Telegiornaliste
anno III N. 37 (115) del 15 ottobre 2007
Paola Ferrari: largo alle donne nello sport
di Giuseppe Bosso
Nata a Milano nel 1960 e giornalista professionista dal 1992,
Paola Ferrari
inizia a lavorare in Rai nel 1988, con servizi per la Domenica sportiva.
E' stata la prima ed unica donna conduttrice del programma, con Giorgio Tosatti
come opinionista, dal 1996 al 1999. Dalla stagione 2003 - 2004, è la prima donna
a condurre la storica trasmissione Novantesimo Minuto. Paola è madre di
due bambine, Alessandra e Virginia.
Paola, come ti senti ad essere additata come modello da tante ragazze che
sognano di diventare giornaliste sportive?
«Modello? Non esageriamo! Diventare giornalista era il mio sogno fin da bambina,
non avevo dubbi su cosa avrei voluto fare nella vita. Con la passione e
l’impegno credo si possano ottenere sempre grandi risultati. La cosa che mi
soddisfa è l’aver ottenuto soprattutto il consenso del pubblico femminile, come
riscontro dai messaggi che ricevo dalle telespettatrici. Tra donne c’è sempre
molta competizione, non è facile piacere anche a loro».
Hai partecipato a Ballando con le stelle...
«E' stata una parentesi per me. Ma l’ho vissuta con simpatia e con piacere, e
ricordo l’interesse e la curiosità che suscitò la prima edizione di questo
fortunato programma, che del resto presenta molte affinità con la disciplina
sportiva. Fu una bella esperienza che mi ha lasciato bei ricordi e anche belle
amicizie: Frizzi, Francesco Salvi, Milly Carlucci».
Come ti trovi a convivere con il direttore di Raisport De Luca?
«Beh, non è facile, certo, dividere gli spazi in due, soprattutto in una
trasmissione in diretta come la nostra; ma a parte questo non mi crea problemi».
Capello è la grande novità per Raisport: ma non è che sta studiando la
nazionale per poi subentrare a Donadoni?
«Dovresti chiederlo a lui! Scherzi a parte, non credo che Fabio abbia accettato
la proposta di Raisport tanto per perdere tempo. È una persona seria che crede
nelle cose che fa e ci mette sempre impegno e passione. Del resto, non è una
novità per lui: prima di diventare il grande allenatore che conosciamo, aveva
avuto un’esperienza come commentatore sportivo a Mediaset. Devo dire che mi ha
sorpreso per la sua enorme disponibilità, maggiore di quanto mi aspettassi.
Anche il pubblico l’ha apprezzato molto. È davvero piacevole lavorare con lui».
Cosa possono dare opinionisti come l'ex tecnico del Real alle trasmissioni
sportive?
«Moltissimo. La loro esperienza diretta è un utile supporto anche per noi
giornalisti».
Vietare le trasferte a rischio alle tifoserie è la soluzione del problema
violenza?
«Non ho la bacchetta magica: non saprei quale possa essere la soluzione per un
problema comunque grave, e gli episodi che hanno riguardato i derby di Genova e
Torino sono stati davvero amareggianti per chi ama questo sport. Io credo che in
ogni caso non si debba mai abbassare la guardia, a cominciare anche dai piccoli
episodi di violenza spicciola che non vanno sottovalutati. È inconcepibile che
le società possano venire ricattate da questi gruppi violenti che non hanno
nulla a che vedere con il calcio».
Sei stata la prima donna a condurre Novantesimo minuto: ti è
dispiaciuto vederlo sparire?
«Certo, ma non tanto per il fatto che lo conducessi io, quanto proprio per
quello che rappresentava per gli italiani. Da sempre era un appuntamento della
domenica da non perdere, il momento in cui vedere i gol delle partite appena
giocate. Quella dei diritti televisivi sul campionato è certamente una questione
da rivedere, non solo per quanto riguarda la serie A, ma anche per la B».
Hai mai avuto problemi con i conduttori uomini con cui hai lavorato?
«Eccome! Purtroppo vedo che questo è un ambiente ancora molto misogino, in cui
le donne devono combattere per avere i loro spazi e non essere relegate in ruoli
di secondo piano o, peggio, di mera immagine. Cerco sempre di essere vicina alle
colleghe con cui lavoro proprio per questo».