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Telegiornaliste anno VIII N. 18 (320) del 7 maggio 2012
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TGISTE Stefania
Cavallaro: grinta e professionalità a Studio Aperto
di Fausto Piu
È tra le giornaliste più amate di Studio Aperto, telegiornale di Italia1.
Questa settimana Stefania Cavallaro
si racconta a Telegiornaliste.com ripercorrendo la sua carriera, svelandoci il
suo look a telecamere spente e respingendo al mittente le critiche che da anni
colpiscono la sua redazione.
Come è nata professionalmente Stefania Cavallaro?
«Stefania è nata a Telelombardia dove ha fatto la gavetta più utile che potesse
sperare di fare. A quei tempi si faceva davvero tutto: conducevo, giravo e
montavo servizi, dalle prime ore del mattino fino a mezzanotte. Sette giorni su
sette ovviamente».
Che ricordo hai della prima conduzione?
«Terrore direi! Il cuore che batteva a mille e la voce che non usciva. Poi ho
pensato che era quello per cui avevo faticato fino a quel momento e... ho
ripreso conoscenza!».
Come è organizzata la tua giornata tipo nelle settimane in cui conduci?
«In redazione alle 9, ma ho già letto a casa un paio di quotidiani; 9.30 trucco;
10 riunione... E via a scrivere 30 minuti di tg! E poi si prosegue con
l'edizione successiva, tra servizi e scaletta».
Studio Aperto, sebbene gli ascolti dimostrino il contrario, è spesso
bersaglio di critiche. Che cosa vorresti dire a chi accusa il tuo telegiornale
di dedicare troppo tempo al gossip?
«Io onestamente le critiche non le leggo da tempo, anzi. Ma è rimasto il marchio
del tg gossip. Sapete quanti servizi di spettacolo in media ci sono nel nostro
tg? Due. La media è di sedici pezzi».
Hai un profilo Facebook e uno Twitter, in cui interagisci con i fan e
commenti le notizie. Quanto sono importanti secondo te i social network per il
mondo dell'informazione?
«Fondamentali, perché capisci gli interessi delle persone, prendi contatti con
realtà che diversamente non riusciresti a raggiungere. E poi serve un po' a
sfatare il mito del personaggio tv che è intoccabile».
Voi giornaliste di Studio Aperto siete tra le più apprezzate per bellezza e
professionalità. Su Facebook avete un fan club mentre nel nostro forum sono
inserite quotidianamente le foto delle conduzioni. Che effetto vi fa ricevere
così tanti complimenti?
«Quali complimenti???».
Settimane fa la nostra esperta di moda ti ha dedicato
il numero del Tgiste
Style. Che ne pensi della recensione del tuo stile da parte della nostra
esperta?
«Ci ha azzeccato! Ma se mi vedi in giro quando non lavoro... Oddio, ti metti le
mani ai capelli! Jeans, scarpe da tennis e t-shirt. Quando ho tempo la mia
grande passione sono i tacchi alti e i trucchi...».
Che consiglio vorresti dare a tutti coloro che vogliono intraprendere la
carriera di giornalista professionista?
«Insistere, insistere, insistere. È il mestiere più bello del mondo, ma richiede
passione e tanta pazienza, perché trovare come è capitato a me, una redazione
dove crescere e imparare è davvero difficile. È un mestiere molto gettonato, le
domande di lavoro sono tante. Ma la tenacia aiuta. E poi l'importante è
cominciare. Anche dal più modesto dei giornali locali». |
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CRONACA IN ROSA Violenza
sulle donne: se non ora quando?
di Roberta Ricciardi
54 donne uccise dall’inizio del 2012 ad oggi. È questo il
dato allarmante che arriva dalle notizie di cronaca del
nostro Paese.
54 donne vittime della violenza del partner perché hanno
tentato di ribellarsi ai soprusi, ai tradimenti, ad una vita
che sentivano di non meritare - e che per questo motivo -
hanno pagato con il prezzo più caro (la vita) il loro
desiderio di normalità.
Solo a Gennaio, la relatrice delle Nazioni Unite in
visita in Italia, Rashida Manjoo, aveva parlato di un
problema di femmicidio nel nostro Paese: nel 2011 avevano
subito la stessa sorte 97 donne. Un primato che mostra un
grave problema culturale di fondo; dati inaccettabili per un
Paese occidentale.
In Italia tra la totalità delle violenze subite dalle donne,
il 70% ha natura domestica. L’ultima vittima in
ordine cronologico si chiama Vanessa, una ragazza
siciliana di soli 20 anni, strangolata brutalmente dal
compagno e poi gettata da un viadotto per gelosia.
Un problema culturale mai affrontato con i giusti mezzi, ed
è per questo che il comitato “Se non ora quando”, già
noto per aver portato in piazza un milione di donne lo
scorso anno contro “la ripetuta rappresentazione della
donna come oggetto di scambio sessuale”, scende ancora
una volta in campo.
Questa volta lo fa con una petizione, firmata già da
più grossi nomi noti della cultura, dell’associazionismo,
della politica, dello spettacolo e soprattutto firmata da
gente comune. L’intento è quello di sollecitare la modifica
delle leggi che attualmente obbligano le forze dell’ordine
ad una bonaria ricomposizione dei dissidi privati e, per
ottenere la creazione di strutture territoriali atte alla
tutela delle donne che decidono di denunciare. Con un motto:
“Mai più complici”. |
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FORMAT Inchiesta
viaggio nella tv: gli anni '80
di Giulia Fiume
La tv che non si dimentica: i mitici anni '80
Anni ottanta: e chi se li dimentica? È un
decennio d’oro per la tv italiana, un
periodo ricco di avvenimenti e di novità che
proprio nel piccolo schermo troverà la sua
massima espressione. Tra le tante novità,
l’avvento della televisione satellitare
che, grazie all’utilizzo di satelliti
geostazionari, inizia a diffondersi anche in
Italia.
Le più grandi soddisfazioni in ambito televisivo
si hanno, però, nella gestione dei nuovi
palinsesti, troviamo infatti programmi nuovi,
format freschi e personaggi che diventeranno i
protagonisti della storia della televisione.
Partendo dai programmi televisivi,
ricordiamo Pronto Raffaella?, una
simpatica trasmissione mattutina basata su
giochi telefonici proposti dalla celebre
Raffaella Carrà, Premiatissima che si
propone in prima serata come una divertente gara
tra cantanti e
Drive in, un varietà di grandissimo
successo in cui, tra i presentatori, ricordiamo
anche Ezio Greggio. Indimenticabili anche
i quiz del grande Mike Bongiorno che, in
prima serata, trovano spazio nei programmi
Flash e TeleMike e ancora la
trasmissione notturna Colpo Grosso,
ricordata da tutti per le vallette
soprannominate “ragazze
Cin Cin”.
Indimenticabili anche le serie televisive
che, soprattutto nel pomeriggio, tengono
compagnia a migliaia di casalinghe o di italiani
annoiati. Come dimenticare l’allegra famiglia
americana de I Robinson o le mitiche
avventure del supereroe Batman? Per non
parlare dell’entusiasmante serie dedicata agli
amanti della danza e del ballo Saranno Famosi
o di Love me Licia, ideata a partire
dall’omonimo cartone animato con la
partecipazione di Cristina D’Avena nei
panni della bella Licia.
Sempre negli anni '80 assistiamo ai primi
esperimenti di tv ad alta definizione, si
tratta di una serie di videoclip e documentari
che, tuttavia, verranno presto abbandonati a
causa della scarsa diffusione dell’innovazione
tecnologica. A riuscire bene saranno invece
altri progetti, come il primo telegiornale
nazionale privato Contatto, diretto
da Maurizio Costanzo.
Infine, gli anni '80 si rivelano soddisfacenti
anche per il pubblico dei bambini. Si ricordano
infatti celebri cartoni animati come
Lupin III, Jeeg robot d’acciaio e
Candy Candy. Memorabile anche l’esordio di
Bim Bum Bam, la trasmissione contenitore
di molti altri cartoni come Kiss me Licia,
Occhi di gatto e Georgie.
C’è chi li ha amati e chi li ricorda ancora con
nostalgia, quel che è certo è che gli anni '80
restano, per la televisione e per chi li ha
vissuti, indimenticabili. |
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HOT GIRLS Melita
Toniolo, la Diavolita d'Italia
di Fausto Piu
Mora, occhi profondi e un fisico mozzafiato: è
così che possiamo definire Melita Toniolo,
una delle ragazze più provocanti del mondo dello
spettacolo.
Classe 1986, trevisana, ha iniziato la sua
carriera come fotomodella aiutata dalle sue
perfette misure: 91-61-89. A soli 14 anni
ha un fisico già da urlo, come dimostrato dalle
foto che lei stessa ha pubblicato sul social
network Twitter. Qualche anno dopo, poco
più che ventenne, è apparsa nella rivista
Maxim, per un servizio bollente.
Ma è la partecipazione al Grande Fratello
che l’ha resa popolare: Melita diventa la
ragazza che ogni italiano vorrebbe avere. Le sue
docce roventi, nella casa più spiata
d’Italia, hanno allietato lo spirito di tanti
uomini, che hanno iniziato a vedere in lei una
vera bomba sexy.
Nella calda estate del 2007 ce la siamo trovata
in ogni parte d’Italia, da Nord a Sud, inviata
di Lucignolo, storico programma di
Italia1. È qui che Melita si trasforma nella
Diavolita tentatrice, avvolta in un abito
rosso fuoco, colore della passione. E
sebbene sia passato qualche anno, Melita ha
recentemente dichiarato: «Diavolita non muore
mai».
Negli anni successivi, e fino ad oggi, la
Toniolo è testimonial per un’importante marchio
d’intimo. Le foto di quei servizi fotografici,
che hanno fatto il giro del web, mettono in
risalto la sua bellezza mediterranea e
soprattutto la sua quarta taglia di seno
che come ha sempre affermato «è tutta naturale».
Eccitatissima nell'attesa di salire sul
palco di Radio Bruno Estate, nel suo
profilo Twitter ha recentemente scritto: «Vorrei
essere cattiva!».
Forse finora abbiamo conosciuto una Diavolita
troppo buona? |
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DONNE Il
fenomeno Lana Del Rey
di Francesca Succi
Il suo nome d'arte deriva da quello
dell'attrice Lana Turner e quello
dell'automobile Ford Del Rey. Classe
1986, newyorkese e munita di tanto talento;
oltre che di una dose massiccia di charme e
mistero.
Elizabeth Woolridge Grant, il suo
vero nome, esordisce nel 2008 in via del tutto
unofficial con non tanto clamore. Nel
2011 poi la svolta: con il singolo
Video Games ottiene il titolo di
miglior nuova canzone.
A questo punto il percorso di Lana Del Rey è
tutto in salita verso il successo. Dal punto
di vista artistico colpisce il suo modo di
fare musica, cantare e interpretare ogni
canzone. Alcuni la considerano la nuova
Adele, anche se entrambe hanno uno stile
e un modo di porsi diverso.
Ma il vero successo di Lana è la bellezza
caratterizzata dalla personalità sfuggente,
imbronciata e apparentemente sulle nuvole.
Per molte è già diventata una icona di stile
al punto da richiedere al coiffeur una
chioma alla Lana Del Rey. Le onde dei suoi
capelli, che ricordano le star hollywoodiane
degli anni d'oro, rappresentano
quell'elemento semplice che mancava a
livello visivo in un panorama musicale
sempre più complesso.
Lana Del Ray è una scoperta - una bella
scoperta - per ritornare al passato di
Nancy Sinatra, Dalidà e Nina
Simone.
Noi italiani siamo già stati rapiti dal
fenomeno Lana Del Rey perché ci piace
sognare. Proprio come si fa nelle note di
uno dei suoi ultimi singoli:
Blue Jeans. Sicuramente,
sentiremo ancora parlare di lei. |
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