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Telegiornaliste anno VIII N. 36 (338) del 5 novembre 2012
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TGISTE Tgiste
style, lo stile in onda.
Mikaela Calcagno: outfit in autogol di Francesca Succi
In questo numero esaminiamo lo stile della telegiornalista
Mikaela Calcagno vincitrice delle ultime due edizioni del
Premio "La telegiornalista dell'anno".
La bella Mikaela, preparatissima in fatto di sport - e in particolare di calcio
- , vedremo che è meno preparata in fatto di stile. Peccato, perché siamo di
fronte ad una bella donna dal volto particolare. A titolo personale ciò che
apprezzo in lei è il taglio degli occhi all'ingiù. Veramente unico, ma non
basta.
Nella prima foto la vediamo con una t-shirt color tangerine tango (colore
principe dell'estate scorsa), mono-smanicata con ruches. Perfetta - forse - per
il tempo libero, ma un po' meno per la conduzione. Inoltre, sembra troppo
stretta e attillata.
Nella seconda foto la vediamo ripresa da dietro in un abito con bi-patchwork. La
linea sarà anche azzeccata, ma la fantasia non lo è per nulla. Se l'intento era
percorrere lo stile barocco, caratteristico dell'autunno/inverno 2012,
direi che è del tutto mal riuscito. Naturalmente, punti di vista.
Terza foto e terzo errore. Questa volta l'abito può andare bene, ma l'accessorio
- quell'accessorio - cosa c'entra con la conduzione di un programma televisivo
di natura sportiva?
Siamo di fronte ad un rosario con croce in bella vista. Il rosario lo lascerei
ai credenti per la litanie prima della messa; assolutamente bandito ad
una telegiornalista. Magari se fosse stato meno pronunciato, e più gioiello, si
sarebbe salvato, ma in quello stile proprio no.
Quarta foto: un top con peplo (quest'ultimo particolare sta andando molto
ed è un must di stagione) bianco candido. Forse troppo! Al punto da far sembrare
Mikaela ad un passo dalle nozze: sembra la parte superiore di un abito da sposa!
Che dire? Questi quattro outfit sono un autogol (discutibile) in conduzione, ma
una libertà di pensiero stilistico per il tempo libero.
Ho visto altri look della Calcagno decisamente migliori e sicuramente, da donna,
sa come valorizzarsi tra microtubini e scollature vertiginose di classe.
Voto: 4
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NONSOLOMODA Notizie
e Delizie.
Torta tenerina ferrarese con nocciole
di Francesca Succi
Parte così, un po' in sordina, questa
sottorubrica dedicata alla cucina e ai sapori di
tutto il mondo. Con estremo piacere battezzo
"Notizie e Delizie" con una ricetta di un
dolce tipico della città che mi ha cullato per
molto tempo. Sto parlando di Ferrara e della
goduriosa torta tenerina. Un dolce dalle
origini poco chiare, ma dal sapore deciso e
libidinoso.
In questa ricetta ve la proporrò in una versione
personalizzata, veloce e con l'aggiunta di
nocciole (meglio se bio!).
Quest'ultimo ingrediente è una velleità
culinaria che mi sono permessa per golosità!
Ingredienti:
- 100 g ca. di burro
- 300 g di cioccolato fondente
- 4 cucchiai di farina
- 1 bicchiere di latte
- 3 uova
- 5 cucchiai di zucchero
- 100 g di nocciole biologiche
Procedimento:
Prima di ogni cosa fate sciogliere il burro e la
tavoletta di cioccolato fondente in una ciotola
a bagnomaria. Per velocizzare l'operazione
spezzettate la stecca di fondente e ammorbidite
più che potete il burro con la forchetta.
Nel frattempo, in un altro recipiente, sbattete
le tre uova con la frusta elettrica.
L'operazione dovrà andare avanti finché il
composto non sarà bello spumoso. A questo punto
aggiungete lo zucchero e la farina. Per
amalgamare bene gli ultimi ingredienti al
composto, agite ancora con la frusta elettrica.
Quando il composto avrà raggiunto la punta
massima di spumosità, unitelo con il burro e il
cioccolato fondente che oramai si sarà sciolto a
bagnomaria.
Girate bene con un cucchiaio di legno finché il
tutto non avrà un aspetto omogeneo. Ora
arriva il mio tocco: una cascata di nocciole
biologiche intere. Mescolate per bene e
infornate in una tortiera bassa (oppure una
padella per pizza).
Prima d'infornare potete ricoprire la tortiera
con un velo di burro, oppure, con un foglio di
carta forno. Io preferisco quest'ultimo perché
di burro nella ricetta ce n'è in dosi
abbondanti.
Cuocete in forno a 180° per 10 - 12 minuti. Ogni
cinque minuti controllate l'andamento della
cottura testando la consistenza con uno
stecchino. La delizia è pronta! E alla
fine cospargete sulla torta zucchero a velo.
Piccola finezza personale "di Francesca":
vicino ad ogni fetta, prima di servire,
spruzzate un fiocco di panna o un
cuore di crema pasticcera. Ultimate
l'aspetto estetico prettamente autunnale con
semi di melagrana. |
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TUTTO TV Telegiubando:
la tv secondo Giubo.
Cielo, che Simo! di
Giuseppe Bosso
Certi amori non finiscono e poi ritornano,
cantava Antonello Venditti anni fa. E l’amore
che Simona Ventura ha per il calcio, si sa,
è di questo tipo.
Dopo aver lasciato un anno fa la conduzione di
Quelli che il calcio – rilevata a sua
volta da Fabio Fazio dieci anni prima – e la tv
generalista, "Supersimo" è traslocata armi e
bagagli su Sky, portando in dote X factor
e lasciando il contenitore calcistico nelle mani
di Victoria Cabello.
Ma il richiamo del pallone per la conduttrice
romagnola alla fine ha preso il sopravvento, e
rieccola al timone di Cielo, che gol! con
Alessandro Bonan.
Attenzione però: guai a chiamarlo clone di
Quelli che il calcio. Non mancano i
collegamenti con i campi, di solito affidati
alle dolci metà dei protagonisti del pallone – e
nella prima puntata si sono segnalate
soprattutto Michela Quattrociocche in Aquilani e
Silvia Hsieh in Diamanti – e momenti di
spettacolo extrasportivo, dall’intervista a
Flavio Briatore allo spazio spettacolo; ma la
'Simo' stavolta ha saputo condurre un vero
programma sportivo, affiancata da uno
staff di giornalisti specializzati, come
Bonan e Vera Spadini,
con ciò confermando la bontà della scelta di
approdare a una tv satellitare sempre più in
espansione.
E la Rai? Senza nulla togliere al brio di una ex
‘iena graffiante’ qual è la Cabello, ci pare
tuttavia che a distanza di anni il copione di
Quelli che il calcio inizi a cedere;
i ragazzacci del Trio Medusa e gli irriverenti
imitatori Pantani e Raffaele – bravi, ma i loro
predecessori Max Giusti e Lucia Ocone ci
sembravano molto più slanciati, senza insistere
eccessivamente sui soliti Conte e Belen di turno
– fanno quello che possono, ma rispetto alla
gestione-Ventura poco o niente è cambiato a
un anno e mezzo di distanza dal cambio di
guardia.
Tuttavia nell’applaudire il nuovo successo di
Simona, non possiamo fare a meno di provare
nostalgia per un calcio ormai lontano,
quello delle prime edizioni della trasmissione
lanciata nel 1993 da Fazio: ancora non
circolava la marea di denaro di oggi; i
nostri club primeggiavano nelle competizioni
europee senza il timore di ranking Uefa da
mantenere per conservare posti in Champions
League, allora Coppa dei Campioni riservata solo
alle squadre scudettate; gli scandali che
hanno infiammato le ultime estati non erano
ancora emersi e, soprattutto, gli stadi
erano quasi sempre pieni, in tutte le
categorie.
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HOT GIRLS Debora
Caprioglio, una sex symbol degli anni Novanta
di Fausto Piu
Misure perfette, un corpo celestiale
e forme da capogiro: in una parola
Debora Caprioglio.
Classe 1968, nata a Mestre, frazione di Venezia,
Debora si iscrive al liceo classico della sua
città, ma prende la maturità all’Augusto di
Roma, da privatista.
«Fin da piccola ho avuto sentore di un destino
diverso rispetto a quello dei miei compagni. Non
sono nata attrice, ma certamente ero consapevole
della mia diversità e desiderosa
di evadere dal mondo chiuso della provincia».
Abbandonata la sua città natale, comincia così
la carriera cinematografica a soli diciotto
anni, dopo essere stata notata da Klaus
Kinski, del quale diventa fidanzata
nel lontano 1987. È stato però Tinto Brass
a farla conoscere al grande pubblico, nel 1991,
scegliendola come protagonista del film
erotico Paprika. Debora
interpreta Mimma, giovane ragazza che
esercita la professione più antica del mondo;
inesperta, si dedica a fondo al suo nuovo lavoro
e le viene attribuito il nome di Paprika,
nickname già provocante. Dopo la fine
della storia d’amore con due uomini, Mimma si
sposa con un nobile che le lascia in eredità una
villa sul lago di Como, continuando a
divertirsi come ha sempre fatto.
Di questo film, a distanza di tempo, Debora
ricorda di averlo visto solo la sera prima e «se
lo rivedessi oggi, sarei un po' critica, non con
Brass, ma con me stessa!».
Dopo un altro film, il giallo/erotico Spiando
Marina, Debora abbandona le pellicole
bollenti per interpretare un ruolo
drammatico in Con gli occhi chiusi e,
successivamente, si dedica al teatro e alla
televisione, recitando in diverse serie
televisive, come Non lasciamoci più 2 e
Provaci ancora prof. Ha partecipato anche
alla Buona Domenica di Maurizio Costanzo,
a Mezzogiorno in famiglia e al reality
L’isola dei famosi, classificandosi al
secondo posto, segnale che molti italiani la
vorrebbero rivedere in televisione.
All'età di quarant'anni, più in forma che mai,
avvolta in un abito bianco che faceva risaltare
ancor di più la sua pelle ambrata, Debora
si è sposata a Roma con l’attore e regista
Angelo Maresca.
Apparendo sempre meno sul piccolo schermo, di
quel passato che l’ha quasi imprigionata in un
cliché dell’erotismo, dice di non
rinnegarlo perché «mi ha portato dove sono
adesso». Amante della pasta alla carbonara,
Debora riceve tantissime lettere,
fiori e richieste d’amore dai suoi
fan, ai quali è legatissima; come confidato in
una vecchia intervista, dà un’importanza
notevole al suo pubblico perché «vivo delle sue
conferme». |
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DONNE Arriva
il primo robot che si emoziona: è donna!
di Giulia Fiume
Si chiama Face, ed è il primo robot
con sembianze umanoidi in grado di
emozionarsi e assumere espressioni
diverse in base alle circostanze. Nato dopo
due anni di ricerche dalla collaborazione di
scienziati italiani ed americani, l’androide
è stato ufficialmente presentato a Genova il
3 novembre, in occasione del Festival
della Scienza.
Face ha le sembianze di una donna e
rappresenta una vera e propria novità in
campo scientifico. Grazie ad una serie di
microtelecamere situate a livello degli
occhi e a più microfoni localizzati
nelle orecchie, il robot è in grado di
percepire i suoni del suo interlocutore,
analizzandone al tempo stesso
gesti ed espressioni. Così facendo,
l’androide raccoglie tutte le informazioni
che gli sono necessarie per manifestare
uno stato d’animo adatto al momento.
Le emozioni che Face è in grado di
riprodurre sono molteplici, ma tutte
traggono origine da sei di base che sono
rispettivamente: paura, felicità,
tristezza, sorpresa, rabbia
e disgusto. Il tutto è reso possibile
da motori, posti al di sotto del volto della
donna robot, che si comportano in modo
analogo ai muscoli mimici dell’essere umano.
L’androide però, non è solo particolarmente
entusiasmante a vedersi, ma anche utile alla
ricerca medica e scientifica. La sua
comunicazione, basata esclusivamente
su sguardi ed espressioni, risulta
notevolmente semplificata e, per
questo, particolarmente adatta a
rappresentare un valido supporto
psicologico e pedagogico per soggetti
affetti da autismo. Chi presenta
questo disturbo, grazie all'aiuto di Face,
può infatti concentrarsi sulle espressioni
con semplicità, imparando a riprodurle in
modo veloce.
Che dire? L’umanoide dalle sembianze di
donna dai lunghi capelli neri si rivela una
scoperta senza precedenti, un traguardo
per gli scienziati e una speranza di
aiuto per bambini e adulti autistici. Se la
scienza e la robotica continueranno a
muoversi in questa direzione, siamo certi
del fatto che i risultati non tarderanno ad
arrivare e che gli obiettivi della ricerca
potranno, un giorno, essere raggiunti. |
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