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Telegiornaliste anno VIII N. 5 (307) del 6 febbraio 2012
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TGISTE Emidia
Melideo: a 7 Gold bella parentesi, ora si vedrà
di Giuseppe Bosso
Incontriamo Emidia Melideo, che da poco
ha concluso la sua esperienza a Diretta stadio, programma sportivo di
7 Gold.
Come mai è finita la tua esperienza a 7 Gold?
«Mi è scaduto il contratto».
Ti è stata utile questa parentesi?
«Certo. Per la prima volta mi sono cimentata con la tv, ho imparato tanto».
A 7 Gold dopo uno stage a Tuttosport: giornalista sportiva per passione o per
caso?
«Molto per caso. Ho colto al volo questa occasione quando mi si è presentata».
Quali sono i momenti più significativi che ricorderai?
«Aver potuto seguire tanti eventi di primo piano, come la conferenza stampa di
addio di Leonardo all'Inter».
Ti sei sentita una ragazza immagine quando leggevi le email in studio?
«No. Credo che sia una definizione che è fine a se stessa per chi punta solo
sull'immagine. Se poi c'è impegno, c'è passione, non sei tale».
Cosa farai da grande?
«Per ora aspetto la prossima occasione, poi si vedrà».
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CRONACA IN ROSA Una serata fashion difficile da dimenticare: a tu per tu con Carla Gozzi
di Francesca Succi
Ferrara – Ci troviamo in una delle bomboniere
estensi; conosciuta per il suo Castello, il
Palazzo dei Diamanti e la qualità della vita quotidiana.
Siamo nel cuore del centro storico, a Villa Horti della
Fasanara, in uno scenario che ricorda i balli
fiabeschi e le serate in maschera; alla
Cenerentola, per intenderci.
L'aria è secca e gelida. Nel vialetto principale che conduce
direttamente alla location, si susseguono automobili e taxi
che fanno scendere ragazze emozionatissime e bellissime.
Tacchi, abiti bon ton, copri spalla in pelliccia...solo
qualche outfit generale.
È chiaro, l'occasione è veramente esclusiva: una
serata con la star del fashion system e del canale Real Time,
Carla Gozzi. Partecipare è un piacere per studiare
ogni mossa, capire il segreto del suo successo,
l'impeccabilità che la contraddistingue e seguire i diktat
che snocciolerà in riferimento alla prossima stagione.
Entriamo in villa emozionati. Il lastricato pedonale, super
laccato, è ricco di lampade romantiche accese da candele. I
tacchi, i miei, fanno un ticchettìo piacevole; una musica
per le orecchie.
Ci accoglie l'organizzazione dell'evento, impersonificata da
Laura, in maniera cortese e disponibile. Come sempre. Segue
una frase: "Due minuti, chiamo Carla e facciamo
l'intervista". Nessun problema. Nel frattempo ci
guardiamo intorno. Il filo conduttore della serata è il
bianco e il nero: dalla tavola imbandita al centro
tavola; dal segnaposto alle sedie.
Ogni tavolo è stato nominato con il nome di un capo o
accessorio: orecchini chandelier, little black
dress, clutch, chemisier, stiletto, corsetto e via
dicendo. Tutto in cartoncino con schizzo a mano libera. Il
tovagliolo di seta è dolcemente avvolto da una sensuale
band di pizzo nero con fiocchetto bianco. Deliziosa!
Il rito dell'osservazione viene rotto dall'arrivo di Carla.
Con un sorriso smagliante e il suo little black dress,
in piena linea per la serata, accoglie la stampa. Qualche
minuto per sistemare l'attrezzatura e la chiacchierata
inizia.
Il resto potete vederlo, assaporarlo e commentarlo. Basta
un click sul play. A noi, e a me, rimane una bella
chiacchierata con una persona ricca di contenuti - fashion -
e dalla semplicità assoluta.
Insomma, una serata fashion difficile da dimenticare.
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FORMAT Mirca
Viola: L'amore fa male, il mio esordio da
regista
di Giuseppe Bosso
Da pochi mesi è uscito nelle sale L'amore fa
male, prova d'esordio come regista per Mirca
Viola. Vincitrice nel 1987 di Miss Italia
(titolo però poi revocatole perché già sposata e
madre, contrariamente a quanto all'epoca
prevedeva il regolamento della rassegna), in
passato attrice di fiction come Centovetrine
ed Incantesimo e con altre esperienze
televisive e cinematografiche alle spalle.
Mirca, regista per scelta o per caso?
«Per scelta. Era da tempo che inseguivo questo
progetto, avevo anche maturato altre esperienze
da dietro la macchina da presa; ed ora
finalmente era arrivato il momento di
realizzarlo. Ho avuto la fortuna di cogliere
un'occasione molto favorevole, visti i tempi non
proprio facili per il cinema nel nostro Paese».
Ti sei trovata a gestire un cast di
primedonne, da Stefania Rocca a Nicole Grimaudo
e Stefano Dionisi: è stato difficile gestirli?
«No, assolutamente. Sono attori di grande
talento ma anche di grande disponibilità, mi
sono trovata benissimo con loro, mi hanno
sostenuta sempre sul set, creando la giusta
atmosfera. Li ringrazio per questo».
Continuerai per questa strada?
«Penso proprio di si e ho già qualche idea in
mente».
Rifaresti esperienze passate come
Centovetrine e la conduzione televisiva che hai
sperimentato a Sipario, su Rete 4?
«Si; anche in questo ho avuto la fortuna di
poter partecipare a buone produzioni, anche se
sono molto lontane dal lavoro artistico che
vorrei proseguire».
L'amore fa male: è la tua filosofia?
«Penso che l'amore possa far male, sicuramente,
se ti tradisce; ti fa soffrire». |
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HOT GIRLS Sogno
erotico dal passato: Nadia Cassini
di Giulia Fiume
Semplice, sensuale, provocante: se dovessimo
descriverla in tre parole è questo che diremmo
di Nadia Cassini. Come dimenticarla?
Nell’infinito elenco di donne che hanno fatto da
sfondo alla commedia erotica italiana a
lei tocca un ruolo di protagonista.
Sbarcata sul grande schermo e soli ventun’anni,
ha conquistato tutti, ma proprio tutti, i
maschietti con il suo memorabile fondoschiena.
Migliaia di italiani hanno rallegrato le loro
serate con i film della Cassini, un primo piano
delle sue “doti” era sufficiente a migliorare
anche le commedie più banali.
L’avranno immaginata in tutti i modi, sarà stata
oggetto di infinite fantasie eppure c’è
da dire che raramente si è mostrata
integralmente nuda e ha sempre rifiutato di
girare scene erotiche. Cos’era, allora, che
scatenava l’immaginario collettivo della
popolazione maschile?
Era di certo bellissima, solare e spontanea, ma
c’è di più. Ad attirare l’attenzione e a
riscaldare l’atmosfera nelle notti solitarie
erano soprattutto i ruoli assegnati alla
seducente Nadia. Impersonare il ruolo dell’ingenua
facilmente raggirabile avrà certamente scatenato
ancora di più l’interesse del pubblico, per non
parlare del classico giochetto del “vedo non
vedo”. E’ un classico, ciò che non viene
mostrato o che si espone solo in parte scatena
ogni lato della nostra fantasia. Quello che non
è a vista d’occhio, il più delle volte, è più
appetibile di una visuale facile.
Chissà quanti cuori infranti saranno stati
riscaldati da Nadia nei panni dell’infermiera,
della dottoressa, dell’insegnante.
Il tempo è passato, la commedia recitata dalla
Cassini è un must degli anni '70, però tra i
giovani forse non tutti hanno avuto modo di
conoscerla. Chissà, forse stasera i ragazzi più
curiosi la riporteranno ancora una volta sullo
schermo delle loro case. Bella e sexy
come tutti la ricordano. |
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DONNE La
Manoteca: il punto di vista di Elisa Cavani
di Loredana Cortese
“Cambio punti di vista regolarmente ogni
10 anni, su tutto. E da un anno, circa, sono
al mio terzo cambio”. Così Elisa Cavani,
modenese e con uno spiccato senso estetico,
spiega l’origine di ‘Manoteca’, nata
dalla necessità di portare il suo punto di
vista all’esterno.
Attratta dalle forme morbide e dai colori
non aggressivi, Elisa ha concretizzato
la sua idea a seguito di un lungo periodo
nel mondo della moda: “Dopo nove anni
come visual merchandiser – racconta –
ho sentito la necessità di dare vita al mio
progetto e mi sono licenziata dall’impiego
che avevo, soprattutto dopo essermi resa
conto che negli ultimi anni la moda cerca di
assecondare il mercato per puro profitto”.
Già dal master in Design e
Comunicazione, Elisa covava il sogno di
andare oltre l’aspetto e la funzionalità
delle cose, lavorando di immaginazione,
come accade nei bambini. Così, dopo aver
messo le mani sui primi oggetti, Elisa ha
raccolto le sue opere su un sito, pubblicato
online (www.manoteca.com) il 10 ottobre
scorso. Il riscontro è stato immediato:
i blogger americani lo hanno citato e,
grazie al tam tam mediatico, in un mese e
mezzo il sito ha ricevuto ventimila visite,
raddoppiate il mese successivo.
Elisa ricerca i materiali da vecchi
garage, cantieri edili, mercatini, soffitte
e “quando vedo una cosa che mi attrae
– spiega – la prendo sapendo che prima o
poi la utilizzerò, la farò rivivere”. E’
così che un tavolo non è solo un tavolo e
una porta non solo una porta: tutto
rinasce con un altro spirito e un altro
significato.
In un mondo dove il consumismo la fa da
padrone, dove è molto più semplice
rimpiazzare un oggetto usato con uno nuovo,
Elisa Cavani ha dato vita a un progetto
che mette in luce ciò che è stato
dimenticato, rispolverando ricordi e
affetti per quell’oggetto abbandonato.
Il suo successo? Quello di una
comunicazione semplice, della
rivisitazione di pezzi non elaborati e
del rispetto del passato.
“Sono entusiasta – continua Elisa –
perché ho ricevuto mail da diverse zone
del mondo (America e Asia, in particolare) e
mi preparo ora ad una mostra che si terrà a
Modena dal 18 febbraio al 17 marzo dal
titolo ‘Happy Ending’, perché le cose
passate abbiano una fine felice”. |
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