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Intervista a Sara Benci tutte le interviste
Sara BenciTelegiornaliste anno III N. 12 (90) del 26 marzo 2007

Sara Benci, una toscana a Sky di Giuseppe Bosso

Sara Benci è nata ad Arezzo. Giornalista professionista dal luglio 2005, dopo gli esordi in una emittente locale della Toscana, ha partecipato a uno stage presso il canale satellitare Disney Channel, approdando poi a Telepiù, poco prima della fusione con Stream. Ha collaborato con Telenova ed è entrata quindi nella redazione di Sky, occupandosi principalmente di calcio. Conduce al sabato su Sky Sport 2 la trasmissione Sabato Italiano con Andrea Zorzi e Dino Meneghin e, alla domenica, Minuti di recupero, approfondimenti dedicati alle altre discipline sportive.

Sara, cosa ti ha spinto verso il giornalismo?
«Ho cominciato davvero per caso. Lo so, quando si dice così può essere inteso come “spinte esterne”, ma è stato veramente per caso. Il mio sogno da bambina era fare la scrittrice, cosa che mi è sempre piaciuta, mentre il giornalismo lo vedevo più come una cosa fatta “su commissione”. Iniziai, mentre studiavo all’università a Siena, a fare la valletta in un programma sul calcio, per poi diventare giornalista sempre per la stessa emittente privata, e così mi sono avvicinata a questo sport. Intanto mandavo il curriculum a destra e manca, finché non fui contattata da Disney Channel per uno stage a Milano, dove mi "piombai", perché nella mia città non vedevo grandi sbocchi. Successivamente ho lavorato anche a Telenova e ho fatto uno stage, molto lungo, anche a Telepiù finché, nel momento della fusione tra quest’ultima e Stream fui contattata per entrare nella redazione sportiva. Ed eccomi qua».

C’è stato, o c’è, un giornalista a cui ti sei ispirata?
«Ammiro molto Lilli Gruber, anche perché, oltre che giornalista, è appunto scrittrice; ma in generale non ho un punto di riferimento particolare».

Ti occupi di sport, settore fino a poco tempo fa quasi off limits per le donne, che invece negli ultimi anni hanno conquistato molti spazi nelle varie testate e redazioni. Hai mai avvertito discriminazioni in questo senso?
«No, discriminazioni no, anzi vedo che in molte cose sono tante le possibilità che abbiamo noi donne. Certo, in alcune mansioni è opportuno mantenere questa distinzione di ruoli; pensa ad esempio alle telecronache delle partite, dove occorre una certa impostazione e una certa conoscenza di basi diverse. Per altre cose, invece, come la conduzione, è ovvio, le possibilità devono essere le stesse».

Ha fatto molto discutere l’intervista per così dire “unilaterale” di Luciano Moggi a Quelli che il calcio. Credi che il contraddittorio sia sempre necessario, in casi come Calciopoli?
«Certamente, a maggior ragione in questa vicenda. Ma lì è stato davvero uno spazio eccessivamente regalato a Moggi, che ha il diritto di dire la sua, ma non in quelle condizioni, senza nessuno che potesse incalzarlo anche con domande magari un po’ pesanti. Il problema è che la Ventura è più intrattenitrice che giornalista vera e propria; per questo, quindi, è stata una situazione mal gestita».

Sei molto apprezzata dagli utenti del nostro forum. Ti mette in imbarazzo leggere qualche commento un po’ sopra le righe?
(Ride, ndr) «Sì, e non solo sul forum di Telegiornaliste. Ricevo spesso anche email con apprezzamenti un po’ strani, ma su questo, da buona toscana, so prenderla con una risata, non essendo per niente maliziosa. L’importante è che si rimanga nei limiti del buon gusto».

Quanto conta per te l’immagine?
«Inutile negarlo, in tv conta molto, ma non è assolutamente fondamentale se riesci a dimostrarti brava e preparata. Non mi ritengo certo una top model (ride, ndr), anche se non so se avrei avuto le stesse possibilità se fossi stata bruttina… Nella carta stampata, invece, è diverso».

Quali sono le tue aspirazioni future?
«Sono molto combattuta: vorrei continuare questo bellissimo mestiere, ma sono anche una che si annoia, ogni tanto mi piace fare cose diverse. Mi piacerebbe aprire un agriturismo nella mia Toscana, ma abbinandolo al mio mestiere».

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