Telegiornaliste
anno III N. 22 (100) del 4 giugno 2007
Paolo Giani: iniziare bene la giornata
di Giuseppe Bosso
Nato a Roma nel 1956,
Paolo Giani è giornalista professionista dal 1982. Conduce con
Elisa Anzaldo, Luca Giurato ed Eleonora Daniele Uno
Mattina, dopo averne condotto, nel 2002, l'edizione estiva con Sarah
Felberbaum. Ha condotto tutte le edizioni del Tg1,tranne quella serale.
Come sta vivendo questa nuova esperienza a
Uno mattina, di cui conduce gli spazi riservati al
Tg1?
«Con il massimo impegno e anche con una punta di nostalgia,
avendo visto crescere questo programma fin dalla prima edizione, nel 1986; è
stata la prima redazione che ho avuto modo di frequentare al Tg1, dopo
sette anni passati in una sede regionale della Rai. A Uno Mattina ho
condotto le edizioni del telegiornale, e mi sono dedicato a reportages e
collegamenti esterni. Ho anche condotto l’edizione estiva, nel 2002, con Sarah
Felberbaum, una ragazza che, nonostante fosse giovanissima, mi ha colpito per la
sua acutezza. Quest’anno ho risposto con entusiasmo alla chiamata di Riotta».
In questi ultimi anni Uno Mattina si è
caratterizzata per un’ideale combinazione tra informazione e spettacolo, tra
giornalisti e personaggi della tv: lei come affronta questa “commistione”, se
così si può dire, tra intrattenimento e news?
«Da parte mia ho sempre cercato di fare informazione in modo
meno ingessato dal solito. E’ bene distinguere tra serietà e seriosità: qualcuno
fa confusione tra questi due termini, magari chi non riesce a non essere solo
serioso… Secondo me è la seriosità che, in misura eccessiva, può non piacere al
pubblico. Quindi, pur essendo inflessibile su rigore e professionalità, con
Elisa cerco sempre di dare un po’ di brio alla conduzione, non disdegnando una
battuta quando si può fare. Dai riscontri che ho, credo che la cosa venga
apprezzata».
Che differenza riscontra tra condurre un tg e curare gli
spazi di informazione di una trasmissione?
«In un programma come Uno Mattina hai maggiori spazi
per muoverti e puoi anche dare spazio a una maggiore… “estrosità”, conducendo un
tg non ci si può scansare troppo da atteggiamenti “classici”, e credo vada bene
così. Anche se devo dire che molti colleghi, soprattutto colleghe, negli ultimi
anni hanno trovato una maniera diversa dal solito di condurre le edizioni del
tg».
E' essenziale il feeling tra colleghi per ottenere buoni
ascolti?
«Assolutamente sì, e penso che Riotta abbia orientato le sue
scelte proprio tenendo conto di questo, oltre che ovviamente tenendo conto delle
capacità professionali di ognuno di noi; Luca Giurato è un amico che conosco da
una vita, Elisa da circa una decina d’anni e posso dire che l’affetto è lo
stesso. Eleonora Daniele è stata una piacevole scoperta, siamo subito entrati in
sintonia e del resto è come la vedete in tv, solare e spontanea, per cui
l’affiatamento con tutti è ottimale».
Dopo la vicenda Mastrogiacomo, e gli altri casi di
sequestro di giornalisti di guerra, pensa che bisognerebbe limitare la libertà
di azione dei colleghi?
«Il giornalismo è un mestiere bellissimo, ma anche pieno di
rischi: non ci sono alternative, se vuoi fare un’informazione completa e reale,
devi andare a toccare con mano quello che poi vuoi raccontare. Lo sapeva
benissimo Daniele e lo sanno tutti i colleghi che si recano in quelle zone.
Penso che sia fin troppo facile limitarsi a fare le
corrispondenze chiusi nella tranquillità di una stanza d’albergo, quindi sono
sicuramente dalla parte di quei colleghi che, pur tra mille pericoli, cercano di
portare nelle case della gente un’informazione completa ed esauriente».