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Telegiornaliste anno VIII N. 9 (311) del 5 marzo 2012
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TGISTE Tgiste Style, lo stile in onda.
Maria Concetta Mattei: la telegiornalista grintosa dall'eleganza innata
di Francesca Succi
Questo mese occupa la rubrica Tgiste Style Maria Concetta
Mattei, la telegiornalista che ha vinto per ben tre volte il nostro
premio La Telegiornalista dell’Anno. La Mattei piace tanto a tutti;
uomini e donne, grandi e piccini. Una donna che sprizza dolcezza dai
penetranti occhi azzurri, e inconfondibile grazia dal suo fascino
naturale.
Per poterla esaminare ho scelto questi quattro outfit. Il numero 1 e il numero 3
si assomigliano molto, ma non è stata una sbadataggine lasciata al caso. Voglio
solo farvi notare, più volte, come Maria Concetta stia benissimo con un look
pulito e bon ton.
1. Maria Concetta in questa foto propone un look dolce composto da un
giacchettino a fibra morbida giallo brillante, abbinato ad un top champagne. I
capelli sono raccolti con uno chignon a media altezza e il ciuffo incornicia il
viso. Come gioiello un punto luce ai lobi. Questi colori le stanno talmente
bene, poiché si abbinano con l’incarnato e il colore multi sfaccettato dei
capelli, che splende di luce propria.
2. In questo outfit la vediamo grintosa. Maglia attillata, che lascia
intravedere le sue bellissime forme, e panta in pelle rifinito da una cintura
importante. Chiude il tutto, uno stivale scamosciato con punta arrotondata. Per
un programma di approfondimento va bene lo stile scelto, poiché deciso come il
carattere di questa telegiornalista. E anzi, complimenti per la forma fisica,
da far invidia ad ogni donna.
3. Ci troviamo di fronte ad un altro outfit, come preannunciato, simile al
numero 1. Ci sono, però, delle differenze: il colore del maglioncino e il
coordinato (azzurro su un grigio); lo chignon che è più composto e il ciuffo
liscio incornicia più dolcemente il viso; l’aggiunta di un girocollo con
ciondolo che riprende il colore dell’insieme. Maria Concetta in questi panni sta
bene, e dimostra un’eleganza del tutto innata.
4. Ultima proposta: capelli sciolti e ricci, orecchini in madreperla e giacca
con scollo tondo con rifinitura sulle spalle. Questo è l’unico outfit che
boccio perché non valorizza la bellezza di questa telegiornalista. L’errore
parte dai capelli che così, con quell'effetto permanente, la invecchiano. Questo
tipo di giacca, inoltre, finisce per appesantirla ulteriormente di qualche anno.
In conclusione, Maria Concetta è una donna che sa vestirsi e con gli
abiti dimostra il piglio determinato della sua personalità (questo lo si può
notare sempre in ogni sua conduzione).
Attenzione, però, al classico, che se diventa eccessivo, finisce
per snaturalizzarla. Il trucco è sempre perfetto e ben proporzionato per
toni e quantità. Per il parrucco parola d'ordine: raccolto. Morbido o
stretto, la valorizza ancora di più!
Voto: 8
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CRONACA IN ROSA Le
top delle top model di Giulia
Fiume
Lunghe passerelle, abiti dai colori sgargianti, riflettori
sempre puntati su di loro: è in questo scenario che approdano le
super top model degli anni '90. Iniziando a lavorare ancora prima di
essere maggiorenni, la maggior parte di loro ha decisamente
rivalutato la figura della
modella facendone un’icona di bellezza e una
protagonista indiscussa della sfilata.
Ad incantare gli sguardi degli spettatori e di tutti gli
appassionati di moda sono dei corpi statuari, dei volti freschi e
dalle espressioni sempre nuove. Sono nomi come
Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Cindy
Crawford e Naomi Campbell ad invadere le copertine delle
riveste più glamour. La capacità di Linda di reinventarsi senza mai
cadere in un cliché, la straordinaria somiglianza di Claudia
all’indimenticabile Brigitte Bardot, il carattere forte della
Campbell e lo charme di Cindy si sono imposti sul panorama della
moda in modo deciso e unico.
Ad arricchire questo già incantevole gruppo si aggiungono
poi Christy Turlington, la mora statunitense che si è
impadronita della prima pagina di numerose riviste per un periodo
lungo quasi dieci anni, ed Helena Christensen
dagli occhi del colore del mare.
Un po’ più giovani di loro, ma ugualmente presenti verso la
fine degli anni '90, sono in particolare due modelle:
Kate Moss e Gisele Bundchen. La prima, famosa per
il look sempre nuovo e inimitabile, sfora un po’ i canoni di
bellezza proposti da chi l’ha preceduta. È più bassa e più magra
delle altre modelle, eppure il suo stile “alternativo” le permette
di sfondare. Gisele Bundchen è invece un volto scoperto appena nel
1994. Giovane e talentuosa si è ben presto meritata un posto accanto
a queste icone della bellezza, con uno stipendio invidiabile da
chiunque nel mondo dell’alta moda.
I nomi, però, non finiscono di certo qui. Gli anni '90
vantano una varietà di modelle davvero unica. Ricordiamo ancora
Carolyn Murphy, Eva Herzigova,
Tatiana Sorokko, Stephanie Seymour e molte altre
ancora.
Il pregio di questi volti meravigliosi è quello di essere
rimasti impressi nelle pagine di moda per sempre. Oggi, ai loro nomi
si accosta l’appellativo di supermodelle in modo non casuale.
Hanno superato già da qualche anno l’età richiesta per sfilare,
eppure stilisti e appassionati le acclamano tutt’ora con entusiasmo.
Il tempo non ha sbiadito la loro bellezza, al contrario ne ha donato
loro una
nuova.
Il 28 febbraio si è conclusa la Milano Fashion Week,
evento unico che ogni anno permette di gettare uno sguardo
sulle nuove evoluzioni della moda. Accanto a modelle nuove,
più giovani e certamente bellissime, un posto è toccato
anche ad una delle nostre “top”. L’indimenticabile Naomi
Campbell ha sfilato ancora una volta per Roberto
Cavalli, bellissima nel suo abito scuro.
Naomi è un esempio di come il fascino, a volte, riesca a
superare i cambiamenti della moda, dello stile e dello
scorrere del tempo. Lei è la nostra top tra le
top.
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FORMAT Alla
scoperta del Paese Reale di Giovanni Anversa
di Giuseppe Bosso
Incontriamo Giovanni Anversa, che da novembre
conduce, il sabato mattina, il programma
Paese Reale, su Rai3.
Come nasce questo programma?
«Paese Reale è il frutto di dieci anni
di esperienza di Racconti di vita, il
programma da me condotto in precedenza; ad un
certo punto ho deciso di evolvere quel progetto,
in modo da dare spazio e voce alle fasce deboli
escluse dai grandi talk show; pensionati,
studenti, disoccupati... storie di persone che
vogliono dire la loro su come vivono questi
tempi di crisi».
Qual è, secondo lei, il Paese reale?
«Coloro che resistono tra mille difficoltà; chi
sostiene iniziative poco raccontate, e nella
crisi hanno trovato il coraggio di unirsi per
affrontare il cammino della ripresa per non
perdere i diritti più elementari. E che non
trovano una classe dirigente capace di
rappresentarli».
Rispetto ai suoi inizi in Rai, nei primi anni
'80, com'è cambiata la tv?
«Direi che è un discorso da fare in senso micro
e macro. Il progresso tecnologico e la tv
digitale hanno certamente moltiplicato le
occasioni e le opportunità, ma al tempo stesso
dovremmo cercare di ridare senso e dignità al
servizio pubblico, nell'interesse del cittadino.
È questo l'obiettivo su cui dobbiamo lavorare in
futuro».
Nei giovani che si avvicinano alla
professione vede voglia di sostenere una gavetta
perlomeno pari a quella che ha affrontato lei?
«È un discorso molto ampio da affrontare. Per i
giovani è difficile trovare spazi anche per
entrare in questa professione, e chi ci riesce
deve affrontare una dura condizione da precario,
con la conseguenza che il rinnovamento e il
ricambio generazionale procedono molto
lentamente. Dobbiamo aprire le porte alle nuove
leve; al tempo stesso, però, vedo anche molta
presunzione in alcuni di questi ragazzi. Anche
questo è un errore da correggere. Per usare una
metafora, direi che dovremmo riscoprire il
lavoro di bottega».
Cosa farà in futuro?
«L'estate scorsa ho vissuto una bella esperienza
a Cominciamo bene estate, che ho
condotto con Arianna Ciampoli. Spero che tra
qualche mese ci sia la possibilità di
ripeterla». |
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HOT GIRLS L'antica
arte del Kamasutra
di Loredana Cortese
e Roberta Ricciardi
Il Kamasutra, di origine indiana, è il libro
sacro della ricerca del piacere. Con le sue
64 posizioni descritte e illustrate, che
prendono il nome per lo più da animali e da
azioni e comportamenti di questi, può essere il
giusto mezzo per vivacizzare la sessualità di
coppia.
Al contrario di quanto si può pensare al primo
approccio, non c’è nessuna intenzione volgare
nel testo. Il Kama, è concepito come
uno dei quattro piaceri della vita e ogni
posizione è la rappresentazione dell’arte del
piacere.
Piacere classificato gradualmente in base al
livello dell’unione. Bassa, equilibrata o
elevata. E ce n’è per tutti i gusti e per
entrambi i punti di vista. Per lei e per lui.
Ad ogni tipo di posizione corrisponde un diverso
tipo di appagamento che varia in base ai diversi
punti stimolati, al grado di scomodità e dalle
energie spese.
Lungo e pesante da leggere, il manuale del
Kamasutra è, tuttavia, dedicato solo per il
20% alle posizioni sessuali. Il resto,
infatti, per l’autore Vatsyayana, vissuto tra il
I ed il VI secolo, descrive l’atto del fare
l’amore come un’unione divina.
Secondo Vatsyayana, alla sua epoca il sesso in
sé non era sbagliato, a meno che si facesse
frivolmente e solo seguendo una guida tecnica
come il testo indiano, le persone potevano
trarne godimento.
E’ divertente osservare come, nel kamasutra,
le posizioni abbiano un genere (alcune sono
maschili e altre strettamente femminili) e siano
anche classificate per età.
Le ragazze, ad esempio, praticano l’Altare,
il Trono o l’Imperatore, forse per
la loro giovane età e elasticità corporea. Le
donne più mature, invece, sono più propense a
posizionarsi alla classica Scala o a
Braciere. Non disdegnano, poi, la posizione
Andromaca, preferita anche dai giovani
uomini, insieme al Compasso. La più nota
posizione del 69 è quella richiesta dai
signori adulti, che si sentono così
maggiormente stimolati.
Forse è vero che la fantasia stimolata dalle
immagini del Kamasutra aiuta la coppia a
divertirsi, ma non serve rifarsi a un testo
illustrato indiano se nelle coppie manca
quell’affiatamento che le rende uniche e unite
in tutti gli ambiti, specialmente nel fare
l’amore.
‘Com’è bello far l’amore da Trieste in giù’,
infatti, ce lo ha insegnato una italiana doc! |
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DONNE Ciao
Whitney
di Fausto Piu
Se ne è andata in una fredda notte di
febbraio, quella in cui assegnavano i
Grammy, gli Oscar della musica. Lei che,
nella sua lunga carriera, aveva collezionato
moltissime statuette.
Whitney Houston è morta a soli
quarantotto anni in una stanza del lussuoso
Beverly Hilton Hotel di Los Angeles,
stroncata da un cocktail di antidepressivi e
alcool.
The voice, come era stata
soprannominata, aveva iniziato a cantare,
all’età di nove anni, nel coro della New
Hope Baptist, la stessa che lo scorso 18
febbraio l’ha salutata. Assieme a 1500
amici, tra cui Aretha Franklin,
Kevin Costner, Alicia Keys e
Beyonce.
Con oltre 170 milioni di album,
singoli e video venduti, Whitney
è considerata l’artista donna che ha venduto
più dischi nella storia della musica. Gli
Anni 80 sono stati segnati da due album,
Whitney Houston e Whitney, che
hanno totalizzato assieme 48 milioni di
copie vendute. Il decennio successivo,
quello degli Anni 90, si apre con I’m
your baby tonight, registrando 13
milioni di dischi venduti.
È il 1992, invece, quando esce il singolo
I will always love you, colonna sonora
del film Guardia del corpo in cui la
stessa Houston recita. Un successo
planetario che porta Whitney alla gloria,
grazie alla vendita di 16 milioni di
copie.
Sei anni dopo, nel 1998, presenta un nuovo
album, My love is your love. Un altro
successo caratterizzato da bellissime
canzoni, profonde e coinvolgenti.
Arrivano gli Anni 2000, i più difficili e
duri. Iniziano i problemi di anoressia e
bulimia, quelli della depressione
e della droga. A tutto ciò si
aggiunge il divorzio dal marito, il
cantante "maledetto" Bobby Brown, da cui la
Houston ha avuto una figlia, Bobbi Kristina.
È l’inizio della fine. E non è
bastata un'intervista del 2009 in cui
tranquillizzava tutti i fan dicendo che il
suo calvario era finito. Non è stato così.
Si continuava a parlare di lei più per la
frequentazione di centri di recupero che per
la sua voce. I paparazzi continuavano ad
immortalarla sempre più distrutta,
consumata dagli eccessi. E poi quel 9
febbraio, l'ultima apparizione pubblica
in cui canta alcuni dei suoi successi. Due
giorni dopo cala il sipario. È la fine.
Goodbye Withney, we will always love you. |
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