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Telegiornaliste anno VIII N. 21 (323) del 28 maggio 2012
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TGISTE In
libreria con Barbara Carere:
L'altra metà di... il lato rosa del pallone
di Giuseppe Bosso
Incontriamo nuovamente Barbara Carere, reduce dalla sua
prima fatica letteraria, l'e-book
L’altra metà di… in cui la giornalista ha raccolto gran parte delle sue
interviste realizzate alle mogli dei calciatori di serie A e non solo.
Com’è nata questa idea?
«L’editore di
Tuttomercatoweb, Andrea Pasquinucci è rimasto favorevolmente colpito dal
successo della mia rubrica sul portale, che si intitola proprio come l’e-book
(50 mila contatti mensili) così abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea
fare una raccolta delle interviste come regalo a chi si fosse iscritto
gratuitamente alla newsletter di
TMW Magazine.
Anche le mogli dei calciatori hanno aderito con grande entusiasmo; con molte di
loro è nata una grande amicizia ed anche delle belle collaborazioni lavorative
come con Giordana Reda, moglie di Guarente, ora in forza al Siviglia, con la
quale ho realizzato un
sito in spagnolo; oppure con la moglie di Santana del Napoli, che ho
coinvolto nella conduzione di un programma radiofonico su Radio Crc».
Come hai scelto le intervistate?
«Come ti dicevo, sono anzitutto amiche, ma per ragioni di spazio non ho potuto
inserirle tutte; comunque è allo studio una seconda edizione, e alla lunga spero
di arrivare al terzo, il numero perfetto (ride, ndr)».
Cosa hai cercato di trasmettere con questo e-book?
«Caterina, futura moglie di Parolo, attaccante del Cesena, mi ha detto una cosa
molto bella, che è un po’ il motto del libro: non è dietro un grande uomo che
c’è sempre una grande donna, ma accanto; è proprio così. È facile pensare alla
compagna di un calciatore come una donna privilegiata, ma non sempre è così; per
loro ci sono anche tanti contro, il doversi adattare ad una nuova città spesso
senza l'aiuto dei familiari, curare i figli con un marito che non sempre è
presente. A maggior ragione quando non sono fuoriclasse come Messi e da questo
ne derivano tante agevolazioni. Ho cercato di raccontare il loro essere donne o
meglio super donne».
Pensi di intervistare anche la compagna del povero Morosini, che ha
acquistato, suo malgrado, molta notorietà dopo la tragedia?
«Conoscevo Piermario, lei non ho avuto ancora modo. Mi ha molto colpito questa
vicenda, non tanto per quello che aveva passato Mario ma per la sua grande forza
e fede per come ha superato le vicissitudini della vita e quando finalmente
aveva realizzato il suo sogno... una tristezza infinita, questa vicenda ci ha
ricordato l'importanza e il dono della vita che non va mai sprecata. In futuro
spero di sentire Anna, non per un’intervista, non mi va di essere fuori luogo ma
semplicemente perché vorrei complimentarmi per come ha saputo affrontare il
dolore con un silenzio dignitoso e senza voler apparire ad ogni costo. Che
grande dignità e rispetto».
Tra le ragazze che hai intervistato c’è anche la moglie di Masiello,
coinvolto nel calcio scommesse. Pensi di intervistarla nuovamente?
«Non amo fare queste tipo di interviste perché non mi va di mettere le mie
amiche in difficoltà. Anche lei mi ha favorevolmente colpito per come ha
affrontato la vicenda, schierandosi con il marito, non nel senso di condividere
quello che ha fatto, ma come moglie che, contrariamente ad altre, si è
dimostrata innamorata soprattutto nella cattiva sorte. Vedo che anche lei ha
scelto la strada del silenzio, ed è una cosa che ho apprezzato».
Il futuro della comunicazione è l’e-book?
«Si, ormai tutto si fa in rete, e ce ne stiamo accorgendo anche a Napoli, con la
chiusura di una storica libreria al Vomero come Guida».
Come giudichi la stagione del Napoli?
«La vittoria in Coppa Italia è stata una grande gioia per la città. Da
giornalista non la ritengo un’annata negativa, ma da tifosa credo che si sarebbe
potuto fare di più, soprattutto in Europa, dove malgrado l’entusiasmo che ha
accompagnato la fase a gironi, alla fine i limiti della squadra si sono
manifestati nella loro evidenza. Da anni i tifosi chiedono a De Laurentiis, che
pure ha fatto tantissimo riportando in alto la squadra dopo il fallimento,
acquisti competitivi, e forse sarebbe ora di iniziare a pensare in grande
davvero. Se la squadra dipende da Maggio e quando manca si vede, è un segno».
Scommesse, calciatori morti in campo, tifosi violenti: si può amare ancora il
calcio malgrado questo?
«Fa parte del gioco della vita che purtroppo va così ci sono cose negative, come
nei rapporti di coppia, ma chi ama è condizionato. Purtroppo è il mondo in sé
che è malato, poca fede, poco rispetto...».
Cosa vedi nel tuo domani?
«Di essere felice come lo sono ora, sono molto fortunata e ringrazio Dio per
quello che ho: l’amore incondizionato di mio marito Giuseppe, due genitori
fantastici, due meravigliosi nipoti una famiglia unita e un lavoro che mi
soddisfa. Quello che viene oltre è una cosa in più. E soprattutto la fede è il
dono che mi accompagna sempre, la mia più grande ricchezza».
Come intitoleresti un libro dedicato a te?
«L’amore e la fede la mia più grande rivincita».
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
«Oltre alla conduzione del programma Sorrisi & Palloni con Bruno Gaipa su
radio di cui ti parlavo, che va in onda su Radio CRC e in tv su Capri Event ogni
mercoledì, prossima l’ottava edizione del Premio Malafemmena al
ristorante D'Angelo al Vomero a cui tengo tantissimo». |
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CRONACA IN ROSA Questione
di olfatto: allo Smell Festival si festeggia uno dei cinque
sensi dall’inviata Francesca Succi
Bologna, 26 maggio 2012 – Virginia Woolf
scrisse che non esistono più di due parole e mezzo per
esprimere ciò che odoriamo. Di parole, però, allo
Smell
Festival (dal 22 al 27 maggio) – il festival
internazionale dell’olfatto - ne sono piovute a fiumi;
parole abbinate al senso più affascinante che tutti gli
esseri viventi possiedono! Quest'edizione è stata dedicata
all'alba dell'indomani, per una visione verso
il futuro e per donare tanta positività interiore.
Ho partecipato con molto interesse alla giornata di sabato
26 maggio e sono stata colpita da una moltitudine di
elementi affascinanti: lo scenario della location
scelta – il Museo Internazionale della Musica e Biblioteca
di Bologna –, gli eventi della giornata, gli
"attori" (tra padroni di casa e partecipanti) e
l’essenza di questo Festival che non è rappresentata
da nessun odore o profumo in particolare, ma dal bagaglio di
esperienze e conoscenze con cui si torna a casa arricchiti.
Tutto inizia con le Calligrafie Olfattive. Nessun
odore. Nessun profumo. Solo tanta immaginazione olfattiva
unita a una cascata di parole provenienti da brani letterari
internazionali e la guida – unita alla magistrale
interpretazione - di Paola Goretti (Storica del
costume, saggista e scrittrice). Un workshop incentrato
sull’odore immaginario e al binomio del giglio con Dolores
Prato; della lavanda con Katherine Mansfield, dei limoni con
Eugenio Montale, dell’oceano con Derek Walcott e dell’erba
con Natsume Soseki.
Nessuna essenza liberata nell'aria, ma in conclusione solo
l'estasi; come se i profumi fossero raggiungibili.
Percepibili. Tutti insieme! È proprio vero:
l’immaginazione fa sentire - al naso e all'orecchio - anche
ciò che non c’è (o non esiste).
E se parliamo d’immaginazione, non si può non nominare il
Decalogo di Educazione Olfattiva, workshop
d’approfondimento curato direttamente da
Francesca Faruolo, organizzatrice e direttrice
artistica dell’evento.
A questi dieci comandamenti dell’espressione olfattiva ci si
avvicina con la respirazione (le narici siano come due
ali: sperimentiate il loro possibile movimento. Inspirate e
espirate, entrate in relazione attiva con l’aria). Il
secondo passo coincide con i ricordi: annusare gli odori per
fissare un momento speciale. Per imparare a profumarlo. Si
passa poi alla confessione degli odori più strani che ci
attirano e alla codifica di una mappa olfattiva, associando
ogni odore a un luogo. Ogni profumo viene fatto combaciare a
una sensazione tattile, visiva, gustativa e uditiva, come ad
esempio quello della violetta con la camera della nonna e il
suo bucato fresco, adagiato con cura nel cassetto del comò.
Così, grazie a questi esperimenti, ci s'imbatte nel profumo
tutto naturale del calamo e del lentisco. E la
loro potenza aromatica!
Il viaggio nei profumi non finisce qui. Con Bernard
Bourgeois di
Osmothèque ci si fionda nei profumi più belli del
mondo. Una piccola premessa pronunciata dalle sue labbra:
ogni profumo è da considerarsi un'opera d'arte. E un buon
profumo possiede una serie di qualità essenziali che lo
ritengono tale, tra queste le radici artigianali, la
bellezza oltre il tempo, la grande singolarità, l'audacia,
la capacità di saper suscitare pensieri, la genuinità, la
sensualità, la ricchezza e la morbidezza.
Una carrellata di profumi, i più belli, selezionati
direttamente da monsieur Bourgeois. Un percorso tra le
creazioni olfattive che hanno aperto nuove strade nel mondo
della profumeria e che affascinano ogni essere vivente. Dal
primo in assoluto L'acqua della Regina d'Ungheria
risalente al 1370 fino a quelli più famosi come Chanel n.5,
Chanel n.19, Coco Mademoiselle, Cristalle, Anais Anais,
J'adore, Miss Dior, Shalimar e Opium; solo per citarne
alcuni.
E se prima d'ora non avevate dato così importanza agli odori
che dominano il mondo, pensate a ciò che Patrick Suskind
in uno dei suoi capolavori, Il Profumo, ha scritto:
"colui che domina gli odori, domina il cuore degli
uomini". |
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FORMAT Smonta
il televisore e accendi un’idea:
diciamo no alla tv spazzatura! di
Laura Palamara
La televisione: mezzo costruttivo e distruttivo?
Sicuramente negli ultimi anni se ne sta facendo
un uso sempre più assiduo, talvolta
spropositato.
Il mezzo comunicativo altro non è che un vero e
proprio oggetto culturale, forgiato dalla
società e nello stesso tempo, forgiante della
stessa. Ma qual è il vero legame che sussiste
tra mondo sociale e oggetto culturale?
Citando la teoria del riflesso potremmo mettere
l'accento sulle due diverse visioni che essa
prende in esame: la visione funzionalista e
Marxista in cui la televisione riflette il mondo
sociale, e quella invece Weberiana dove invece è
proprio il mondo sociale che si modifica a
immagine e somiglianza di ciò che i media ci
propinano.
Noi però, tutti insieme, possiamo essere
sicuramente più potenti di un freddo contenitore
mediale. Come fare? Basterà solo un pizzico di
buona volontà. Riunire in una piazza quante più
persone possibili, provenienti dalle più
disparate città ma accomunati dallo stesso senso
civico e dalla medesima volontà: scoraggiare il
potere televisivo, il dominio della scatola
(ormai divenuta più un foglio multimediale)
visiva e sonora.
È proprio su questo che fa leva l'evento
Smonta un televisore e accendi un'idea:
la manifestazione, ideata da Fiorella
Bonifacio, promuove una validissima campagna
contro la tv spazzatura, contro quella tv che
ogni giorno inonda le nostre frequenze e
costruisce il nostro sé individuale e
collettivo, modificando spesso pensieri e
distruggendo valori.
Omologazione e standardizzazione forzata?
Diciamo no, riacquistiamo invece il ruolo di
protagonista che dovremmo sempre avere,
soppiantato purtroppo in modo così prepotente
dalla televisione. La nostra fantasia e
curiosità valgono molto di più di tutti quei
reality o talk show, oramai divenuti teatro di
discussioni animate e assolutamente
diseducative, ma valgono molto di più
soprattutto di tutti coloro che stanno
uccidendoci il pensiero (Vecchioni docet),
che ci propongono dal canto loro una tv seria e
impegnata ma che in realtà mostrano solamente
delle verità occultate, private della vera
essenza della notizia, assolutamente in
contrasto con l'articolo 21 della nostra
costituzione, che vanta la dicitura di libera
manifestazione del pensiero, in qualsiasi forma
essa sia.
In pratica, in cosa consiste questa
manifestazione? Basterà portare un televisore,
smontarlo, nota bene, non distruggerlo, bensì
smontarlo, e ricavare dalle parti di esso e da
altro materiale che ciascun smontatore
porterà, nuovi oggetti, assolutamente liberi da
condizionamento alcuno.
E allora, cosa aspettiamo? Diventiamo
smontatori, il tutto è molto semplice, basterà
collegarsi a questo
link e compilare i campi richiesti.
La prima edizione della manifestazione si è
svolta a Firenze, il 28 maggio 2011 e ad essa,
hanno preso parte ben sedici smontatori. La
prossima tappa sarà Roma, cosa aspettiamo a
quintuplicare e oltre, quei sedici? |
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HOT GIRLS Una
malafemmena di successo
di Giuseppe Bosso
Dall'università (laurea in lingue orientali col
massimo dei voti) al web; in 10 anni ne diventa
una protagonista frizzante e dalle mille
sfaccettature. Incontriamo Daniela Farnese,
meglio nota come 'Dottoressa Dania', reginetta
del blog
Malafemmena e autrice del libro 101 modi per
far soffrire gli uomini.
Malafemmena per caso o per scelta?
«Sono napoletana. Malafemmena è un omaggio alla
mia città e alle donne che vogliono essere
libere. Come me».
Qual è l'identikit della malafemmena di oggi?
«La malafemmena oggi è quella che lavora,
nonostante la crisi, quella che seduce senza
farsi sfruttare, quella che si innamora, ma è in
grado di spezzare cuori, quella che non ha
bisogno di vendersi, perché ha talento».
101 modi per far soffrire gli uomini: c'era
proprio bisogno di un libro così?
«È un libro che ironizza sulle relazioni di
coppia e prende in giro, con leggerezza, sia
donne che uomini. Credo che ci sia sempre molto
bisogno della leggerezza».
Le scrivono di più gli uomini o le donne?
«Ricevo tantissime email, sia da uomini che da
donne. Diciamo che negli anni le donne sono
aumentate, soprattutto per la svolta romantica
che hanno avuto i miei scritti, soprattutto sul
blog».
E cosa le chiedono?
«Mi chiedono consigli, mi raccontano le loro
storie. Spesso, gli uomini mi invitano a
uscire».
Dal web alla tv: quale sarà il prossimo
passo?
«Credo che continuerò a scrivere. E,
soprattutto, non scenderò mai in politica».
Se dovesse avere una figlia cosa cercherebbe
di trasmetterle?
«Se avessi una figlia, vorrei trasmetterle il
mio forte desiderio di indipendenza e libertà. E
la passione per le cose belle». |
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DONNE Un
tricolore per Valentina Vezzali di
Sara Giuliani
"Il Presidente del Comitato Olimpico
Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci,
sentito il Segretario Generale del Coni,
Raffaele Pagnozzi, ha scelto Valentina
Vezzali quale portabandiera dell’Italia ai
prossimi Giochi Olimpici di Londra 2012".
Il comunicato stampa è breve e conciso, ma
non lascia dubbi: sarà lei ad aprire la
sfilata degli atleti italiani in divisa
firmata Giorgio Armani alle prossime
Olimpiadi. Una bella notizia per tutti i fan
dello sport italiano, che in più occasioni
hanno dimostrato l'apprezzamento nei
confronti della tre volte (consecutive)
campionessa olimpica, ma anche per
Valentina Vezzali stessa, che in data 23
maggio scrive sul suo
sito ufficiale: «L’onore che mi è stato
concesso di portare la Bandiera Italiana
alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi è
un riconoscimento immenso, spero che tutti
vogliano leggervi non solo un riconoscimento
alla mia carriera ma anche a quei valori che
mi appartengono e che ho sempre cercato di
trasmettere, come l’impegno quotidiano e la
lealtà».
Non si perde in giri di parole lei, è una
donna decisa, che si impegna profondamente
in quello che fa e che non si è mai montata
la testa nonostante tutte le sue vittorie;
forse è per questo che a qualcuno piace
ricordarla come "Vale, la mamma di Pietro",
come lei stessa dice in una nota pubblicità
di uno sponsor.
Pietro ha quasi 7 anni ed è frutto
del matrimonio della Vezzali con il
calciatore Domenico Giugliano, ma la sua
nascita nel 2005 non ha impedito alla
schermitrice di vincere a Lipsia, solo 4
mesi dopo, il suo quarto titolo mondiale
individuale (oggi è a quota sei).
Ora Valentina Vezzali è nota anche come "la
poliziotta con il fioretto", poiché fa
parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro
dal 1999, ma inizialmente era solo una
bambina di 6 anni con la voglia di provare
la scherma.
Si potrebbero elencare tutte le sue vittorie
a partire dal momento in cui ha impugnato
per la prima volta un fioretto, andando
oltre le 11 Coppe del Mondo vinte o i
14 titoli nazionali individuali, ma
per farlo servirebbe un libro, come la
biografia che lei stessa ha scritto con
Caterina Luchetti nel 2006 "A viso
scoperto" (Sperling & Kupfer).
L'ultima sua gara risale a pochi giorni fa,
con la partecipazione ai Campionati
italiani svoltisi a Bologna, ma le sfide
per lei non finiscono qui: il prossimo week
end gareggerà a San Pietroburgo nell'ultima
prova dei Campionati del mondo e a giugno la
vedremo impegnata negli Europei. E poi,
finalmente, Londra 2012.
Testimone ASIM dal 2010 e tanti impegni nel
suo futuro, tanta fatica, «ma farò la mia
parte sino in fondo» scrive, decisa e
determinata come sempre.
Valentina si dice orgogliosa di poter
sventolare il tricolore e da parte di
tutte le persone fiere di questo alfiere
azzurro, non resta che farle un grande
augurio per il futuro! |
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