Telegiornaliste
anno III N. 42 (120) del 19 novembre 2007
Fabio Canino, su Sky il segreto del successo
di Valeria Scotti
Travolgente, ironico e sempre sorridente. Sono in
molti a ricordare
Fabio Canino nelle vesti di inviato delle
Iene, ma soprattutto come il
conduttore del fortunato Cronache Marziane. Eppure, dopo anni di
fedeltà dimostrata alla giovane Italia 1 e una parentesi poco fortunata in Rai
con il flop di Votantonio, Canino ha scelto di iniziare una seconda vita
artistica su Sky.
Il suo attuale programma, Celebrity - The
talent show, in onda dal martedì al giovedì in seconda serata, è un
viaggio alla scoperta del successo. Più di cento gli sfidanti tra danza, canto
lirico, circo e magia in questo grande laboratorio televisivo.
Come nasce Celebrity?
«Non avevo mai condotto un talent show. Mi ha
convinto il direttore di rete spiegandomi che potevamo farlo a modo mio ovvero
dando spazio a tutti. Perché in televisione può andarci davvero chiunque.
Preferisco non conoscere i candidati prima del programma, ma vederli
direttamente in puntata con la giuria e con l’ospite celebrity
per avere l’effetto sorpresa.
All’inizio immaginavo un livello piuttosto basso
di bravura. Invece abbiamo scoperto che c’è tanta gente che ha del talento, ma
non ha la possibilità di dimostrarlo solo perché non è ventenne, bello e con gli
occhi azzurri».
Perché tanta sete di notorietà in giro?
«Perché la nostra società fa credere che chi va
in televisione è migliore di chi non ci va. Spesso non si pensa al fatto che per
arrivare a fare qualcosa in tv occorre avere un eventuale talento e le carte in
regola, cosa che pochi hanno in questo momento»
In queste settimane sei uno dei giurati di
Ballando con le stelle. Cosa spinge un
personaggio dello spettacolo a misurarsi in situazioni particolari e in
discipline che non appartengono alla sua professione?
«Spesso è dovuto alla voglia di mettersi alla
prova, di voler giocare. Ballando con le stelle è un contesto elegante e
di classe rispetto ad altri reality dove si può essere soggetti a figuracce. Poi
c’è anche chi va lì perché ha da pagare un mutuo. Ma è comunque un programma che
dà la possibilità di mostrare forse l'aspetto più simpatico e meno serioso della
propria personalità».
C’è
differenza nel modo di lavorare nella tv satellitare rispetto alle grandi reti?
«Sul satellite sei più libero di fare e di dire
quello che vuoi. Il pubblico che sceglie questo tipo di rete è perché ha voglia
di vedere un prodotto diverso. E poi non c’è lo stress continuo della gara di
ascolti. Hai infatti la possibilità di sperimentare e di correggere degli
aspetti in corso d’opera. Un’opportunità che non c’è nella tv generalista».
Sei anche una delle voci più seguite alla
radio. Attualmente lavori su Radio Montecarlo. Tra le tue tante attività dove ti
senti a più agio?
«Certamente in radio, al 100 per cento. Lì non
occorrono abiti o trucchi particolari. E la gente ti ascolta senza farsi
distrarre dall’immagine. Alla radio c’è solo la tua voce e quello che dici, nel
bene e nel male».
Prima di arrivare al grande pubblico della tv,
hai studiato recitazione e sei stato un autore e attore teatrale. Qual è stato
il tuo primo "quarto d’ora di celebrità", secondo l'accezione di Andy Warhol?
«Ancora non è arrivato (ride, ndr). Ho
avuto 3 minuti e mezzo di celebrità con
Cronache Marziane che mi ha fatto conoscere
al pubblico più grande ma il quarto d’ora di notorietà devo ancora viverlo».
Uno sguardo al passato. C’è un personaggio, un
programma che hai amato?
«Mi è sempre piaciuto Corrado e il suo modo di
fare televisione in maniera ironica ma elegante. E poi tutti i grandi spettacoli
del sabato sera.
Milleluci, ad esempio, è nel mio cuore».