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Intervista a Giulia Maria Mozzoni Crespi tutte le interviste
Telegiornaliste anno II N. 23 (55) del 12 giugno 2006

Più attenzione per l’ambiente di Antonella Lombardi

Difendere e tutelare il patrimonio artistico italiano dagli abusi edilizi, dall’oblio e dagli scempi di speculatori senza scrupoli.
Preservare la bellezza del paesaggio per trasmettere un patrimonio di conoscenza e valori alle generazioni future. Questa la missione del Fai, fondo per l’ambiente italiano; questo il senso dell’instancabile attività della sua presidentessa, Giulia Maria Mozzoni Crespi che, in questa intervista gentilmente concessa a Telegiornaliste, racconta come si è arrivati a trasformare in Eden il giardino dimenticato della Kolymbetra ad Agrigento, della lettera aperta a Silvio Berlusconi sulle pagine del Corriere della Sera, delle raccomandazioni che farebbe al nuovo governo. E altro ancora.

Quando e come nasce il suo interesse per l’ambiente e la sua attività nel Fai?
«Il mio interesse per l’ambiente nasce dal 1965, quando lavoravo in Italia nostra. Il mio interesse per il Fai è nato perché ho conosciuto il Fai inglese che è il National Trust. In Italia nostra mi occupavo di attività nelle scuole e tra queste attività c’era, molto in evidenza, tutto il problema ambientale».

Lei è alla guida del Fai da tanti anni.
«Dalla sua fondazione, nel 1974».

Quali “conquiste” ricorda in particolare?
«Ricordo per esempio quando ci è arrivata la prima grande donazione dai principi Doria, che è il paese di San Fruttuoso, situato nel parco di Portofino in Liguria con le tombe Doria, la basilica del Duecento, l’antica torre Doria e tutto il comprensorio che ci è stato donato dalla principessa Orietta Doria negli anni Ottanta. Fu il primo grande lancio nel Fai».

E’ stato difficile, soprattutto nei primi anni di vita del Fai, sensibilizzare la gente comune e le istituzioni sul concetto di tutela ambientale?
«E’ stato difficile allora, ma è difficile anche ora, perché gli italiani non realizzano l’importanza sociale, storica e anche, direi, umana che hanno il paesaggio, l’arte e la bellezza, sia per l’anima sia per il corpo».

Alla conferenza stampa di presentazione della giornata di primavera lei ha avuto uno scambio di opinioni con lo scrittore Baricco sul significato della tutela del paesaggio e sulla memoria dei luoghi da preservare. Qual è il suo pensiero in proposito e quale il contributo del Fai?
«Noi riceviamo in donazione, in comodato, e talvolta, raramente, acquistiamo anche dalle Regioni, come tutela, dei beni di natura o di arte. Li restauriamo e li apriamo al pubblico; il che mi sembra che sia un fatto molto importante per il tempo libero, per incentivare il turismo in Italia e oltretutto per far capire alla gente il valore delle loro radici e l’importanza dell’Italia nel mondo».

Anche quest’anno il successo della giornata di primavera del Fai ha superato a pieni voti le vostre previsioni. C’è un luogo strappato al declino o al degrado ambientale a cui lei è particolarmente legata?
«Il giardino della Kolymbetra di Agrigento: era un ammasso di rovi e spine sotto le rovine di Agrigento, dove confluivano anche maleodoranti fognature. Il Fai lo ha avuto in comodato dalla Regione Sicilia. Abbiamo ripulito tutto, incanalato le fogne e abbiamo ristrutturato gli antichi ipogei che erano delle canalizzazioni dell’acqua nel tufo della montagna dove è costruita Agrigento; questi ipogei, costruiti nel 300 a.C. dal tiranno di Agrigento, essendo stati svuotati sono ritornati ad avere l’acqua che ora confluisce nella valle della Kolymbetra e irriga i nostri orti, i nostri limoni, i nostri aranci, in questo giardino che è diventato bello come un Eden».

Lei ha scritto un editoriale, in un numero del giornale del Fai, sul decreto per la nuova normativa ambientale che Ciampi ha poi rispedito alle Camere…
«Ho scritto anche una lettera aperta a Berlusconi sul Corriere della Sera. Mi rispose il ministro Matteoli, tra l’altro insultandomi, dicendo delle cose non corrette, profondamente villane, da causa. Comunque, spero vivamente che il nuovo governo elimini questa normativa, perché sarebbe un fatto assolutamente distruttivo per il nostro ambiente. Non soltanto dal punto di vista estetico, ma anche per la salute, perché non c’è più un vincolo per le discariche, dove si può buttare di tutto,
dai reperti radioattivi ai rifiuti ospedalieri… e questi possono anche contaminare la falda acquifera.
Inoltre non c’è più l’analisi di impatto ambientale, per cui si può costruire ovunque… e altri fatti drammatici del genere».

Quali raccomandazioni farebbe al nuovo governo per incentivare la tutela dell’ambiente e il turismo in Italia, spesso sottovalutato?
«Prima di tutto chiederei al ministro dell’Ambiente di cambiare questa pessima normativa. In secondo luogo chiederei al ministro dei Beni Culturali, Rutelli, di prestare particolare attenzione alle Sovrintendenze, perché esse sono i veri guardiani del nostro territorio. In più chiederei al ministro Rutelli, che è anche ministro del Turismo, di dare una mano affinché venga fatto e concepito un turismo ecocompatibile, che non privilegi solo le grandi città d’arte ma anche i piccoli centri, i tratti di natura straordinari, attraverso dei circuiti, dei piccoli musei o con la creazione di piccoli alberghi, non alberghi immensi; e, soprattutto, che questi nuovi circuiti possano essere conosciuti dagli stranieri, da quelli che fanno i giri a cavallo, in motocicletta, o in mountain bike».

 

Alcuni dei beni tutelati dal Fai e aperti al pubblico durante l'ultima giornata di Primavera
cliccare sulle foto per ingrandirle
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