Telegiornaliste anno III N. 35 (113) del 1 ottobre 2007
Marica Morelli: faccio la spalla ma volerò alto
di Giuseppe Bosso
Grazie alla sua grande amica
Susanna Schimperna, riusciamo a intervistare
Marica Morelli, che ci incontra molto volentieri.
Dopo i due anni passati accanto a
Maurizio Costanzo, Marica è ora nella redazione di
Verissimo dove, tra le altre cose, cura una rubrica di approfondimento
delle storie trattate da
Maria De Filippi a
C'è posta per te.
Nel 2002 Marica Morelli è stata la prima conduttrice di
Omnibus, su La7, trasmissione che segnò il suo esordio nel mondo della
televisione.
Sei la spalla di
Silvia Toffanin, fidanzata di Piersilvio, il padrone. Una posizione delicata
e forse anche limitante per te?
«Anche se può apparire limitante, credo che l'avventura quest'anno a
Verissimo sarà per me molto importante.
Non solo perché lavorerò con colleghi molto validi, soprattutto perché avrò la
possibilità di imparare cose nuove e perfezionare la mia professionalità.
Fino ad ora le mie esperienze lavorative mi hanno portata a cimentarmi più nel
ruolo di conduttrice. E resta quello il mio sogno, ma credo sia giusto arrivarci
dopo una completa e costruttiva gavetta. E alla mia, probabilmente mancava
ancora qualcosa... Se poi per riuscirci dovrò fare la spalla a Silvia
Toffanin... Lo accetto volentieri!».
Pro e contro di lavorare accanto a Maurizio Costanzo.
«Maurizio è una persona eccezionale, con lui ho imparato molte cose, e non
poteva essere altrimenti: ha un grande senso del lavoro e del sacrificio e un
grande rispetto per gli altri. Per contro, però, c’è il fatto che standogli
accanto ti ritrovi a fare da contorno: è lui che conduce ed è su di lui che la
scena si incentra. Sono stati tre anni belli e importanti per me, ma ora mi è
sembrato giusto cambiare, fare altre cose».
Costanzo negli ultimi anni è spesso criticato per il suo modo di fare
televisione e per i temi trattati nelle sue trasmissioni.
«Ognuno utilizza gli spazi che gli sono concessi come meglio crede. Non
dimenticare che Canale5 è pur sempre una tv commerciale, ed è inevitabile che
anche per Maurizio valgano le sue regole, che sono quelle di fare tutto il
possibile per accontentare lo spettatore. Al di là di questo, da Maurizio si può
parlare tanto con il protagonista del
Grande Fratello quanto con l’esponente politico di spicco, e questo il
pubblico lo ha sempre apprezzato».
Cosa ti ha suscitato lasciare Omnibus?
«E’ stato un dispiacere, certo, e non potrebbe essere altrimenti perché era
stata la mia prima esperienza televisiva: ho seguito tutte le prime edizioni
della trasmissione, fino al 2005. Devo tantissimo a La7 che mi ha dato una
grande possibilità, quella di farmi le ossa in una emittente nazionale che però,
ancora molto giovane, non ha continuamente i “fucili puntati” come Rai e
Mediaset.
Fu una scelta dolorosa ma necessaria: non ce la facevo più a seguire quei ritmi:
dovermi alzare alle 4 del mattino per essere in onda undici mesi l’anno. Era
diventato davvero troppo faticoso e stressante, e avevo anche voglia di fare
altre cose, come ti ho detto riguardo il mio passaggio da Tutte le mattine
a Verissimo. Per questo, dopo un periodo di riposo di cui avevo bisogno,
ho accettato al volo la proposta di Canale5».
Quando l'ho intervistata,
Paola Cambiaghi, che ti sostituì due anni fa, disse che la bellezza non deve
andare a discapito della credibilità professionale. Molte colleghe che lavorano
in tv tendono ad imbruttirsi per essere più credibili professionalmente. La
pensi così?
«Non conosco Paola personalmente ma direi che in questi anni ha fatto un buon
lavoro a Omnibus. Quanto a quel che dice, sì, non vedo la necessità per
cui una donna capace professionalmente debba rinunciare ad essere anche
piacente. Certo, se parliamo di ballerine, di showgirl, l’aspetto fisico assume
un’importanza maggiore, che forse nel giornalismo è minore. Ma ripeto, perché
mai una donna dovrebbe rinunciare a essere al tempo stesso bella e brava?».
Dopo la laurea hai frequentato un corso di inglese alla Boston university.
Conosci perfettamente anche il francese. Non ti interessano esperienze di lavoro
all’estero?
«È stata una parentesi importante per me, e mi ha permesso di confrontarmi con
un ambiente diverso da quello italiano. Al momento, però, non penso di
allontanarmi dalla nostra televisione, sono ancora in crescita e ho molta strada
da fare. Se dovessi affermarmi, perché no?».
C’è qualcosa di cui ti sei pentita, guardandoti indietro, che non rifaresti?
«No. Ogni esperienza è stata importante. Sono contenta di quello che ho fatto e
ogni cosa mi ha sempre arricchita. Ho imparato a non pensare troppo al domani,
ma a cogliere ogni giorno tutto quello che posso trovare sulla mia strada».
L’esperienza più buffa o particolare che ti ha coinvolto a Tutte le
mattine?
«Forse un paio. Ricordo quando mi sdraiai su un tavolo per fare da cavia per un
nutrizionista; e poi un paio di volte mi cimentai in veste di attrice in
sostituzione di
Serena Bonanno,
che, come ricorderete, aveva degli spazi nel corso del programma. Cosa
decisamente insolita per una giornalista, vero?».
Veniamo all'attualità: non si fa che parlare del
V-Day...
«In una democrazia è giusto che se c’è malcontento venga esternato.
Beppe Grillo
in questo si è fatto portavoce di un qualcosa che, forse, sarebbe dovuto
partire proprio dall’alto. La protesta c’è stata, vediamo ora come verrà
recepita».
Conservi ancora le tue radici meridionali?
«Continuo ad andarne molto molto fiera e sono convinta che sarà sempre così.
Anzi: meno torno in Puglia e più mi manca. Non solo per la buona cucina!
Soprattutto per la solarità della gente, la spensieratezza con la quale si vive
e la calma con la quale si affrontano le cose. Ci sono ritmi e stili diversi che
non apprezzi fino a quando non conosci e vivi sulla tua pelle lo stress della
grande città.
E poi Bari ha il mare... Ogni volta che torno a casa dedico un'ora a passeggiare
in riva al mare! E' così rilassante e rigenerante che non c'è riposo migliore...
Provare per credere!».
E’ vero che quest’estate hai avuto a che fare con l’uragano
Dean?
(Scoppia a ridere, ndr) «Sì: mi trovavo ai Caraibi con il mio fidanzato,
in un’isola da sogno, quando, rientrando in albergo, un gruppo di turisti ci
chiese cosa sapevamo di Dean. Io e lui non capivamo, ci eravamo rifugiati in
quel paradiso proprio per staccare la spina lontano da tutti e non avevamo
intenzione di guardare la tv. Fortunatamente non abbiamo avuto incontri
ravvicinati, in quanto si è sviluppato a 300 miglia di distanza da dove ci
trovavamo, però non ti nascondo che in alcuni momenti ho avuto veri e propri
attacchi isterici, proprio perché ci trovavamo senza via di fuga in un’isola
lontana dal resto del mondo, i voli erano sospesi… Momento di paura, ma che ora
racconto col sorriso».
C’è mai stato qualcuno che ha provato ad imbavagliare Marica Morelli?
«No, se intendi come libertà di espressione, anzi. Per mia fortuna sono sempre
stata molto libera e ho trovato sempre persone che mi hanno spronato a
intervenire, a fare domande, senza paura. Se intendi imbavagliarmi davvero, per
ora a nessuno è venuto in mente di farlo…».