Telegiornaliste
anno II N. 37 (69) del 16 ottobre 2006
Domenico Nucera, turismo e gusto amori
miei
di Giuseppe Bosso
Domenico Nucera,
giornalista e autore televisivo, è nato a Roma nel 1962. Nel
1990 ha fondato a Roma, insieme a due amici, la Libreria del
viaggiatore, divenuta in breve tempo un punto di riferimento
per i globetrotter internazionali.
È autore di guide turistiche su diversi luoghi del mondo, ha
pubblicato saggi di critica letteraria tradotti all’estero,
ed è curatore di progetti editoriali legati al turismo
culturale.
Sommelier, degustatore ed esperto di tematiche
agroalimentari, è autore e curatore di guide
enogastronomiche, ha pubblicato reportages sulle principali
testate turistiche italiane e, dal 2000, scrive di turismo
ed enogastronomia sulle pagine romane del Corriere della
Sera, firmando le rubriche A tavola, In moto,
Cose golose.
Nel 2000 è stato autore e conduttore di Anteprima Notte
su Stream, viaggio televisivo in 50 puntate alla scoperta
delle notti italiane. Dal 2003 è autore e curatore di
Italia amore mio.
Come si fa, nei pochi minuti in cui va in onda Italia
amore mio, a scoprire i luoghi che visitate?
«Non riusciamo mai a presentare i posti che visitiamo in
maniera esauriente; il nostro scopo è quello di mostrare
località non molto conosciute offrendo spunti originali per
invogliare gli spettatori a visitarle, instaurando un
rapporto diretto con le persone del posto che riescono a
fornirci una chiave di lettura che ispiri il pubblico da
casa a voler approfondirne la conoscenza».
Quali sono i posti che più ti hanno colpito e quali
quelli che hai cercato di mettere maggiormente in risalto?
«Noi cerchiamo di mettere sempre in risalto tutti i luoghi
che visitiamo attraverso le storie che ci raccontano le
persone che intervistiamo. Personalmente ho uno splendido
ricordo di una località della Toscana, Ascari, in Val di
Prina, dove si trova un Parco culturale artistico (che è
protetto dall’UNESCO), caratterizzato dal “trenino” che
percorre la vecchia ferrovia, opera realizzata grazie al
lavoro dei ferrovieri in pensione che l’hanno restaurata; il
servizio offre un giro del parco in mezz’ora».
Da cosa nasce l’alternanza, nella conduzione, con Chiara
Cetorelli?
«E’ una questione di formula. La nostra striscia offre due
punti di vista diversi: chi ci segue dall’inizio (da quattro
anni, ndr) avrà notato che inizialmente io visitavo
le località del nord e lei quelle del sud, cosa che poi
abbiamo invertito. Il nostro non è un programma autoriale,
ma è basato sull’incontro tra il giornalista e la località,
vera protagonista della puntata. Lei è un’ottima
professionista che non si è mai tirata indietro davanti a
niente: quando ha dovuto soffermarsi sugli aspetti più
“vacanzieri” del luogo non ha esitato a lanciarsi dal
deltaplano o salire sul surf in mare».
Oggi più che mai è importante per un giornalista
viaggiare di continuo?
«È assolutamente importante, ma non se ne può proprio fare a
meno a prescindere dalla professione; per effetto della
cosiddetta “globalizzazione” le distanze si sono
notevolmente ridotte, e dobbiamo continuamente confrontarci
con altre realtà e altri popoli; è una cosa che ho sempre
amato. Poi indubbiamente per chi fa informazione è una
necessità».