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Intervista a Franco Nisi tutte le interviste
Telegiornaliste anno IV N. 7 (132) del 25 febbraio 2008

Franco Nisi, la voce della radio italiana di Valeria Scotti

E' una delle voci storiche della radio privata italiana. Franco Nisi, giornalista, autore e uno dei personaggi più conosciuti di Radio Italia, ha una lunga carriera alle spalle. I numeri parlano chiaro: oltre ad aver realizzato più di 5000 interviste, ha scritto più di 400 trasmissioni radiofoniche e 150 programmi televisivi. Per Radio Italia e Video Italia ha ideato numerosi spettacoli musicali in teatri e piazze d'Italia e del mondo.

Da una vita a Radio Italia. Qual è il segreto di un rapporto così duraturo?
«L’amicizia. Infatti l’editore Mario Volanti ed io siamo amici da trent’anni e, pur molto diversi nel carattere, abbiamo trovato un’intesa nata dalla comune passione per la musica e la comunicazione».

Ha un ricordo in particolare di una persona o di un evento legato alla sua carriera?
«Ricordo con gratitudine tutti i maestri che ho incontrato nel mio percorso professionale. Sono stato fortunato perché ho avuto la possibilità di “rubare” il mestiere a grandi personaggi, ad esempio Franco Mocagatta, Roberto Buttafava, Alessandro Mossotti e Mike Buongiorno».

Quanto è cambiata la radio nel corso di questi anni?
«Moltissimo. Noi siamo stati i pionieri delle radio private in Italia e abbiamo avuto l’occasione di sperimentare a lungo molti modi di comunicare. Oggi le radio sono aziende importanti con esigenze, bilanci, studi di settore, forti investimenti, marketing. E' nostro compito fondere la passione con una seria preparazione e una professionalità elevata. Un solo aspetto non cambierà mai: il dovere di rispettare il pubblico».

Nel 2004 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Economia e tecnica della comunicazione. Cosa significa essere un comunicatore oggi?
«Essere sempre in grado di confrontarsi con gli altri, in buon equilibrio tra ascoltare e rispondere, e studiare tutte le nuove forme di espressione come Internet, le chat, le email, gli sms».

E' molto impegnato in attività di volontariato e solidarietà. Lo scorso 11 febbraio si è tenuta a Milano la seconda edizione di Musicamore, organizzata dalla Fondazione aiutare i bambini Onlus e da Radio Italia per fare del bene in occasione di San Valentino. Quanto è importante il binomio musica-beneficenza?
«Trovo che la musica e la solidarietà abbiano un comune denominatore: l’emozione. Le canzoni sono un ottimo viatico per aprire i cuori della gente».

Incoraggiare la musica: è possibile e in che modo?
«Inserendola ad esempio come materia dell’obbligo nelle scuole primarie e secondarie ed educando all’ascolto».

Ogni anno Radio Italia e Video Italia si trasferiscono a Sanremo in occasione del Festival. I vostri progetti in occasione dell’edizione 2008?
«Il nostro compito è quello di testimoniare e difendere la musica italiana nel mondo. Sanremo è il Festival della Canzone Italiana e noi ci prodighiamo per far vivere ai nostri ascoltatori tutte le emozioni in diretta, favorendo l’incontro e il confronto fra loro, le canzoni e gli artisti».

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