vent'anni fa e quello di
oggi, un confronto.
«Noi avevamo, venti anni fa, grandi maestri: Zucconi, Levi,
Montanelli, tanto per fare tre nomi. Oggi non ci sono, e noi non siamo a
quel livello».
La conduttrice di Verissimo, rotocalco da poco non
più del Tg5, non è giornalista ma presentatrice televisiva: come
cambia il lavoro della redazione, in casi come questo, per consentire al
programma di mantenere lo standard di qualità
a cui ha abituato i telespettatori?
«Cambia al punto che Verissimo ora non è più sotto la
testata Tg5. Ed è meglio così, per tutti».
Probabilmente l'arrivo di Piero Vigorelli, vicedirettore
con delega al programma, aveva contribuito a mantenere inalterato lo
standard qualitativo di Verissimo dal punto di vista giornalistico...
«Vigorelli è un professionista di grande esperienza e
capacità, un cronista vecchio stampo».
Un consiglio ai tantissimi giovani che vorrebbero
diventare giornalisti?
«Studiare, leggere e scrivere. Tanto lavoro e altrettanta
umiltà. E consumare la suola delle scarpe per interpretare la gente, senza
pensare di fare a poco più di vent'anni l'editorialista».