Telegiornaliste
anno IV N. 15 (140) del 21 aprile 2008
Anna Di Chiara: amo il contatto con il pubblico
di Giuseppe Bosso
Anna Di Chiara è giornalista
professionista dal 2007. Laureanda in lettere moderne, ha lavorato in quasi
tutte le principali emittenti campane. Attualmente conduce a Teleluna la
trasmissione politica Agorà e il programma sportivo domenicale 90°
Febbre azzurra. Vanta anche esperienze come attrice per soap, lungometraggi
e spot pubblicitari.
Ti senti più modella o giornalista?
«Assolutamente giornalista. Più che modella sono stata testimonial, ma è una
parentesi che ho vissuto in passato e che comunque mi ha fatto capire che quel
mondo non mi appartiene. Io mi sento così, amo il contatto con il pubblico ed è
quello che mi può dare questo lavoro».
Hai avuto esperienze in quasi tutte le principali emittenti campane. A quale
sei legata maggiormente?
«Canale 8 mi ha dato la possibilità di iniziare e provo un profondo affetto per
quell’emittente che mi ha fatto conoscere una persona straordinaria come
Serena Albano. Credo che pochi sappiano
insegnarti il mestiere come fa lei, così come
Cristiana Barone dalla quale ho appreso
come deve porsi un giornalista rispetto ai personaggi delle istituzioni. Anche
Canale 21 mi ha dato molto, soprattutto perché mi ha permesso di occuparmi di
sport, settore che amo moltissimo».
Che idea ti sei fatta della libertà di informazione in Campania?
«Mi ritengo fortunata perché non ho mai avvertito o subito particolari vincoli.
Certo, in alcuni ambiti gli editori possono importi una certa linea, ma con me
non è una cosa molto facile. Ancora adesso, per esempio quando vado al Consiglio
Regionale, vedo alcuni storcere il naso perché sanno con chi hanno a che fare.
Penso dia un’idea di che tipo di giornalista sono».
Viviamo un periodo di profonda crisi della politica soprattutto dal punto di
vista del rapporto cittadino-istituzioni: il mondo dell’informazione potrebbe
svolgere un ruolo da "paciere"?
«Certo, può e deve fare sicuramente di più, proprio a fronte di questo senso di
sfiducia che la gente avverte a livello nazionale e locale. Ma è sbagliato
vedere tutto nero, non ci sono solo aspetti negativi e le istituzioni penso
faranno di più, soprattutto per i giovani».
Nei rappresentanti politici che intervisti per il programma Agorà,
intravedi questa volontà di cambiamento?
«Sì, e vedo che ci sono anche dei politici che vorrebbero essere più vicini alla
gente, soprattutto a quelle forze giovani che saranno il nostro domani. Ma non
mancano, ahimè, i "baroni" che sono proprio come descrive Grillo…».
Mara Carfagna si è proposta come candidata del centrodestra in
contrapposizione a Bassolino: qualcuno ha sorriso, considerando i suoi trascorsi
da valletta. Ma al di là del caso specifico, avverti la mancanza di una figura
femminile di riferimento?
«Non conosco Mara Carfagna e non posso esprimermi in merito, ma in effetti le
donne in politica, nel nostro Paese, non hanno ancora spazi importanti, mentre
la Germania ha eletto la Merkel, la Francia ha proposto la Royal candidata e in
America la Clinton è in corsa per la Casa Bianca. Credo che questa carenza sia
dovuta a una certa diffidenza da parte del cittadino che ancora non riesce a
guardare con fiducia all’idea di una donna al potere. E' un problema che
riguarda anche altri settori come l’economia e, in parte, anche il mondo della
televisione».
Di fronte all’escalation di violenza continua e all’emergenza rifiuti, non
hai mai pensato di andare via da Napoli?
«Mai. Non possiamo abbandonare questa meravigliosa città, pur con tutti i suoi
problemi. Ciò che amo di più del lavoro di giornalista è proprio il contatto
diretto con il pubblico, la possibilità di ascoltare i problemi della gente e di
farmi portavoce di questo malessere».
Attualmente ti occupi di calcio nel programma 90° Febbre azzurra. De
Laurentiis può riportare in alto il Napoli?
«Sì. Già quello che ha fatto in tre anni - riportando la squadra dalla C alla A
- è straordinario. Era comprensibile che ci potessero essere delle difficoltà al
primo anno nella massima serie, ma io sono ottimista per il futuro e i tifosi
fanno bene a sognare la grande Europa della Champions. Penso che prima o poi
arriverà».
Non si può negare, però, che il Napoli calcio stia attraversando una stagione
non facile anche dal punto di vista extrasportivo tra giustizia sportiva
accanita e tifosi sempre nell’occhio del ciclone. Ma sono proprio così violenti
i tifosi azzurri?
«Assolutamente no. Gli episodi spiacevoli, certo, non sono mancati, ma non mi
pare che siano stati diversi da quelli che hanno vissuto altre città. Il tifoso
napoletano non rientra nel prototipo dell’ultrà violento. Concordo
sull’accanimento della giustizia sportiva, e mi pare che i risultati si siano
visti».
Da irpina avrai sicuramente visto con piacere la squadra di Avellino di
basket vincere la Coppa Italia. E' un segno che il mondo dello sport, pur tra
tanti mali e tanti problemi, riesce ancora a raccontare belle storie?
«Certo, ma lo sport è bello per questo, per le emozioni che ti può trasmettere.
A maggior ragione quando riguarda noi gente del Sud».
Cosa farai da grande?
«Spero di continuare a fare ancora questa professione. Già a 14 anni, ricordo,
mi chiedevano: "Cosa farai da grande?" e io rispondevo senza dubbio: "La
giornalista!". Se proprio posso esagerare (ride, ndr) mi piacerebbe
condurre Controcampo. Scherzi a parte, sarebbe bello vedere una donna al
timone di un programma sportivo così importante e di richiamo».
Inevitabile chiedertelo: quanto conta l’immagine nel lavoro di giornalismo?
«Sarei ipocrita a dire poco. L’estetica è fondamentale, a maggior ragione per
una donna. Ma se non è accompagnata da una professionalità di livello, la
bellezza è fine a se stessa. La gioventù prima o poi finisce e quello che farai
in seguito è frutto di quello che hai saputo costruire. Nelle tv locali e non
solo, ad esempio, tante belle ragazze hanno avuto il loro momento di gloria e
poi sono man mano sparite per lasciare il posto ad altre…».