Telegiornaliste
anno V N. 3 (174) del 26 gennaio 2009
Ilaria Cuzzolin: 7 Gold? Il
mio trampolino di lancio
di Giuseppe Bosso
Giornalista professionista,
Ilaria
Cuzzolin muove giovanissima i primi passi
nel mondo dell'informazione. Dal febbraio 2007
lavora a 7 Gold dove si occupa soprattutto di
calcio.
Dopo un avvio travolgente l'Inter sta
rallentando la marcia nelle ultime giornate e le
inseguitrici si avvicinano. Come ti sembra
questo campionato?
«L'Inter resta la squadra da battere. E'
sicuramente il club più forte di tutto il
campionato. Tuttavia le ultime giornate hanno
dimostrato che anche le cosiddette grandi hanno
i loro punti deboli. Mi auguro che si riproponga
una stagione incerta, avvincente e ricca di
emozioni come quella passata. Lo scorso anno fu
la Roma a stare alle costole dei nerazzurri,
quest’anno invece è la Juventus la concorrente
da battere e c’è da credere che darà del filo da
torcere alla capolista. Attenzione,
naturalmente, anche al Milan. Un plauso è
d’obbligo a squadre come Genoa e Napoli che,
nonostante le rose e le risorse economiche
decisamente più ridotte, stanno facendo un
grande campionato. La speranza è che riescano a
tenere duro fino alla fine perché se lo
meritano».
Cosa pensi dell'operazione-Beckham? Quanto era
necessario che il Milan acquistasse l'inglese
per farlo giocare solo due mesi?
«Considerato che si tratta di un prestito
gratuito per la società rossonera, credo ne sia
valsa la pena. Soprattutto alla luce degli
ultimi gravi infortuni che la rosa milanista ha
subito a centrocampo. Direi che Beckham, anche
se potrà giocare solo fino a marzo per poi
ritornare a Los Angeles, arriva nel momento
migliore. In ogni caso rappresenta un buon
investimento mediatico per il Milan, che potrà
trarre nuove risorse economiche da questo
giocatore che trasforma in oro tutto quello che
tocca».
Cosa significa per te lavorare a
7
Gold?
«E' una bella palestra in cui ho trovato un clima
molto familiare e soprattutto la possibilità di
poter apprendere tanto sotto ogni punto di
vista: dall'esterna al montaggio. In una grande
emittente nazionale - dove ognuno ha una sua
particolare specializzazione – avrei più
visibilità, ma sarei limitata per altri aspetti.
Spero che 7 Gold rappresenti un trampolino di
lancio come lo è stato per altri miei colleghi
che oggi sono in Rai. Qui, inoltre, ho imparato
a seguire lo sport, dopo che nei miei esordi
avevo curato tutt'altro genere di argomenti».
Possiamo dire che tu e
Giovanna
Martini rappresentate il lato soft di un
gruppo piuttosto turbolento, come dimostrano le
scaramucce Corno-Crudeli cui gli spettatori
assistono?
«Il nostro ruolo è ben diverso dal loro. Noi
siamo giornaliste nel senso stretto del termine
e cerchiamo di avere un atteggiamento sopra le
parti. Loro, invece, sono anche opinionisti e
personaggi chiave di Diretta Stadio:
Corno è l’uomo Inter, Crudeli l’uomo Milan. E
sostenere la loro squadra, a volte anche in
maniera concitata, fa parte del gioco. Comunque
la maggior pacatezza è una prerogativa
tipicamente femminile, no? Vero è che, nel
tentativo di essere più convincenti e credibili
– sbagliando! - alcune giornaliste sportive
assumono un atteggiamento aggressivo e maschile.
Forse perché il calcio è considerato un
argomento da uomini, ma io credo che ognuno
debba rimanere sempre se stesso, senza
snaturarsi. Anche di fronte la telecamera».
Apprezzato è lo stile dei tuoi servizi, come
non mancava di sottolineare ad esempio
Xavier
Jacobelli. Qual è il tuo modello di
riferimento?
«Nessuno. Mi sono ritrovata a seguire il calcio
per puro caso. E una volta che ho iniziato
questo percorso ho cercato di fare a modo mio,
senza ispirarmi a qualcuno in particolare.
Certo, seguo i colleghi e le colleghe delle
altre televisioni per cercare di migliorarmi
sempre più e trarre nuovi spunti».
Che idea ti sei fatta del nostro sito?
«Mi ha sorpreso all'inizio questa vostra
iniziativa, ma del resto chi lavora in
televisione deve necessariamente fare i conti
con questi aspetti. E' importante, comunque,
avere un confronto anche con il pubblico che ti
segue. Sono curiosa di sapere cosa pensa la
gente di me, così come sono curiose le mie
colleghe. Spero che l'attenzione dei vostri
lettori non sia legato però solo all'aspetto
fisico, ma che interessi soprattutto quello che
faccio».