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Telegiornaliste anno VIII N. 41 (343) del 10 dicembre 2012
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TGISTE Bruna
Varriale: che bello raccontare la gente
di Giuseppe Bosso
Questa settimana intervistiamo Bruna
Varriale, volto di
TgCom24, il canale all news del gruppo Mediaset.
Sei andata a intervistare i familiari e la fidanzata del povero Pasquale
Romano, il ragazzo brutalmente assassinato per sbaglio in una sparatoria di
camorra: cosa hai provato?
«Non è stato facile, ma sentivo il bisogno che qualcuno raccontasse la storia di
Pasquale senza cadere nei soliti luoghi comuni. Purtroppo appena si è saputo che
abitava a Scampia in tanti, troppi, hanno dato per scontato che fosse un ragazzo
invischiato con la malavita. Non è affatto vero, e penso che chi abbia visto le
mie interviste a queste persone, gente davvero semplice che non ha niente a che
fare con la camorra, lo abbia capito».
Sei stata anche in Calabria in occasione del terremoto, che fortunatamente
non ha avuto le stesse, tragiche, conseguenze di quelli di L’Aquila e
dell’Emilia Romagna. Come hai vissuto questo momento?
«Con partecipazione. Dire ‘terremoto’ per me significa riaffiorare i ricordi
alla mia infanzia; avevo solo tre anni quando, nel 1980, la Campania fu colpita
da quel tragico sisma che ricordiamo; ma ricordo benissimo, per quanto possa
apparire strano, quei momenti, con mia madre che mi stava dando da mangiare e
improvvisamente dovemmo scappare di casa. Posso capire bene chi vive queste
esperienze, e con loro cerco sempre di pormi con la massima solidarietà e la
massima attenzione. A maggior ragione quando questi eventi colpiscono territori
di cui, altrimenti, non si parlerebbe mai».
Il bello e il brutto della tua vita da inviata.
«Sarà forse banale dirlo ma non ci trovo niente di male e di negativo nel mio
lavoro. Conosco ogni giorno gente e storie nuove che racconto con entusiasmo.
Anzi, però, a dire il vero un lato negativo c’è: non poter rientrare la sera a
casa e vedere i miei bambini addormentarsi. È l’unico cruccio che ho».
I tg Mediaset e in particolare Studio Aperto, per il quale hai
lavorato a lungo, sono spesso accusati di incentrare la loro attenzione su
cronaca nera e gossip: cosa ne pensi?
«La cronaca è la vita della gente, raccontarla è la nostra professione. Sorrido
a queste critiche, che evidentemente provengono da chi si aspetta un tg
improntato solo ed esclusivamente al solito ‘pastone’ politico. Quanto al gossip
non nascondo che è un argomento che non adoro e non seguo; ma un tg a un certo
punto può anche concedersi, in chiusura, una parentesi leggera e in questo
Studio Aperto è un riuscito mix tra riflessione e leggerezza. Siamo ormai
anestetizzati a un’informazione che non si sofferma sui particolari, e con ciò
si è creato un vero e proprio default del sistema».
L’esperienza più gratificante e quella che vorresti dimenticare?
«Tutte le storie che ho raccontato mi hanno dato soddisfazione, ma se proprio
devo sceglierne una sicuramente dico visitare la Fiat di Pomigliano e i suoi
operai, che alla cassa integrazione hanno preferito insistere in un lavoro
usurante con la massima dignità. Per contro non vorrei più parlare di Scampia e
dei quartieri a rischio di Napoli nel modo che tutti, purtroppo, tendono ad
amplificare».
Molta polemica ha suscitano il servizio del Tgr piemontese in occasione di
Juventus-Napoli con l’inviato - da poco licenziato dalla Rai - che non si è
espresso in termini lusinghieri nei confronti dei tuoi concittadini: come hai
reagito tu?
«Con un sorriso. È stata la conferma che gli stupidi possono esserci anche tra i
giornalisti, se usano questi termini. Avrei potuto magari indignarmi, ma io
credo che sia questo il modo migliore per scardinare questa immagine amplificata
della mia terra».
Come convive la Bruna mamma con la Bruna giornalista?
«È il mio dilemma. Tante corse, salti mortali; come ti ho detto prima mi crea
non poca malinconia il perdermi tanti momenti della vita dei miei due figli, ma
per una donna – e spero che i miei figli crescendo lo capiscano – è importante
affermarsi anche nella professione, fare qualcosa di costruttivo svolgendolo al
meglio».
Un giornalista degno di questo nome, si dice, deve ‘consumare le scarpe’: nei
giovani avverti la voglia di assimilare questo concetto?
«Nelle redazioni regionali di Mediaset non abbiamo stagisti, per cui non posso
darti una risposta per esperienza diretta; in generale però sì, devo dire che
avverto poca voglia di stare sul campo; la notizia, è bene capirlo, va ricercata
sul campo e, soprattutto, verificata prima di essere raccontata. Ma per questo
ci vorrebbero buoni maestri, e al momento non è che ce ne siano tanti…».
Guardando dietro c’è qualche ‘no’ che non ripeteresti?
«Il mio direttore Mario Giordano mi ha sempre
permesso di fare quello che ritenessi opportuno. E anche quando non ho accettato
qualcosa ho trovato in lui massima comprensione. In passato, quando ho lavorato
a Class CNBC, per un
periodo ho vissuto a Milano, ma quando mi si è presentata l’opportunità di
tornare a casa, di raccontare la mia terra, un vero privilegio, non ci ho
pensato su due volte e ho accettato; sarei potuta restare lì, con inevitabili
opportunità ulteriori che a Napoli non avrei avuto, ma di questo non mi sono mai
pentita».
Hai mai subito condizionamenti?
«È una cosa che ci tengo a precisare; contrariamente a quanto si pensa, a
Mediaset c’è moltissima libertà di espressione, e l’ho potuto riscontrare anni
fa quando, occupandomi di un’inchiesta di sprechi che riguardava la giunta
regionale di centrodestra, temevo di incontrare ostacoli nel parlarne e invece
ho trovato persone che anzi mi hanno spronato a insistere sulla notizia».
Il tuo desiderio per il 2013?
«Come giornalista spero di poter continuare a seguire questo percorso; per il
resto mi auguro di poter stare sempre accanto ai miei cari, a mio marito, ai
miei due bambini, ai miei genitori». |
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NONSOLOMODA Tempo
di regali in... tempo
di Michela Tortolano
Il Natale è vicino ma ancora c’è qualche giorno
per organizzare al meglio le scelte e le spese.
Anche se, come ogni anno, non mancherà la corsa
dell’ultimo minuto per acquistare i doni da
mettere sotto l’albero.
Le vie principali si adornano di decorazioni e
lucine ed i centri commerciali si preparano con
vetrine accattivanti e a tema. Ma il web
raccoglie sempre più successo e con
maggiore frequenza viene preferito al classico
negozio “reale”. Le ultime stime infatti
registrano un aumento del 20% per il ricorso al
settore e-commerce.
Sarà perché le vetrine on line offrono confronti
immediati sul risparmio, idee regalo
bizzarre ed originali, soluzioni ad hoc
per consigliare gli indecisi che orientano per
fascia d’età, sesso, categoria, budget e
destinatario del regalo, fatto sta che
l’acquisto con un clic è quello più
preferito.
Lo shopping di dicembre fa sbizzarrire le
menti più fantasiose; ad esempio per chi ambisce
all’acquisto di una perla vera ma non può
permettersela c’è sempre la soluzione fai da
te ed economica: il kit completo per
coltivarsela in casa!
Ma cosa maggiormente interessa regalare e
ricevere agli italiani?
I prodotti high-tech, sempre al passo con
l’ultima moda, sono i più ambiti dai piccoli,
dai grandi e anche dai meno tecnologici. Gli
oggettini più agognati sono tablet, cellulari,
fotocamere e pc.
Anche il ritocchino estetico, i gioielli,
l’abbigliamento griffato ed accessori fashion
appena lanciati rappresentano un consumo
stabile, certamente per chi la crisi la sente
solo dai canali informativi.
Il risparmio e l’idea originale si trovano
comunque con un po’ d’ingegno; le facili
decorazioni da realizzare nella propria cucina,
per esempio con la pasta di sale, possono sempre
ben sostituire i soliti regali indesiderati.
E attenzione, perché proprio di questi ultimi
fanno parte pantofole, cravatte, tazze e
completini intimi in pizzo.
Il pensierino volge l’attenzione anche
alla solidarietà, per i meno fortunati: è
possibile donare vitamine, ecografie e vaccini.
Le idee sostenibili propongono vari
“pacchetti” a diverse cifre, veramente
accessibili alla maggioranza. Con un contributo
di dieci euro Foreste in piedi propone la
salvaguardia per cinque anni di cinquanta metri
quadri di foresta, con tanto di
certificato personalizzato. Anche La forza
dell’Emilia permette di partecipare al
sostegno delle aziende danneggiate dal recente
terremoto con cesti composti da
prodotti biologici selezionati, tutti
provenienti dai territori colpiti dal sisma.
Forse in tempi di crisi è più facile o almeno
doveroso rinunciare. Quello di cui c’è più
bisogno, in fondo, è stare un po’ a casa, in
famiglia, con i propri cari ed intorno alla
tavola ben apparecchiata per l’occasione,
giacché nel quotidiano risulta così difficile
sedersi e stare un po’ insieme. |
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TUTTO TV Ada
De Rosa: simpatia made in sud
di Giuseppe Bosso
Su Raidue è una delle irriverenti protagoniste
di Made in sud - nuovo programma della
seconda serata condotto da Gigi e Ross con
Fatima Trotta – dove, con le amiche Floriana De
Martino, Luisa Esposito e Mariangela Vessicchio,
interpreta le simpatiche Sex and Sud; a
teatro è reduce dal successo di Faccio
progetti per il passato, con Gino Rivieccio
– di cui abbiamo parlato qualche settimana fa
nell’intervista con un’altra protagonista,
Nancy Squitieri – e prossimamente tornerà
anche con una sit com sull’emittente Canale 8;
questa settimana abbiamo il piacere di
intervistare Ada De Rosa.
Un bilancio dell’esperienza teatrale con
Rivieccio.
«Assolutamente positiva. È stato un onore per me
poter lavorare con un artista come Gino, che
umanamente e professionalmente mi ha dato
tantissimo; mi sono trovata in un ambiente
davvero familiare».
Come sei arrivata a Made in Sud?
«Il nostro produttore Nando Mormone della Tunnel
produzioni conosceva noi come attrici e ha
creduto in noi; negli ultimi anni abbiamo vinto
il Premio Troisi e abbiamo fatto tanti
spettacoli in tutta Italia».
La gavetta, fatta di serate, paga dunque?
«Ovviamente non possiamo dire di essere
arrivate; il passaggio in Rai è un nuovo punto
di partenza per noi come per i tanti nostri
colleghi, soprattutto del sud, che sono stati
scelti per il programma».
Come preparate i vostri sketch?
«Abbiamo collaudato il nostro repertorio al
laboratorio del
TAM; come potete vedere, ci ispiriamo
soprattutto alla quotidianità, alla vita di
tutti i giorni, dal rapporto di coppia a quello
con la famiglia. Siamo, come il nostro nome può
far capire, una parodia di Sex and the City,
che parla di femminilità vera, nella quale
ognuna può riconoscersi».
Ti ha offeso, da napoletana, il giornalista
della Rai di Torino con l’ormai celeberrimo
servizio prima di Juventus-Napoli?
«No; noi del sud dobbiamo cercare di evitare
competizioni accanite di questo tipo con il
nord; viviamo la vita con ironia, e se qualcuno
fa una battuta di cattivo gusto non diamogli
peso».
Dai progetti per il passato in teatro a quelli
futuri: cosa farai prossimamente?
«A fine novembre, su Canale 8, inizia una sit
com, ideata dalla vulcanica Maria Bolignano,
Corsie d'emergenza: oltre a noi ci saranno
attori come Nunzia Schiano, Gino Cogliandro,
Luisa Esposito... insomma, vedrete che ci sarà
tanto da ridere anche lì». |
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HOT GIRLS Ava
Gardner, diva senza tempo
di Giuseppe Bosso
Avrebbe compiuto 90 anni il 24 dicembre
di quest’anno, se la polmonite non l’avesse
stroncata all’inizio del 1990.
Ava Lavinia Gardner è stata
indiscutibilmente una delle icone della
storia del cinema, diva di grande bellezza
e di talento, protagonista fuori e dentro
il set con i suoi amori che, in un’epoca
lontana anni luce dai giorni nostri, facevano
sognare e appassionare.
Nata a Grabtown, cittadina del North Carolina
nel 1922, fin da ragazzina si appassionò alla
recitazione, ma i suoi primi ruoli non furono
particolarmente degni di nota; sposò
giovanissima Mickey Rooney, enfant prodige
delle pellicole stelle e strisce dal quale,
però, divorzierà dopo appena un anno; la svolta,
che la porterà gradualmente a diventare una
star, arriva nel 1946 quando, con Burt
Lancaster, è protagonista del noir I gangster;
alternerà film drammatici come La
contessa scalza - considerata la sua
migliore prova, in cui è contesa da due divi
come Rossano Brazzi e Humprey Bogart – al
sentimentale,tra i quali l’esotico Sangue
misto, girato in India, e Mogambo,
senza disdegnare punte di western e
spionaggio, da Cassandra Crossing a
Pandora.
Amori intensi e importanti nella sua
vita: sposa Frank Sinatra, ma anche con
The Voice la magia finisce presto, e dopo
il divorzio inizia per lei un periodo di grande
depressione in cui l’attrice cade nell’alcolismo
e, durante una corrida in Spagna alla quale
assiste, riceve un calcio da un toro, che in
gran parte segnerà la fine della sua bellezza.
Tornò in Italia per girare La capannina
nel 1957 e a Cincecittà conobbe un giovanotto
che imperversava in quegli anni come comico di
grande successo, Walter Chiari, che la
conquistò con il suo humor tutto nostrano, per
la gioia dei paparazzi ancora non usciti
dagli anni della dolce vita.
Negli anni ’70, come molte altre dive belle e
sfortunate, vede progressivamente spegnersi i
riflettori sulla sua stella, venendo relegata
per lo più a ruoli da comprimaria in pellicole
non eccezionali come Il giardino della
felicità, prima co-produzione Usa-Urss,
nella quale interpreta il Piacere.
Nel decennio successivo praticamente sparisce
dalle scene, fino alla morte.
Una bellezza e un talento che l’Academy non
hanno mai voluto insignire dell’Oscar, ma
che nell’immaginario collettivo conservano
ancora un ricordo fulgente, come testimonia la
statua in bronzo a grandezza naturale che
la cittadina spagnola di Tossa de Mar, dove fu
girato per buona parte Pandora, le ha dedicato. |
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DONNE Adriana
Maggi: una ricercatrice per l’Europa
di Giulia Fiume
È intitolato Advanced Investigators Grant,
rappresenta uno dei più grandi
riconoscimenti attribuibili nel campo della
medicina e della ricerca
scientifica e, quest’anno, è stato vinto
dalla ricercatrice italiana Adriana Maggi.
Con un lavoro incentrato sull'importanza e
l’incidenza delle variazioni degli ormoni
estrogeni sulla salute della donna,
la ricercatrice del Dipartimento di Scienze
Farmacologiche e Biomolecolari
dell’Università Statale di Milano, si è
aggiudicata l’ingente somma di
1.445.381,00 euro che verrà impiegata
nel finanziamento delle ricerche del suo
team.
Da anni, ormai, la Prof. Maggi porta avanti
con costanza e impegno degli studi
finalizzati a comprendere in che modo gli
ormoni possano, effettivamente, avere un
controllo sulla regolazione del
metabolismo energetico della donna.
Indagare a fondo le funzioni di queste
molecole può aiutare ad analizzarne gli
effetti a lungo termine in processi del
tutto fisiologici come la menopausa e
l’invecchiamento. In questo modo, si
potrebbe arrivare a intervenire
farmacologicamente sui frequenti errori
metabolici ai quali vanno incontro tante
donne con l’avanzare dell’età.
La ricercatrice italiana e il suo gruppo
hanno già individuato il fegato come
fondamentale organo bersaglio degli
estrogeni, accanto alla ghiandola mammaria,
all’ovaio e all’utero. Questo, ed altri
importanti risultati in merito alla ricerca
condotta, hanno assicurato a questo progetto
numerosi altri finanziamenti da enti
pubblici e privati come l’Unione Europea,
il Ministero della Università e Ricerca
Italiano, l’Associazione Italiana per
la Ricerca sul Cancro e le Industrie
Farmaceutiche Internazionali.
Ogni anno vengono mosse parole critiche nei
confronti della ricerca italiana, si ignora
spesso quanta fatica, perseveranza
e dedizione occorrano per raggiungere
risultati apparentemente grandi, ma mai
sufficienti. Adriana Maggi è la prova della
validità e della serietà di chi ama il
proprio lavoro e lo dimostra portandolo
avanti giorno dopo giorno, con convinzione e
passione.
Ci auguriamo che questo premio possa
permettere tanti altri passi avanti per
Adriana e per tutta la ricerca italiana.
Coraggio! |
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