Telegiornaliste
anno III N. 38 (116) del 22 ottobre 2007
Roberta Ferrari: un giorno farò la conduttrice
di Giuseppe Bosso
Conduttrice e giornalista televisiva,
Roberta Ferrari si è occupata di calcio per diversi anni. Attualmente è
ospite in varie trasmissioni Rai di servizio e attualità in veste di
opinionista.
Roberta, leggendo il tuo
sito
colpisce la tua considerazione sul fatto che, malgrado una gavetta
ultradecennale, non ti sia arrivata la proposta che sogni: condurre un programma
tuo...
«È un mondo strano, quello della televisione: oltre alla bravura ci vuole anche
fortuna e, diciamocelo, qualche spinta. Che io non ho mai avuto. È ovvio che se
non sai fare niente non hai molte possibilità di andare avanti. Col tempo,
comunque, posso dire di aver modificato la scaletta delle mie priorità: pur non
trascurando la professione, adesso al primo posto vengono anzitutto i miei
affetti, a cominciare dalla mia bambina».
Parli di inflazione di donne che si occupano di giornalismo sportivo:
rispetto ai tuoi inizi cosa noti di diverso tra le tue colleghe di allora e
quelle di oggi?
«La quantità, sicuramente, ma la qualità non è da meno. Se fino a poco tempo fa
eravamo davvero poche, ora siamo aumentate. Ma quella frase non voleva
assolutamente essere polemica».
Il grande pubblico si è accorto di te nel momento in cui, con Stefania
Sorrenti, avete formato le “gemelle del gol”: considerando il dilagare di
intervistatrici in coppia (che, come dici, vi ha portato a prendere la decisione
di separarvi), pensi che siete state buone maestre?
«Direi proprio di sì. Marcati stretti, la trasmissione che abbiamo
condotto insieme, era davvero tutta farina del nostro sacco. Ricordo che, quando
facevamo le prime interviste con due “gelati”, ci guardavano in maniera storta,
era davvero una cosa impensabile vedere due persone che intervistavano
contemporaneamente fino a quel momento. Questo allora, e guarda adesso… Ci hanno
copiato tutti! È anche per questo motivo che io e Stefania ci siamo, per così
dire, “separate consensualmente”: il fatto che ci abbiano copiate dappertutto ci
ha fatto perdere quell’originalità di cui andavamo fiere».
Da laureata in psicologia con una tesi sul calcio, quale credi possa essere
la cura per i tanti mali che affliggono lo sport più amato dagli italiani?
(Ride, ndr) «Bella domanda davvero, è difficile rispondere. Io credo che
prima di tutto occorre credere che lo sport sia tale, e non qualcosa da
mercificare, come è accaduto negli ultimi anni; riscoprire quegli aspetti sani e
genuini che la disciplina sportiva sa trasmettere, senza trascendere nella
violenza e negli altri fatti negativi che abbiamo vissuto negli ultimi anni. E’
una cosa che nei giovani devono riuscire a trasmettere anzitutto le famiglie».
Quali sono, tra i personaggi che hai intervistato, quelli che più ti sono
rimasti impressi?
«Anzitutto Luisa Ancelotti, moglie dell’allenatore del Milan, un vero vulcano!
Si è sempre occupata del suo sport, il tennis, e non si è mai adagiata sui
successi del marito, persona tranquilla contrariamente a lei… Rimasi colpita
dalla sua passione per gli elicotteri, di cui è pilota, e per il fatto che in
casa decide sempre tutto lei. Poi, beh, da quando lavoro a In famiglia ho
avuto la fortuna e il piacere di conoscere ragazzi che vivono il calcio in
maniera sana ed equilibrata, senza grilli per la testa, contrariamente allo
stereotipo, che talvolta i media tendono ad ingigantire, di calciatori
protagonisti in discoteca o nelle cronache rosa, come Stendardo della Lazio».
A Quelli che il calcio, tu e Stefania eravate le opinioniste “zittite”
da Giusti - Biscardi, che non vi faceva mai parlare nella sua parodia de Il
processo: nella realtà ti è mai capitato?
«Per mia fortuna quasi sempre nei programmi a cui ho partecipato ho avuto i miei
spazi ben definiti in cui potevo esprimermi tranquillamente. Gli uomini con cui
ho lavorato non mi hanno mai, fortunatamente, “zittita”, come faceva, sia pure
scherzosamente, Giusti. Viceversa, c’è stata una donna con cui ho lavorato in
passato, non faccio il nome, con cui mi sono trovata veramente male da quel
punto di vista, ma è acqua passata. Adesso per fortuna lavoro accanto ad una
ragazza d’oro come Adriana Volpe».
Tra il serio e il faceto: il programma che vorrebbe condurre Roberta Ferrari.
«Sogno un programma come Uno mattina, una trasmissione di servizio che
tratti argomenti utili e variegati per la gente, malgrado ti comporti delle
levatacce al mattino… Chissà che non mi capiti prima o poi!».
Da ormai un anno hai creato il
tuo filo diretto con il
forum di Telegiornaliste: che idea ti sei fatta della nostra
iniziativa?
«Mi piace molto, è stata davvero una bella trovata, anzitutto per questa
possibilità di interagire con il pubblico che ti segue, e poi per avere modo di
essere continuamente aggiornati su quello che fanno i tuoi colleghi. Insomma,
complimenti davvero a Rocco e a tutti voi!».