Telegiornaliste
anno IV N. 29 (154) del 28 luglio 2008
Barbara Carere, giornalismo in rosa
di Giuseppe Bosso
Alla napoletana Barbara Carere,
giornalista pubblicista dal 2002, è stato attribuito un nuovo modo di fare
giornalismo, quello rosa diverso dal gossip, intervistando moglie e calciatori
del nostro campionato. Così è riuscita ad evidenziare aspetti e segreti che
appassionano i suoi lettori di
Tuttomercatoweb
per il quale è impegnata con una rubrica L’altra metà di.... Ma le
risorse di questa vulcanica biondina non finiscono qui. Ogni giorni, infatti,
sulle frequenze di
Radio Marte
è impegnata dalle 12.30 alle 14 per la trasmissione Marte Sport Live.
Come mai tutto questo interesse per le compagne dei calciatori?
«È iniziato per gioco qualche anno fa, quando il
Napoli era in serie C:
conoscevo alcune mogli dei calciatori del Napoli come quella di Calaiò e Mora e
mi capitò di intervistarle. La rubrica arrivò anche in tv, con Telecapri oltre
che in radio sulle frequenze di Radio Marte Stereo. Con gli anni,
l’interesse è cresciuto sempre di più e questo mio modo di fare giornalismo è
stato copiato in Campania e non solo. Mi capita infatti di leggere interviste su
giornali o in tv, e con le mie amiche, mogli dei calciatori del Napoli, ce la
ridiamo perché sappiamo di essere state le pioniere di un nuovo modo di fare tv
che con il gossip non ha nulla a che fare».
In che senso?
«Il gossip verte sui pettegolezzi della vita privata di un calciatore, toccando
punti che magari non amano far emergere: se un calciatore frequenta una ragazza,
saranno pure fatti suoi. Il mio giornalismo rosa, invece, descrive aspetti
quotidiani di vita condivisa che ne evidenzia i lati positivi e mai quelli
negativi. Poco tempo fa, proprio la mia cara amica Federica Calaiò è stata
vittima di un articolo a cura di qualche giornalaia - un modo per definire chi
non è una brava giornalista, ndr - e chiese il mo aiuto. Facemmo così
subito una smentita a Radio Marte. Questo è ciò che mi gratifica di più del mio
lavoro: il rapporto di stima e di fiducia che si crea con alcune mogli».
Come mai il pubblico ha tanto interesse per le dolci metà degli idoli del
pallone?
«Devo dire che c’è molto più interesse per le cosiddette “ragazze normali” di
quanto ce ne sia delle varie veline, vallette e simili. Io credo che al pubblico
interessi anche conoscere quegli aspetti della vita privata dei loro campioni
che non sono sempre al centro delle cronache di gossip. Sono quasi sempre
ragazze che conducono una vita normale, studiano o lavorano, ma non per questo
non piacciono, anzi. Devo però dire che questa tendenza del nostro tempo, in cui
i calciatori rappresentano il sogno per le ragazzine come in passato era
accaduto per i cantanti o gli attori, ha tolto un po’ all’aspetto sportivo la
sua importanza».
Si dice che Zaccardo, difensore del Palermo, voglia andare via perché il club
rosanero abbia acquistato Bovo, sposato con la sua ex fidanzata. Credi davvero
che una compagna possa condizionare a tal punto le scelte di un calciatore?
«In parte è vero: una compagna può influire nelle scelte professionali di un
calciatore, e lo dico anche da diretta interessata poiché mio marito Giuseppe è
il portiere della Cavese. Ma ovviamente questa incidenza è maggiore se la coppia
è sposata e ci sono dei figli di mezzo. E' importante anche tenere conto di
questo aspetto».
L’intervista
a cui sei più legata e la persona che più ti ha colpito?
«Non vorrei offendere nessuno facendo nomi in particolare, ma posso dire che
sicuramente ho avuto piacere di intervistare persone con cui è nata una cara
amicizia. A cominciare da Federica Calaiò, che già conoscevo in quanto sono
amica della sorella Flaminia. E' nato comunque un bel rapporto con tutte, dalla
moglie di Di Natale alle compagne di Bucchi, Criscito, Rullo, Viviano, Esposito
e Paolo Cannavaro. La cosa più bella? Inizialmente la mia idea di intervistare
le fidanzate dei calciatori aveva suscitato ironia e perplessità, e invece col
tempo mi hanno copiata un po’ dappertutto! Oggi le mie amiche sono solite
consultarsi con me prima di concedere un’intervista, si fidano e sanno che posso
dire loro se vale la pena o meno di accettare. E ovviamente io cerco di evitare
che si trovino coinvolte in gossip negativi, cosa che io non ho mai fatto e mai
farò».
Gioie e dolori di una speaker partenopea?
«Le gioie sono tante, a cominciare dall’affetto del pubblico che ti segue. Io,
comunque, ho fatto anche televisione e scritto per la stampa che per me è il
massimo del giornalismo. Non mancano però anche i dolori, a cominciare dal fatto
che essere donna ti richiede di faticare il triplo per affermarti in un mondo
ancora prevalentemente maschilista come questo».
Cosa consiglieresti a chi volesse tentare la strada della radio?
«Di essere predisposto a una vita di lavoro e sacrifici a tutto tondo, di essere
disposto anche a sacrificare talvolta la vita privata e gli affetti. Per quanto
mi riguarda, mi ritengo fortunata: a Radio Marte Stereo ho trovato un ambiente
sereno con tanti colleghi che mi sono sempre stati vicini e sono diventati
grandi amici. Napoli è una città che ti può offrire tanto e, se hai talento e
impegno, puoi raggiungere grandi obiettivi. E' questa la sfida che hanno da
sempre affrontato Massimo D’Alessandro, Peppe Varriale, Dario Sarnataro,
Gianluca Gifuni e Salvatore Calise con cui curo il Premio Malafemmena,
dedicato a tutti coloro che si sono contraddistinti in questa stagione. Radio
Marte è la radio ufficiale in tutte le edizioni e per questo ringrazio con
affetto l'editore Paolo Serretiello».
Cosa sogni per il futuro?
«Il lavoro va bene così, spero di continuare solo a svolgerlo con
professionalità. La radio resta sempre il mio primo grande amore. Spero
soprattutto che mio marito (Giuseppe della Corte, ndr) possa soddisfare
tutte le sue ambizioni calcistiche e avere ovviamente dei figli sani con l’aiuto
del Signore. La preghiera è sempre stata la mia arma e la mia forza».