Telegiornaliste
anno III N. 27 (105) del 9 luglio 2007
Sabrina Gandolfi, la Forrest Gump della Rai
di Erica Savazzi
«Lavorare in Rai è un sogno realizzato, lo volevo fin da bambina:
sono cresciuta guardando 90° minuto». Questa è la dichiarazione d'amore
alla televisione pubblica di Sabrina Gandolfi,
dal 15 luglio alla conduzione della Domenica Sportiva Estate.
Le chiedo come sia riuscita a entrare in Rai e lei, con simpatia, ammette: «Ho
lavorato molto ma sono stata anche fortunata. Posso dire che sono capitata nel
posto giusto al momento giusto. Avevo fatto un colloquio in Rai, e
proprio in quel periodo una collega di Rai Sport è passata a Sky, così mi hanno
chiamata. Cercavano una persona autosufficiente e che conoscesse bene la
realtà sportiva soprattutto del nord del Paese».
Quando le accenno alle mie ricerche in Internet su di lei, indovina subito: «E'
per Telemike, vero? E' stata una bella esperienza, mi sono divertita.
Fare la valletta di Mike mi ha aiutato a svegliarmi, e soprattutto mi ha
insegnato a essere puntuale e seria sul lavoro. Con Mike non si
scherzava. Ma parliamo di 17 anni fa, già allora sapevo che quello non sarebbe
stato il mio lavoro per tutta la vita».
Poi Sabrina racconta dei suoi esordi: «Ormai sono 15 anni che mi occupo di
sport, ho iniziato a Telelombardia. In realtà è stato piuttosto casuale, anche
se lo sport l'ho sempre praticato e mi è sempre piaciuto. Quando sono entrata in
redazione c'era spazio nella cronaca nera o nello sport e, essendo alle prime
armi, la cronaca nera mi sembrava un argomento troppo spinoso per una neofita.
Così ho iniziato ad andare a San Siro per le interviste tutte le
domeniche, poi sono passata alla conduzione di Novantesimo Donna, anche
se nel frattempo mi occupavo anche di programmi per ragazzi.
Ho lavorato tanto in quel periodo, e devo dire che mi è servito a farmi le
ossa. Poi Telenova, dove ho avuto la fortuna di lavorare con Ruggero
Muttarini, allora responsabile Sport, e di imparare seriamente cosa significa
vivere una redazione. Ha chiuso, prima della Rai, la parentesi 7Gold».
Passiamo a parlare di attualità, degli sport cosiddetti "minori"
che durante l'ultimo anno hanno avuto una grande crescita di popolarità: «La
vela la seguo come semplice spettatrice, poco per lavoro. Il rugby è fantastico,
bisogna vedere se l'interesse durerà nel tempo, la prova ci sarà in autunno con
i Mondiali. Per dare più risalto a questi sport ci vorrebbe una giornata di 48
ore. La tv pubblica, compatibilmente, cerca di dedicare spazi a queste
realtà, ma sarebbe assurdo non parlare di calcio: è lo sport nazionale, ha il
maggior numero di appassionati».
Ma quali sono gli sportivi preferiti di Sabrina Gandolfi?
«Vanessa Ferrari è straordinaria, è un'atleta a 360 gradi e il suo
allenatore, Enrico Casella, è una delle persone migliori che abbia mai
conosciuto lavorando. Vanessa si approccia allo sport con serietà, come faceva
Yuri Chechi, ha grande disciplina e costanza.
Diverse le interviste che mi hanno lasciato qualcosa di più: Marco Materazzi
campione con la "c" maiuscola che si improvvisa cuoco; Filippo Magnini
che dimostra come si può essere seri ridendo, Paolo Bettini, ragazzo e
atleta unico. Mi piacciono molto anche Crespo, e tra gli allenatori
Prandelli e Spalletti. In comune hanno tutti la fatica e l'impegno,
cioè la parte dello sport che preferisco».
Una
ricerca di Federculture mostra che gli italiani che partecipano a spettacoli
culturali sono più di quelli che scelgono di vedere competizioni sportive.
«Sono dati molto indicativi - spiega Sabrina -, ma d'altronde anche Baggio ha
dichiarato di non guardare il calcio perché non gli piace più. Forse bisogna
cambiare l'approccio, ma è difficile trovare sempre la formula giusta.
Noi giornalisti siamo lì per informare, le persone sono più
interessate alla cronaca sportiva e ad argomenti di spessore e d'inchiesta come
il doping, che al cosiddetto gossip, o alle polemiche gratuite. Da questo punto
di vista la Rai è una garanzia: per alcuni può risultare meno trendy, ma non
potrei mai pensare a una Domenica Sportiva urlata e fatta di morbosità».
E infine, come non chiedere a una giornalista sportiva se pratica almeno una
delle discipline di cui tratta quotidianamente?
«Vado in palestra a correre quasi tutti i giorni. Io odiavo correre, poi
ho deciso di provare. Ho iniziato con cinque minuti e poi ho aumentato
gradualmente. Diventa un'abitudine. Un giorno di fianco a me ho visto una
ragazza che correva con le cuffie alle orecchie. E' stata una rivelazione. La
musica aiuta molto, aiuta a mantenere la concentrazione e il ritmo. Ho iniziato
tre anni fa e adesso adoro correre, in palestra farei solo quello, sono
diventata una "Forrest Gump"!».