Telegiornaliste
anno IV N. 34 (159) del 29 settembre 2008
Motocross: ragazzine
spericolate di
Pierpaolo Di Paolo
Le vedi partire tenendo la moto bassa, sgomitando
tra gli avversari per mantenere la traiettoria.
Affrontano salti spettacolari e recuperano il
controllo con abilità. Tecnica, forza, fisici da
amazzoni. Chi si trova di passaggio osserva
convinto di assistere a una gara di motociclisti
esperti, ma quando le moto si fermano e i
centauri tolgono il casco, lo stupore dello
spettatore è palese.
I lunghi capelli che si liberano sui
giovani visi non lasciano spazio a dubbi. Hanno
da 12 a 15 anni, sono le protagoniste del
minicross, passione nata praticamente all'asilo.
Nelle loro camerette non ci sono poster di
calciatori o cantanti ma dei trix, le
manovre più spericolate dei loro miti,
fuoriclasse del motocross come Tony
Cairoli.
Venerdì 19 e sabato 20 settembre al Datchforum
di Milano si sono esibiti i campioni del
motocross di tutto il mondo; a bordo pista
ovviamente anche loro, accorse ad ammirare lo
spettacolo e studiare il tracciato, sede della
prossima gara. Si tratta di una pista
velocissima e molto tecnica, sulla quale
dovranno gareggiare con le loro moto da 85 cc.
Tra le giovani spettatrici anche Chiara
Fontanesi, quattordicenne vicecampionessa
2007, autentico talento in grado di tener testa
in pista a rivali di 17, 20, anche 28 anni.
Proviamo a chiederle come ha iniziato.
«È tutta adrenalina» dice, gli occhi pieni di
entusiasmo, «a due anni e mezzo ho cominciato a
usare la moto da minicross che i miei genitori
avevano regalato a mio fratello, a 5 anni già
gareggiavo».
Il tuo personaggio preferito? «Valentino Rossi,
è simpatico e ha grinta».
Ma ci sarà qualcosa che ti piace al di là delle
due ruote..
«Certo, mi piace giocare con la mia psp». Inutile
dirlo, il gioco preferito è il motocross.
Ma i tuoi genitori non hanno paura a lanciarti in
uno sport così pericoloso? «Assolutamente, in
pista siamo preparate e ben protette, semmai è
per andare a scuola che i miei non vogliono
saperne di comprarmi lo scooter, così sono
costretta a prendere l'autobus. La strada sì che
è pericolosa».