Telegiornaliste
anno III N. 9 (87) del 5 marzo 2007
Donatella Bianchi, la signora del mare
di Giuseppe Bosso
Questa settimana, Telegiornaliste incontra
Donatella Bianchi, conduttrice di Linea Blu, molto apprezzata dai
nostri lettori.
Da anni ormai il pubblico la riconosce come "la signora del mare" in tv; è
soddisfatta dei risultati ottenuti?
«Sì. Credo che negli ultimi anni abbiamo conosciuto una costante crescita.
Trasmissioni come la nostra sensibilizzano notevolmente il pubblico per
l’evidente interesse che l’argomento mare riscuote. Il mondo delle comunicazioni
è sensibile alla tematica e ciò facilita la divulgazione del nostro messaggio;
da sempre il mare è non solo una risorsa economica per il nostro Paese, ma
soprattutto il contatto con i nostri “vicini” del Mediterraneo; e ultimamente,
come il futuro dimostrerà, un’attrattiva che è testimoniata dalla crescente
urbanizzazione delle zone costiere».
Come si trova a dover gestire una trasmissione che va in onda solo nei mesi
estivi?
«Rispettiamo le scelte aziendali, ma al tempo stesso le subiamo. Dipendesse da
me e dai miei collaboratori staremmo sempre lì, tutte le settimane su Rai1; è
troppo facile parlare del mare nella stagione calda, mentre sarebbe importante
conoscerne anche quegli aspetti non legati al periodo di grossa affluenza
turistica».
Quali sono i posti che più l’hanno colpita e le situazioni più particolari in
cui si è trovata?
«Professionalmente sono interessata soprattutto alla scoperta del “Mare
nostrum”, cioè delle coste del Mediterraneo, crocevia di sviluppi per il futuro,
in particolare alla scoperta delle tradizioni di popoli non molto conosciuti,
come i maltesi e i tunisini, quelli che mi hanno colpita di più. Da un punto di
vista personale, invece, posti molto lontani, dove ancora non si è vista, almeno
in parte, la mano dell’uomo, ad esempio l’arcipelago della Galapagos,
l’arcipelago di Capo Verde, un posto che consiglio vivamente di visitare per
vivere un’esperienza fantastica».
Di recente è stata testimonial del “1530”, numero blu della Guardia Costiera:
ritiene importante trattare in maniera doverosa il tema della sicurezza nelle
acque?
«Sì, il tema necessita di una centralità che nel nostro programma trova
sicuramente meglio che altrove; credo che sia importante cominciare dalle
piccole cose, non necessariamente sotto forma di sanzioni da prevedere, ma
piuttosto come rischi da prevenire. Non dimenticherò mai una cosa che vidi in
Norvegia, dove alcuni bambini giocavano tranquillamente vicino alle banchine;
oppure, e soprattutto, l’imprudenza con cui vengono guidate le moto d’acqua».
Continuerà ad occuparsi di queste tematiche oppure abbraccerà altre strade
professionali?
«Bella domanda. Inizialmente, come saprà, mi occupavo di altri temi. Amo molto
viaggiare e non temo cambiamenti, ma Linea Blu è una missione che vivo
con piacere. Credo che bisogna essere se stessi per fare questo mestiere
comunicativo, che volevo fare da sempre nella consapevolezza che non ha nulla a
che vedere con lo spettacolo, in cui la mia figura viene messa in secondo piano
rispetto alle persone che incontro. Certo, magari, se avessi avuto un fisico
diverso, avrei potuto fare la top model (scoppia a ridere, ndr)».
Se i suoi figli (la prima nata dal matrimonio con Osvaldo Bevilacqua),
volessero seguire le sue orme, li incoraggerebbe o magari cercherebbe di
scoraggiarli?
«No, se riscontrassi in loro la stessa determinazione e lo stesso entusiasmo che
avevo a dodici anni, quando iniziai a sognare di fare la giornalista. Sarei
felicissima, in quel caso, ma al tempo stesso cercherei anche di metterli in
guardia dagli svantaggi e dai rischi che comporta un mestiere comunque
privilegiato e affascinante come questo».