Telegiornaliste
anno IV N. 24 (149) del 23 giugno 2008
Lucarelli, la forza della letteratura di
Erica Savazzi
«La forza della letteratura è rendere vive delle notizie che magari leggiamo sui
giornali in maniera ripetitiva. Quando le mettiamo in un romanzo diventano
un’altra cosa, diventano cose vere», ci dice
Carlo Lucarelli,
scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo e radiofonico. Giallista da
sempre, ultimamente si è dedicato al fumetto – Cornelio, da poco in
libreria – e al romanzo storico.
L’Ottava vibrazione racconta della campagna italiana in Eritrea.
Perché ha scelto di parlare di avvenimenti quasi dimenticati?
«Proprio perché sono avvenimenti di cui non si parla e che invece sono molto
importanti per la nostra storia. E il romanzo può andare a riscoprire dei
momenti del passato e ridargli vita e interesse. Questa è la sua funzione e
questo è quello che ho cercato di fare».
Secondo lei la letteratura può dare risposte riguardo al passato e
indicazioni per il futuro?
«Certo. Quello che fa la letteratura è riprendere il passato, cogliere il
presente e addirittura il futuro - nel senso che immagina cose che non sono
accadute e magari non accadranno - e svelare i meccanismi che stanno dentro le
cose in una maniera molto appassionante e accattivante. Secondo me questo serve
a cambiare la realtà che viviamo e soprattutto a cambiare il futuro».
La bellezza della letteratura può migliorare il mondo?
«Sicuramente sì, la bellezza è anche un mezzo per arrivare da qualche parte e la
bellezza delle pagine scritte serve a portarsi dietro un messaggio. Quando
tramite la letteratura viene recepito un messaggio importante, allora ecco che
essa ha eseguito il suo compito».
Ci può essere identificazione tra realtà e letteratura?
«Se l’autore è bravo capisci che quello che racconta sono fatti che accadono e,
anche se non a te, accadono a un personaggio del quale ti interessa il destino:
è come se accadessero a tuo amico. Di conseguenza, è come se accadessero a te».