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Telegiornaliste anno VII N. 20 (280) del 23 maggio 2011
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MONITOR Serena
Bernardo: alle tre 's' preferisco viaggi, cibo e salute
di Giuseppe Bosso
Ritroviamo con piacere Serena Bernardo che negli
ultimi anni ha dedicato anima e corpo a Viggì Viaggi, una simpatica
striscia che attualmente va in onda su Canale 8. Inizialmente orientata ai
viaggi, la rubrica ha visto nascere due 'sorelle', Viggì Cibo e Viggì
Salute, rispettivamente incentrate su enogastronomia e benessere.
Da cosa è nata la rubrica, Serena?
«Il format nasce da un'esigenza mia e del regista Stefano Traditi. Da tempo
avvertivamo la necessità di un programma breve ma conciso, diverso dalle
trasmissioni che durano ore».
Viaggi, enogastronomia, benessere: perché questi temi?
«Viaggiare è una passione comune a me e a Stefano, ed è venuto spontaneo poi
conciliarla con l'enogastronomia, golosi come siamo (ride, ndr). Poi,
siccome era doveroso anche dedicare uno spazio alla tv di servizio, è nata anche
la rubrica sul benessere».
Dalle strisce è nato anche un portale,
Viggì Channel: è
la web-tv, dunque, il futuro dell'informazione?
«Sì, e lo dico consapevole di appartenere ad una generazione che sta vivendo con
difficoltà il passaggio al digitale e alle nuove tecnologie. Ma è inevitabile in
questi tempi in cui la nostra vita è, come dico sempre, 24 ore su 24».
C'è voglia di informazione in questi settori?
«Bisogna distinguere: il viaggio è anzitutto un'emozione, e la gente vuole
conoscere questi aspetti, essere invogliata a visitare i posti di cui ci
occupiamo. Sull'enogastronomia è lo stesso, e devo dire che il turismo in
materia è sempre più diffuso tra sagre e manifestazioni. Per quanto riguarda il
benessere e la salute ci tengo sempre ad evidenziare come la sanità, nella
nostra Campania, funziona davvero, a dispetto di quanto si tende a credere».
Nel tuo percorso non ti sei mai incentrata sulle famigerate tre 's' (sesso,
sangue, soldi) che paiono imprescindibili: dunque si può seguire nel giornalismo
una strada che non percorra questa linea?
«Il fatto che io a distanza di anni sia ancora qui penso lo dimostri, ma credo
che la gente non ne possa più di questo continuo martellamento di delitti e
sgozzamenti, per cui la risposta è senz'altro affermativa».
Nei giovani che si avvicinano al giornalismo avverti più insofferenza alla
gavetta o voglia di imparare?
«Mi tocca dire proprio la prima. Con Stefano quante volte abbiamo ripensato ai
nostri inizi, tra bobine e montaggio con attrezzature che non erano certo quelle
di oggi... Purtroppo vedo in giro tanti laureati specializzati che però non
hanno alle spalle esperienze sul campo e sono poco propensi ad accettare
incarichi che inizialmente possono sembrare poco gratificanti, ma che possono
diventare un prezioso bagaglio a lungo andare».
Qual è la tua prossima sfida?
«Ho sempre guardato al medio e lungo termine. A settembre ripartiremo con una
nuova fase del nostro progetto che, vedo, ha trovato il sostegno e il favore
degli editori di Canale 8. Speriamo di ampliare il format».
Le esperienze che più ti sono rimaste impresse in questo percorso?
«Tante. È stato divertente, per esempio, entrare in sala operatoria nella
rubrica sul benessere; raccontare, per Viggì Cibo, la cucina di una
grande nave da crociera che abbiamo avuto modo di seguire in esclusiva per la
nostra regione. E poi tanti viaggi e tanti posti splendidi che, per non far
torto a nessuno, mi hanno tutti lasciato uno splendido ricordo».
Come ti vedi tra 10 anni?
«Spero che il tempo sia clemente (ride ancora, ndr) e mi permetta ancora
di presentarmi davanti alle telecamere. Ma, come vi avevo già detto nell'altra
intervista, sto man mano vivendo il passaggio dall'altra parte». |
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CRONACA IN ROSA Un
mutuo è per sempre
di Anna Rossini
Leggo sul
Corriere della Sera delle interessanti ipotesi sul
perché i matrimoni, sia religiosi che civili, siano in
costante calo. Secondo l'Istat dal 2008 ad oggi i “sì” sono
diminuiti di 30.000 unità, passando da 4,1 a 3,6 cerimonie
ogni 1000 abitanti, accentuando una tendenza in atto dal
1972.
Si deduce quindi che maggio non è più il mese delle spose.
Diversi i motivi: precarietà economica e
disoccupazione (un giovane su tre è senza lavoro), ma
soprattutto la ricerca del benessere personale, degli
obiettivi individuali, della realizzazione di se stessi,
oltre alla paura di obblighi e impegni. In favore delle
convivenze.
Però spesso convivere vuol dire firmare un contratto
d'affitto, andare in banca a chiedere un mutuo, o
anche solo ristrutturare la casa della nonna disabitata da
anni. E non venitemi a dire che è un impegno minore di un
matrimonio. Indebitarsi per i prossimi 30 anni, scegliere
finiture, ordinare i mobili per la casa, avere a che fare
con banche e immobiliari mette a dura prova anche la persona
più paziente ed equilibrata. Per non parlare del legame, non
eterno ma quasi, che due firme davanti a un notaio
stabiliscono tra due persone. Insomma, il mutuo è il
matrimonio del Ventunesimo secolo. |
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FORMAT Addio
al papà di Rainews 24 di
Giuseppe Bosso
Il mondo del giornalismo è in lutto per la morte
di Roberto Morrione, avvenuta nel fine
settimana. Da tempo malato, Morrione lascia un
grande vuoto, soprattutto nella redazione di
Rainews 24, da lui fondata nel 1999 e a cui
aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita
professionale, prima della pensione.
Morrione aveva iniziato la sua carriera
giornalistica agli inizi degli anni'60, nel
primo storico Rotocalco della televisione
italiana, al fianco di un grande maestro come
Enzo Biagi. Poi, Tv7 e, soprattutto, il Tg1,
dove è protagonista del grande scoop, sul
finire degli anni '70, sui finanziamenti della
CIA alla P2, da cui scaturisce l'inchiesta
parlamentare che porta alla scoperta di Gladio e
dei suoi retroscena.
Del Tg1 diventa vicedirettore, poi passa agli
altri tg Rai, Televideo, Rai International e,
all'alba del nuovo millennio, il primo canale
all news del servizio pubblico. Ci crede
fermamente, Morrione, in quella sfida, che lo
porta ad essere il primo, in Europa, a
sperimentare il 'multi finestra'. Grande
fermento in redazione soprattutto nei giorni
della guerra in Iraq.
Negli ultimi anni di vita Morrione ha affiancato
Don Ciotti dirigendo LiberaInformazione.
Questo il ricordo del sacerdote: «È terminata la
corsa di un grande amico, un grande giornalista
che ci passa un grande testimone, che dobbiamo
continuare; ci diceva che la vita è anche fame
di conoscenza e di verità. Tante volte si è
arrabbiato per cose ingiuste, per la deriva
culturale del nostro Paese, ma era una rabbia
d'amore, per le cose che amava e avrebbe voluto
in modo diverso».
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HOT GIRLS Un
ufficio da orgasmo di
Valeria Scotti
Ana Catarina Bezerra è affetta da una rara
malattia. Porella. Ma non pensate al peggio.
La protagonista della storia non è in fin di
vita. Il suo disturbo ha un nome ben preciso:
sindrome di eccitazione genitale persistente.
Vale a dire che l’autoerotismo è il suo pane
quotidiano, e anche più volte al giorno.
Certo, è un problema serio avere quelle
necessità. Soprattutto se si ha un lavoro da
portare avanti. Ma Ana, 36 anni, 3 figli e di
professione contabile, ha vinto una battaglia.
Il tribunale del lavoro di Vila Velha, nello
stato brasiliano dell'Espírito Santo, le ha
infatti accordato il permesso di masturbarsi
in ufficio.
La Corte ha riconosciuto la necessità
fisiologica della donna che, nei momenti
peggiori della sua malattia, è arrivata a
masturbarsi ben 40 volte in una giornata.
Come ha raccontato Ana alla stampa: «A un certo
punto ho cominciato a sospettare che qualcosa
non andava e che tutto ciò non fosse normale.
Così ho deciso di chiedere aiuto». Peccato però
che di cure non ne esistano. L'unica soluzione
temporanea è quella di dare sfogo ai suoi
impulsi per evitare depressione e stati d'ansia.
E così, da pochi giorni, ha la possibilità ogni
due ore di prendersi una pausa di 15 minuti a
lavoro, di guardare film porno sul computer
aziendale senza che nessun capo la riprenda,
e avere tutti gli orgasmi di cui ha bisogno. Si
spera almeno lontano dagli occhi indiscreti dei
colleghi. |
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DONNE Margherita
Hack: futura senatrice? di
Giulia Fiume
Più che una domanda è un’esclamazione. Un
grido. Un’idea che parte dal basso e si fa
strada tra gli applausi durante il Salone
del Libro di Torino. Quel giorno,
Margherita Hack era lì per presentare i
suoi ultimi due libri. Mai avrebbe
immaginato che, da quel momento, sarebbe
partita una nuova campagna. In suo onore.
Dopo l’appello nato dai visitatori del
Salone, la rivista di filosofia e politica
Micromega ha deciso di dare la
possibilità di sostenere la “candidatura
virtuale” della scienziata per la nomina
a senatrice a vita.
Il presidente della Repubblica ha infatti la
possibilità, secondo quanto stabilisce la
nostra Costituzione, di nominare cinque
senatori a vita durante il periodo del suo
mandato. Dopo averne già scelti quattro,
l’inaspettata proposta della Hack sembra
capitare a puntino.
A favore del riconoscimento delle coppie
omosessuali, del diritto all’eutanasia,
dell’utilizzo dell’energia nucleare
come unica fonte capace di soddisfare le
esigenze della popolazione mondiale, la nota
scienziata è famosa per non aver mai
intrapreso battaglie facili. Convinta del
fatto che «scontiamo una cronica quanto
inspiegabile paura della scienza e delle sue
potenzialità», porta avanti da anni la sua
campagna a favore della divulgazione
scientifica.
Margherita Hack non ha paura di esprimere
ciò che pensa o di criticare il sistema, se
necessario. Non si sottrae mai dall’offrire
proposte di cambiamento concrete.
Rifiutando un linguaggio complesso, questa
astrofisica è vicina a chi è lontano dal
mondo della ricerca e ne fa il primo
destinatario dei suoi scritti e dei suoi
dibattiti. Chiara, incisiva, essenziale.
Con lo spirito di chi ha a cuore ciò per cui
si batte, è una donna che si è guadagnata la
stima e il rispetto della gente parlando
apertamente. Che venga fatta senatrice o no,
è certo che in ogni caso Margherita ha
ancora tanto da insegnarci. |
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