Telegiornaliste anno II N. 2 (34) del 16 gennaio
2006
Caregnato, dalle
passerelle alle conduzioni di Filippo Bisleri
Nel giorno del suo 31° compleanno, reduce da una trasferta di lavoro a Parigi,
Patrizia Caregnato («Che bello – ci dice – io intervistata da voi proprio
oggi che tutti, per il mio compleanno, mi stanno facendo sentire una regina») ha
accettato di raccontarsi a Telegiornaliste.
Patrizia, o Patty, come ti chiamano in redazione, è vero che sei giornalista
un po' per caso?
«Certo che voi giornalisti (sorridendo, n.d.r.) sapete sempre tutto eh?
In effetti è così, io pensavo di lavorare in tv, ma mai avrei pensato di farlo
come giornalista. Mi sarei accontentata di lavorare nella produzione e, visto
che studiavo scenografia, pensavo che il mondo della tv che tanto mi affascinava
mi avrebbe vista al lavoro come scenografa. Poi Marco Di Gregorio mi ha notata e
mi ha presa a lavorare come giornalista a SeiMilano, tv privata con molto lavoro
a contatto con la gente per strada, e lì ho fatto il praticantato per diventare
professionista».
Sempre e solo tv nella tua vita professionale.
«La tv ce l’ho nel sangue, l’ho sempre desiderata fortemente, anche perché le
sole immagini della tv sono in grado di per sé di trasmettere messaggi ed
emozioni».
Gioco della torre: conduzione o servizi in esterna?
«Non farmi scegliere ti prego».
Visto che è il tuo compleanno va bene, ma dicci cosa preferisci.
«La conduzione di un tg e il servizio in esterna sono cose decisamente diverse
tra loro. La mezz’ora di conduzione in video è la parte più tranquilla del
nostro lavoro che è una vita estremamente stimolante».
Chi è il personaggio che ti ha colpito di più?
«Qui rispondo giusto e sicura: Vasco Rossi. E non tanto per il Vasco star
della musica, quanto per l’uomo, che nell’intervista ha rivelato difetti, paure
e imbarazzi dimostrando la sua grandezza».
A chi ritieni di dovere di più professionalmente?
«Ritengo di dovere tanto a tutti i direttori con cui ho lavorato e che hanno
colto in me diverse caratteristiche. Mario Giordano, per citare il mio
attuale direttore, ha creduto in me più di quanto ci credessi io stessa. E poi
resto affezionata al compianto Daniele Vimercati che era un grande
professionista e un grande uomo».
Oltre al tg lavori per Lucignolo: quali le differenze?
«Lucignolo è una realtà diversa perché è un programma di approfondimento:
richiede notizie da approfondire e ti consente, stando più tempo in uno stesso
luogo, di conoscere meglio la realtà. Di Lucignolo
trovo straordinario il montaggio. Pensa che Studio Aperto è l’unico tg in
Italia montato direttamente in digitale, così che la troupe è formata dal
giornalista e dal cameraman, e il giornalista monta sul suo pc il servizio che
va in onda, dando sfogo alla sua creatività. Ecco, con Lucignolo la
possibilità di dimostrare la creatività è ancora maggiore».
Ritieni sia conciliabile la vita di moglie e mamma con quella della
telegiornalista?
«Al momento non sono ancora né moglie né mamma, ma solo in attesa che chi mi sta
a fianco mi chieda di sposarlo (sorride, n.d.r.), ma credo che i ruoli
siano conciliabili con enormi sacrifici e soprattutto con l’aiuto di altre
persone (nonne e tate). Dico questo perché i tempi del tg non sono conciliabili
con quelli di un bambino: il telegiornale è fatto di eventi straordinari, non
programmabili, di notizie che ti piombano tra capo e collo mentre magari stai
salutando i colleghi per uscire dalla redazione e la vita familiare non può
essere programmata sulle esigenze del tuo tg. E già io sono fortunata che non
vivo i pericoli delle guerre, penso spesso a come reagiscono le mie colleghe
inviate in Iraq in questi mesi».
È nota la tua passione per gli animali…
«Accidenti (ridendo, n.d.r.), ma mi conosci proprio bene… Abbiamo
lavorato in passato insieme?».
No, io non ho mai fatto tv, per il momento…
«Comunque sì, sono un’animalista convinta e in casa ho quattro gatti (solo uno
preso al gattile) e un cane di grossa taglia, trovato per strada quando ero in
Sicilia per Lucignolo con le "Veline". Ho finito il servizio, mi sono
girata e l’ho visto lì impaurito… Non ci ho pensato due minuti, me lo sono
portato via prenotando l'aereo per me e per lui. Il problema nasce se consideri
che io sono allergica al pelo degli animali. Ma voglio troppo bene a queste
creature e, per amore loro, preferisco curarmi, in attesa di trovare loro
padroni che li amino quanto li amo io… Tu dici che non ricevo la proposta di
matrimonio perché ho una casa così affollata di animali?».
Beh Patty, non saprei… ma potrebbe essere…
«Vorrà dire che verificherò con l’interessato».