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Intervista a Daniela Comirato tutte le interviste
Daniela ComiratoTelegiornaliste anno II N. 37 (69) del 16 ottobre 2006

Intervista a Daniela Comirato di Giuseppe Bosso

Questa settimana abbiamo incontrato Daniela Comirato, conduttrice del tg di La7, ammirata e seguita con passione da molti utenti del nostro forum.

Daniela, sei un volto storico del tg di La7, una realtà consolidata nel panorama nazionale dell'informazione televisiva. Ci sono aspetti del tuo stile che cerchi di differenziare rispetto agli altri tg, e in cosa il tg La7 è diverso dagli altri?
«Il nostro tg si distingue perché è libero; facciamo il nostro lavoro di informazione senza alcuna pressione; la nostra redazione è cresciuta insieme, e siamo abbastanza snelli e rapidi, facendo un lavoro senza pesantezze».

Sono molte, e apprezzate, le tgiste della sua emittente. Tra di voi che tipo di rapporto si è instaurato?
«Assolutamente di amicizia e collaborazione. Come ti dicevo, siamo quasi tutti cresciuti insieme negli anni, creando tra di noi un bel clima che ci avvantaggia».

Che ricordo hai della tua esperienza in Iraq da inviata nei giorni della guerra?
«Molto forte. Sono stata assieme ai militari italiani partiti nel giugno 2003 per Nassiriya. Ricordo l’estrema povertà di quei luoghi e la disperazione di un popolo che accolse gli italiani con entusiasmo, come portatori di speranza nella desolazione».

Quali requisiti deve avere un giornalista per affrontare queste esperienze nelle zone a rischio?
«Nessuna dote in particolare, secondo me. Il giornalista deve essere come tale sempre e comunque. Ho purtroppo un grande difetto, sono molto emotiva e per questo mi lascio facilmente coinvolgere; del resto, davanti ad un bimbo irakeno che muore in ospedale è difficile rimanere impassibili. Ma il coinvolgimento deve esserci solo fino ad un certo punto; poi, ovviamente, è importante non avere paura, o meglio averne nella giusta dose per affrontare consapevolmente queste esperienze. Comunque posso dire che per quanto mi riguarda rifarei sempre questo tipo di esperienze».

Rula Jebreal, altro nome importante di La7, sta affiancando Michele Santoro nel suo nuovo programma. Pensi sia un fatto di prestigio per la vostra redazione?
«Rula è una collaboratrice della nostra emittente; e comunque io credo che ognuno debba costruirsi da sé il suo prestigio e la sua credibilità con il pubblico, ed è quello che stiamo cercando di fare giorno dopo giorno».

Cosa significa, secondo te, essere donna e giornalista oggi?
«Non vedo molte differenze con altri lavori; è comunque un bel lavoro, che amo fare malgrado sia comunque faticoso e ti porti a sacrificare gli affetti e la vita privata. Per il resto non riscontro molte differenze tra uomini e donne, tra i miei colleghi».

So che ti colleghi spesso alla discussione dedicata a te nel nostro forum: cosa ti piace leggere tra i commenti dei tuoi ammiratori e cosa, invece, ti infastidisce?
«In genere mi fa piacere sentir dire che la gente apprezza la mia professionalità; un'email che mi ha fatto molto piacere diceva che io riesco a trasmettere umanità, che mi considerano una persona vera, che può anche sbagliare o far papere (ride, ndr), ma soprattutto riesce a trasmettere sensazioni a chi la segue».

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