Telegiornaliste
anno II N. 32 (64) dell'11 settembre 2006
Myrta Merlino, vocazione economia di
Giuseppe Bosso
E' uno dei volti di punta di Rai Educational, il canale satellitare della Rai;
ha ottenuto un grande successo con la trasmissione Economix, che,
malgrado una collocazione non proprio ottimale, è stata molto apprezzata.
E' con grande piacere che intervistiamo Myrta Merlino, bella, ma soprattutto brava, e spontanea allo stesso tempo,
apprezzata dal pubblico per la chiarezza con cui ha esposto, nel programma, i
più importanti temi legati al mondo dell'economia.
Come nasce professionalmente Myrta Merlino e cosa l'ha spinta ad occuparsi di
temi economici?
«Dopo la laurea in economia ho iniziato a lavorare per la Comunità Europea, e mi
sono avvicinata quasi per caso al giornalismo, quando il quotidiano della mia
città, Il Mattino di Napoli, mi chiese di collaborare con la pagina
economica. Poi ho iniziato la mia collaborazione con la Rai, con Alan Friedman,
e di lì ho iniziato il percorso che mi ha portata alla conduzione di Economix,
come vedi un segno del destino. Certamente avere un bagaglio di conoscenze
specifiche ti aiuta».
E a proposito della sua ultima fatica televisiva, collocata in terza serata:
a quale tipo di pubblico ha cercato di rivolgersi? E ha riscontrato interesse
negli spettatori per questo tema?
«Certo la collocazione oraria su Rai3 è stata alquanto penalizzante, ma sono
molto soddisfatta dei risultati che abbiamo ottenuto in termini di ascolti, che
hanno spesso registrato l'11% di share. Il direttore di Rai Educational,
Giovanni Minoli, ci ripete di lavorare sempre e comunque come se ci rivolgessimo
al prime time, per cui l'impegno è stato sicuramente tanto; purtroppo
l'economia, per quanto argomento attuale e di grande interesse nel pubblico, non
è sempre trattato come dovrebbe dai media».
Tra le tante personalità da lei intervistate qualcuna l'ha colpita in
particolare?
«Si, due sono state le interviste, realizzate in questa edizione di Economix,
che ritengo davvero speciali: la prima è quella che ho fatto a Cesare Romiti, il
quale, con grande generosità, si è messo a nudo raccontando aneddoti della sua
vita passata e presente, e anche relativamente alle sfide future che affronterà,
parlando a ruota libera del rapporto che aveva con l'avvocato Agnelli, della sua
vita familiare e rivelando di avere ricevuto da Berlusconi la proposta di
candidarsi a sindaco di Roma. L'altra intervista speciale, invece, l'ho fatta a
Flavio Briatore, che dalla gente è visto sempre come "l'uomo gossip", tutto
donne e Billionaire, il quale, invece, nella trasmissione ha rivelato le sue
grandi doti manageriali che gli hanno permesso di arrivare ai vertici della
Formula 1 pur con pochi mezzi a disposizione».
Sulla scia della sua esperienza, ritiene che per una donna sia difficile
emergere in questa particolare branca del giornalismo, e cosa sente di
consigliare ai giovani che volessero intraprendere la sua strada?
«E' davvero difficile per una donna emergere in questo ambiente, dove si parla
poco e c'è molta diffidenza circa la propria professionalità, e io ho dovuto
sconfiggere moltissimi pregiudizi, essendo vista inizialmente solo come una
bella ragazza e nulla più. Quel che voglio consigliare agli aspiranti
giornalisti, non solo economici, è di non abbattersi mai e di dedicarsi alla
professione con impegno e passione».
Le pressioni della politica si sentono in un programma di economia?
«Certo, sono due ambienti molto legati tra loro, a maggior ragione nel nostro
Paese in questo momento storico. Io, con Economix, ho compiuto una scelta
ben precisa e decisamente anticonformista rispetto alla concezione tradizionale
del talk-show, proprio nell'anno delle elezioni, volendo mettere in risalto il
ruolo dei manager come protagonisti attivi dell'economia, tralasciando la
politica nei suoi vari aspetti. Politica che, comunque, finisce innegabilmente
per incidere con le sue vicende su tutti i settori economici».
E' verità o leggenda che il governatore della Banca centrale tedesca, Hans
Tietmeyer, rimase folgorato dalle sue scarpe?
(Scoppia a ridere, ndr) «Sì, è tutto vero! E ti voglio raccontare questo
episodio: dovevo, insieme a quel grande maestro che è Alan Friedman,
intervistare Tietmeyer, personaggio temuto e allora decisamente contrario
all'ingresso della lira nell'area della moneta unica. Quando stiamo per
arrivare, in macchina, Alan nota le mie scarpe da tennis Superga (che amo molto
e uso spesso), e con il suo accento inglese mi fa: "Myrta, ma come ti presenti?
E' questo il modo di andare a fare un'intervista ad un personaggio così?".
Ebbene, durante l'intervista, Tietmeyer, osservandole, esclamò "Nice shoes!". E
da quel momento le mie scarpe sono diventate le "Tietmeyer's shoes"! Un episodio
molto simpatico che ricordo con allegria».
Domanda forse un po' antipatica, ma la faccio sulla scia di una sua frase.
Quanto contano l'immagine e la bellezza nel suo lavoro?
«Ho lavorato con Friedman a lungo dietro le quinte, come autrice e
collaboratrice, ed ho imparato ad amare ogni aspetto di questo mestiere, anche
quelli che non implicano necessariamente apparire in video. Sicuramente essere
bella ti aiuta, risulti gradevole al pubblico che ti segue con piacere; ma si
tratta comunque di un momento, di un particolare, che può esaurirsi in poco
tempo. Per intraprendere una vera carriera giornalistica, come quella del mio
direttore Minoli, per intenderci, che svolge egregiamente questo mestiere da più
di trent'anni, devi impegnarti al massimo e dimostrarti bravo e preparato».
In futuro crede di continuare a occuparsi di economia oppure abbraccerà altri
settori dell'informazione?
«Mi auguro davvero di continuare ad occuparmi di economia, il mio campo; per me
è una vera e propria missione, un dovere, proprio perché, come ti ho detto, non
se ne parla molto e non tutti lo fanno davvero bene. Naturalmente considera
anche che l'economia tende a commistionarsi con tanti altri settori, e quindi,
per esempio, non mi dispiacerebbe in futuro condurre un programma che combinasse
l'economia alla politica e al costume; ma ripeto, in ogni caso, continuerò a
seguire questo percorso».
Un marito, tre figli e un lavoro molto impegnativo: come riesce a conciliare
tutto questo?
«Inutile negarlo, si fa una fatica del diavolo! La mia vita è una corsa
continua, dovendo cercare sempre di conciliare la mia professione con i miei
doveri di moglie e di mamma. I tempi purtroppo sono cambiati, è cambiata molto
la famiglia, e oggi, ad esempio, non riesci sempre a trovare i nonni che ti
possono aiutare con i bambini. Io cerco sempre di fare tutto con il massimo
entusiasmo e passione, ma non mancano quei giorni in cui mi sento davvero a
terra!»