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Telegiornaliste anno VII N. 26 (286) del 11 luglio 2011
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MONITOR Mikaela
Calcagno: le aspettative della campionessa
di Giuseppe Bosso
Telegiornaliste va in vacanza con una gradita sorpresa per i nostri
lettori. Incontriamo nuovamente la nostra
campionessa dell’anno,
Mikaela
Calcagno.
Che sensazione ti ha dato questa vittoria?
«Piacevole, ringrazio tutti coloro che mi hanno votata».
Secondo te cosa li ha colpiti maggiormente?
«Dovresti chiederlo a loro (sorride, ndr), soprattutto perché hanno
preferito me a colleghe in gamba come Costanza Calabrese e
Simona Branchetti.
Comunque voglio sperare, e non ne dubito, che abbiano apprezzato non solo
l’immagine ma anche la mia professionalità e il modo in cui cerco di pormi nei
confronti dello spettatore».
Quali novità attendono gli spettatori di Mediaset per la nuova stagione
calcistica?
«Continuiamo sullo stesso contratto. Serie A, Champions League, Mondiale per
club, Europa League; gli appuntamenti non mancheranno».
Il calcio italiano è in vacanza con la tegola del nuovo scandalo scommesse:
che idea te ne sei fatta?
«Premetto
che non amo dare giudizi fino a quando non ci sono riscontri obiettivi, ma
innegabilmente è una vicenda che non fa onore al nostro calcio, così come le
altre spiacevoli situazioni che si sono verificate in passato, da Calciopoli in
giù».
Pensi siano maturi i tempi per una ‘direttora’ allo sport di Mediaset?
«Non solo da noi, ma penso in ogni ambito, non solo giornalistico».
Cosa si aspetta la nostra campionessa per la prossima stagione?
«Mi auguro che il nostro gruppo consolidi il suo rendimento, già positivo, e che
i nostri ascolti siano sempre così alti. Dopo quasi due anni devo trarre
decisamente un bilancio ottimo del digitale che ha ampliato le possibilità di
trasmissione». |
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CRONACA IN ROSA Buone
vacanze!
di Erica Savazzi
Week-end da bollino rosso. Partenze intelligenti, la
nostre, partenze stupide, quelle degli altri migliaia di
italiani con i quali si condivide la coda in autostrada.
Aumento della benzina. Aumento delle tariffe di lettino e
ombrellone. Mare inquinato e affollato. Turisti nelle
città d'arte che immergono i piedi nella prima fontana
disponibile. Scene di una ordinaria estate italiana, che
vista così, sembra un incubo.
Lo sciabordio delle onde, la sabbia bianca, nuovi e
vecchi amici, il sole che splende e l'abbronzatura tanto
agognata che permette di indossare quel bellissimo vestitino
bianco comprato durante i saldi. Tempo per leggere e fare
sport. Nottate per feste e party. E per la gioia dei
maschietti, costumi succinti: si ringrazia Frederick
Mellinger, l'inventore del tanga, lo slip che proprio in
questi giorni compie 30 anni. Una vacanza paradisiaca.
Le ferie, nuovo diritto umano fondamentale. Al mare o in
montagna, vicino a casa o in Australia, buone vacanze a voi,
lettrici e lettori.
Anche Telegiornaliste si trasferisce sotto
l'ombrellone, per ritornare pieno di nuove energie il 5
settembre, col primo numero della nuova stagione. |
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FORMAT Il
pagellone stagionale di
Giuseppe Bosso
Sole splendente su Roberto Saviano,
innegabilmente il vero vincitore di un’annata in
chiaroscuro con Vieni via con me, che in
autunno ha catalizzato non solo gli ascolti ma
anche il dibattito politico. L’autore di
Gomorra ora ‘emigra’ a La7: successo di
Telecom o sconfitta della Rai?
Sereno su Antonella
Clerici: più forte di tutto, del gossip e
delle polemiche, è andata avanti consolidando il
successo di Ti lascio una canzone e La
prova del cuoco. Premiata come donna
dell’anno agli Oscar tv, anche in
quell'occasione Antonella è stata protagonista
con una dichiarazione forte e decisa.
Soleggiante su Luciana Littizzetto. A
qualcuno farà storcere il naso (vero, signora
Santanchè?) ma la Lucianina di Fabio
Fazio c’è e si fa sentire sempre. Vulcanica a
Che tempo che fa, docente impegnata e
Fuoriclasse su Rai 1, è sempre una garanzia.
Variabile su Daria
Bignardi. Le sue barbariche interviste si
confermano fiore all’occhiello di La7, e lo
saranno anche l’anno prossimo.
Poco nuvoloso su Lorella Cuccarini. Che
sia o no ancora la più amata dagli italiani, la
domenica con lei è sempre garanzia di brio,
garbo e anche riflessione. Alla fine, dopo
qualche tentennamento di troppo, a Viale Mazzini
hanno capito che era giusto confermarla, e non
possiamo che esserne lieti.
Foschia su Federica Panicucci. Non ce ne
voglia Federica, ma i tempi della frizzante
conduttrice dai lunghissimi capelli del
Festivalbar e di tanti programmi musicali
targati Italia 1 sembrano davvero lontani anni
luce. Purtroppo anche con lei l’involuzione
peggiorativa della domenica di Canale 5,
iniziata ai tempi del Costanzo che dava troppo
spazio ai concorrenti dei reality show e poi
continuata con le varie Perego e D’Urso, ha
proseguito inesorabilmente il suo percorso.
Nebbia, appunto, su Paola Perego e
Barbara D'Urso. Il ritorno in Rai di Paola
salutato un anno fa con squilli di trombe viene
mestamente rimpiazzato con una mancata conferma
passata sostanzialmente sotto silenzio. E non
poteva essere altrimenti visto che anche lei si
è lasciata trascinare dalla emorragia di gossip
e cronaca nera (e ne ha pagato anche
Caterina Balivo, al
momento disoccupata in vista della stagione che
verrà). Idem per Barbara, con la differenza che
Canale 5, dopo averla comunque detronizzata
dalla poltrona della domenica pomeriggio e poi
dalla prima serata durata lo spazio di un soffio
di vento, continuerà ancora a puntare su di lei.
Sulla bontà della scelta, lasciamo che siano gli
spettatori a giudicare…
Pioggia su Giuliano Ferrara. Contratto
faraonico (a spese del contribuente, ovviamente)
a parte, nulla da dire.
Temporale su Alfonso Signorini. Troppo
gossip pare avere stancato anche i
telespettatori (ma non i vertici...) di Canale
5.
Grandina su Bruno Vespa. Cogne, Avetrana
e Bembrate di Sopra: Porta a Porta
ricasca nel solito copione ormai trito e
ritrito, Bruno non incanta nella prima serata
dedicata alle ricorrenze dei 150 anni dell'Unità
d'Italia con Pippo Baudo (con l’aggravante della
‘sfuriata’ ripresa da Striscia
nell’ultima puntata) e intanto la vera
informazione sembra essere ormai appannaggio di
La7 e Sky. Il servizio pubblico dov’è?
Burrasca sulla Rai. Da Masi alla Lei,
anche qui il copione non cambia. Un anno di
disastri continui (su tutti la più che
sufficiente unica prima serata di Sgarbi) e
poche luci (qualche fiction di buon ascolto, ma
soprattutto il successo del duo Saviano & Fazio,
peraltro prontamente ripudiati). Sul finire, una
'campagna acquisti' che in uscita registra dei
veri e propri salassi: via Simona Ventura, via
anche Santoro. E intanto Napoli e la Val di Susa
esplodono di rabbia per una situazione
esasperante in cui vorremmo capire dove sia la
vera informazione.
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HOT GIRLS Nuoce
gravemente alla salute
di Valeria Scotti
Letture da ombrellone? Sì, ma con moderazione.
Donne care, attenzione a non rendere la vostra
estate ancora più bollente di quanto lo sia già.
E allora, un favore: niente romanzi rosa
sulla spiaggia, quelli con storie d’amore
incredibili, con principi azzurri – ma anche di
altri colori – pronti a rapire la protagonista
di turno.
Partner perfetti che non deludono mai. Non ne
sono capaci. Peccato che nel quotidiano non sia
così. Che le relazioni terrene siano di
tutt’altra pasta. Tant’è che questo tipo di
narrazione farebbe male al concetto di coppia.
Lo rivela uno studio inglese condotto dalla
psicologa e scrittrice britannica Susan
Quilliam. Dunque: i romanzi rosa sono da
considerarsi nocivi in quanto darebbero vita a
false aspettative sul partner. Nella vita
di tutti i giorni, altro che passioni perfette,
sesso meraviglioso, uomini da dieci e lode.
Semmai compagni e mariti indifferenti, spesso
assenti con il corpo e con la mente.
Va male anche sul fronte contraccezione.
Totalmente assente nelle storie di inchiostro e
amore. Un vero e proprio rischio in vista di
gravidanze indesiderate e malattie sessualmente
trasmissibili.
L’allarme è reale: il romanzo rosa nuoce
gravemente alla salute. E alla vostra estate. |
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DONNE Sorelle
controcorrente di
Simona Di Martino
Incontriamo il duo Heliantes, alias
Fiammetta e Serena Poidomani, due sorelle e
cantautrici ragusane di 24 e 22 anni che
formano un'accoppiata vincente grazie alle
loro caratteristiche voci: soprano una,
contralto l'altra. Nell'ottobre 2010 si sono
aggiudicate il primo premio alla VI edizione
del concorso nazionale "Musica
Controcorrente".
Il duo Heliantes: un nuovo prodotto
musicale?
F: «Perché no. Facciamo musica per produrla,
ma anche per proporre qualcosa di nuovo che
non sia solo commerciale o basata sui soliti
temi, tanto per vendere. Preferiamo cantare
temi più sociali e spontanei».
Come spontaneo è il brano con cui avete
vinto il concorso Musica Controcorrente,
La cartomante; un sogno cantato...
F: «Ho fatto un sogno ambientato nel '600 in
cui una donna, una cartomante appunto,
riceve moltissime persone appartenenti a
ceti sociali diversi, che le chiedono di
tutto sulla propria vita: l'amore, il
lavoro, la fortuna...lei risponde a tutti,
senza differenze di alcun genere. Finché non
muore».
S: «È un sogno sull'egoismo della gente:
ognuno è concentrato su se stesso, sul
proprio destino, senza che nessuno si curi
di quello della cartomante, che alla fine
muore tra la curiosità generale. Ci ha
colpito molto, e abbiamo pensato di metterlo
in musica».
Voi passate dal cantautorato italiano
alle ballate irlandesi al folk mediterraneo.
Esiste un fil rouge che collega
queste vostre scelte di stile?
F: «Il genere popolare è forse quello che ci
prende di più, perché più sincero e
spontaneo, più naturale. Ci siamo dedicate
anche al folk anni '70, ai Beatles, a De
Andrè, una musica che portiamo sempre nel
cuore; però quando cantiamo musica popolare,
che sia del Sud Italia, spagnola o
irlandese, sentiamo che parte dal
cuore».
Al concorso vi siete aggiudicate, oltre
al primo premio, anche quello di gruppo più
votato dalla giuria popolare. Il duo
Heliantes piace. Perché?
S: «Forse perché è una proposta insolita.
Non capitano spesso due sorelle, una
contralto e una soprano, di cui una cura i
testi e l'altra le musiche... una
commistione originale, particolare».
F: «Oltre all'originalità, cantando
cerchiamo di alleviare il dolore che un po'
tutti sentiamo; col canto viene naturale
sfogarsi, esorcizzare il male, e questa cosa
viene percepita dal pubblico. Quando io
canto, esprimo questo, gli altri lo
percepiscono. Ed è bello».
Cosa significa "heliantes"?
S: «In greco, indica qualsiasi fiore che si
rivolge alla luce del sole. Ha un
significato ottimista, cioè voltarsi sempre
verso il sole in qualsiasi circostanza ci si
trovi. Riassume il nostro mondo musicale e
anche il nostro modo di essere. Inoltre
abbiamo scelto un termine greco perché
apparteniamo alla Sicilia, l'antica Magna
Grecia».
Vi sentite debitrici di qualche modello
femminile?
F: «Joan Baez, Violeta Parra, Mercedes Sosa,
Frida Kahlo... la parte femminile della
Spagna e dell'America meridionale ci ha
influenzato tantissimo. Poi da quando
abbiamo scoperto che Joan Baez e sua
sorella, Mimi Fariña, suonavano assieme e
cantavano canzoni di protesta...»
S: «In effetti questo ispirarsi alle donne
della cultura latino-americana ha un senso:
le donne latino-americane sono più educate,
in modo inconscio ovviamente, a tirar fuori
quello che è nascosto, intimo e tipicamente
femminile. Forse le donne della cultura
occidentale sono più mascolinizzate».
La vostra può dirsi una musica
controcorrente?
F: «Sì. Infatti il giudizio della giuria su
di noi è stato: "l'unico gruppo veramente
controcorrente"».
S: E per questo è difficile inserirsi nel
commercio della musica, ci sono tanti
compromessi da fare quando si parla di
commercio musicale. Si rischia di perdere
tanta spontaneità».
In cosa consiste la difficoltà nel
proporre la vostra musica?
F: «Che non è vendibile. Quando abbiamo
proposto i nostri brani ad alcune case
discografiche, la maggior parte ci
consigliava di lavorare di più sulla
vendibilità del pezzo».
S: «Il problema è che può restare di
nicchia, come per chi propone un genere più
particolare».
Accanto alle difficoltà, anche tanti
incoraggiamenti...
F: «Questa vittoria ci ha dato una grande
fiducia ad andare avanti. Qualcosa si può
fare...».
Pensate che un duo al femminile, come
voi, possa ancora essere considerato
controcorrente?
S: «Non è quello che fa la differenza perché
ormai il gruppo al femminile non è più una
novità; questa va ricercata più nelle
qualità individuali che non nel fatto che
siamo due donne.
F: «Anche se il fatto di essere un duo,
essere sorelle, avere gli stessi gusti,
seguire insieme lo stesso percorso musicale,
forse è qualcosa che va a nostro favore».
A che punto del vostro percorso vi
sentite di essere?
F: «All'inizio. Speriamo di una salita...»
Chi vuol fare musica oggi viene in
qualche modo coinvolto dai mass media oppure
no. Vi siete poste questo problema?
F: «Sì, ce lo siamo poste. È difficile.
Bisogna fare delle esperienze in tal senso e
adeguarsi a questo stile di vita. I talent
show sono pretesti per fare pubblico, per
vendere, e noi ci sentiamo indirettamente
proporzionali a questo. È una realtà con cui
non ci troviamo, ma dovremo farci i conti».
Pensate dunque di adeguarvi?
F: «Speriamo di no».
S: «Anche perché se manca la qualità,
vediamo che di tutti questi nuovi talenti
molti sono delle meteore; magari durano
pochi mesi e poi nessuno ne sa più niente.
Una cosa può piacere tantissimo a primo
impatto, conquistare il pubblico; oppure, se
non c'è un supporto forte, crolla. Quindi
alla fine i compromessi sono abbastanza
inutili».
Non arriverete a "vendervi" per il
mestiere-musica?
F: «No, anche perché non saremmo più le
stesse. Abbiamo provato a fare qualcosa di
commerciale, però non ci siamo sentite
naturali. Dovevamo cantare delle canzoni che
ci avevano detto di cantare; anche se le
abbiamo arrangiate a modo nostro, non
c'entravano niente con quello che facciamo
noi. Ci siamo sentite totalmente fuori
contesto, non era qualcosa che ci
apparteneva. Quindi abbiamo pensato "No, non
ci stiamo. Vogliamo fare a modo nostro"».
Musica a parte, chi sono Fiammetta e
Serena?
S: «Io scrivo poesie e racconti brevi,
soprattutto a sfondo storico».
F: «Disegno. Lo faccio da autodidatta, non
ho mai studiato, ma mi piace moltissimo. E
poi, quando ho frequentato l'Accademia di
musical a Catania, ho potuto coltivare una
passione che già avevo, quella per la
recitazione e il teatro».
Prossimi progetti?
F: «Abbiamo intenzione di fare una ricerca
sui canti tradizionali di rivolta nel mondo
partendo dal nostro mondo, il sud Italia,
per passare via via a una visione più
globale».
S: «Ci stiamo incentrando sul tema della
rivolta contro i soprusi, sempre ispirandoci
a quei modelli, femminili e non, che
esprimono la gioia di vivere attraverso il
dolore e la miseria».
Perché qualcuno dovrebbe comprare un
vostro album?
S: «Per la curiosità di vedere in che modo
un giovane dei nostri tempi reagisce a
questo sfacelo di società. Non si può
reagire solo col nichilismo; fortunatamente
c'è, e sono tanti, chi reagisce con l'arte e
la fantasia. Sarebbe una spinta
all'ottimismo ascoltare non solo le nostre,
ma in generale le produzioni dei giovani. In
particolare, per la novità di un prodotto
che attinge dal passato e, attraverso una
liaison, vuole proporre una musica che
sia anche attuale. E magari futura». |
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