Telegiornaliste N. 28 del 21
novembre 2005
Elisa Calcamuggi, dalle piste alla redazione
di Filippo Bisleri
Un’altra brava telegiornalista di casa Sky e un’altra tgista, come
Alessia Tarquinio, che
arriva da un passato sportivo.
Stiamo parlando di Elisa
Calcamuggi, giornalista professionista, brillante stella
nascente della redazione sportiva Sky.
Elisa, come hai scelto di fare la giornalista?
«È capitato per caso... o meglio: sono un'ex atleta. Facevo gare di
sci a livello internazionale, poi per un problema al cuore ho dovuto
smettere. Sono diventata maestra di sci e allenatrice federale, ho
allenato 5 anni mentre studiavo lingue in Cattolica a Milano. Finita
l'università mi è arrivata la proposta di un giornalista di lavorare
ad un programma di sci che andava in onda su Odeon, White and
green
(sci e golf) e così ho iniziato… Era il 2000».
Sognavi già la tv o pensavi a radio e carta stampata?
«Nessuno dei tre! Ora però che lavoro in tv credo che lavorare con le
immagini sia la cosa più bella. Anche scrivere comunque non è male!»
Sei una giornalista sportiva. Cosa pensi del luogo comune che vuole
i giornalisti sportivi meno preparati dei loro colleghi?
«Credo che sicuramente sia più divertente seguire lo sport rispetto a
temi di attualità che riguardano la politica o l'economia, ma la
serietà, l'aggiornamento continuo, la ricerca dell'informazione,
eccetera, credo proprio che siano uguali».
Sei un'esperta di discipline invernali. Sogni una bella vetrina
professionale alle Olimpiadi 2006 di Torino?
«Diciamo che è il sogno nel cassetto e con Sky diventerà realtà.
Incredibile. Ma vero».
Nella tua carriera hai incontrato diversi personaggi. Chi ti ha
colpito di più?
«Cito Carlo Valeriani, direttore sportivo dal 1970 di
Grottazzolina, una squadra che lo scorso anno era in A2 di volley.
Una persona meravigliosa che ha dato la sua vita ai ragazzi della
pallavolo. Non voleva essere intervistato, mai nessuno era riuscito
a fargli raccontare al microfono le sue passioni, cosa sono la
squadra e i ragazzi per lui...ma con me lo ha fatto!».
E quale il servizio che ricordi con maggiore gioia?
«Beh, certamente l'intervista con Stefano Baldini dopo la
vittoria alle Olimpiadi di Atene. Purtroppo – aggiunge con rammarico
- non ero là, il “dio di Maratona” l'ho intervistato quando è
tornato».
Hai un modello di telegiornalista?
«Ho un collega che stimo molto, mentre il o la giornalista ideale è,
per me, un mix di tante buone qualità».
Come giornalista qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Forse ho un sogno strano, e cioè poter poter parlare e raccontare le
storie di sport di cui pochi parlano, quelle storie difficili da
trovare, ma ricche di significato».
È possibile coniugare, per una donna, il lavoro di giornalista e
quello degli affetti e della famiglia?
«Se devo dirla così a caldo direi di no. O meglio, è un gran
pasticcio! Per ora sono giovane e non ho ancora una famiglia, ma
penso che un domani bisognerà fare delle scelte difficili. Magari
rinunciare anche a qualcosa a cui tieni molto: se decidi di
diventare mamma il lavoro passa in secondo piano».