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Telegiornaliste anno VII N. 15 (275) del 18 aprile 2011
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MONITOR Margherita
Trupiano: obiettivo donna di Giuseppe Bosso
Incontriamo Margherita Trupiano, volto di Tva,
emittente siciliana, professionista dal 1980 sugli schermi con all'attivo un
lunghissimo curriculum di successi che l'hanno vista presentatrice di importanti
manifestazioni, relatrice e moderatrice a convegni, protagonista di numerose
giurie per il conferimento di premi e mezzobusto protagonista anche di un gruppo
di fans che su Facebook l'hanno eletta 'La migliore giornalista donna
dell'agrigentino'. Margherita ci parla di un'interessante iniziativa che la
coinvolge da un anno.
Cos'è
Obiettivo donna?
«Un libro fotografico e un calendario di cui sono protagoniste donne di tutta
Italia di età compresa tra i 35 e i 60 anni».
Come è nata questa tua partecipazione?
«È un'idea di un fotografo torinese molto bravo, Claudio Molinaro. Mi contattò
un anno fa chiedendomi di partecipare al calendario. Era una cosa che non
sentivo mia, poi ho pensato alla bontà dell'iniziativa e ho deciso di
collaborare in prima persona alla sua realizzazione. Abbiamo fatto casting in
tutta Italia e a novembre lo abbiamo presentato».
Chi sono le protagoniste?
«Donne protagoniste di un vero e proprio vademecum, dall'anoressica che ha
superato il suo problema a persone che hanno avuto problemi di depressione,
lontane dallo stereotipo della 'bellona' propinato dalla tv».
Il messaggio lanciato?
«Quello che questo tipo di bellezza può riuscire ad emergere. A un certo punto,
il passare degli anni può farsi sentire, arrivano le prime rughette... ma se si
affronta con lo spirito giusto si può vivere con serenità e con il sorriso,
senza invidiare nulla a questi stereotipi irraggiungibili».
Ci sarà un seguito?
«Sì, prossimamente inizieremo i casting per il calendario 2012».
A ben guardare, però, sembra che siano proprio le over 35 ad eccitare le
fantasie maschili, forse più delle showgirl giovanissime. Cosa ne pensi?
«Dopo l'esperienza condotta con Obiettivo donna 2011 e tramite la stesura del
libro Ritratti, mi sono ancora più convinta di ciò. Ovvero che questo
segmento femminile possiede delle chance in più: fascino, esperienza, vissuto.
Una fascia di donne che comunica con il corpo ma principalmente con la mente e
la seduzione mentale è decisamente molto più forte di quella meramente fisica».
Inevitabile parlare della manifestazione del 13 febbraio scorso. La tua
opinione da donna e da giornalista?
«La bellezza è armonia, forma attraverso la quale deve manifestarsi un positivo
contributo alla vita e alla società, non certo uno strumento per ridurre la
dignità dell'essere donna. Anche in questo caso il modello che vien fuori dai
media è distorto, la stragrande maggioranza di esse lavora, studia, si spende
per dare un contributo sociale. Quest'ultima è la donna che può vincere nella
vita imprimendo cosi un segno di crescita al passato e donando spunti per un
futuro rinnovato e forte della sua sensibilità. Il 13 febbraio è stato lanciato
un forte appello alle istituzioni, ma ancor più ad alcune donne, che fanno
facile uso dell'esserlo, a riflettere sul proprio ruolo. Credo che proprio su
queste ultime si debba continuare ad agire».
Al di là di Obiettivo donna, chi è Margherita e come vive il suo lavoro di
giornalista?
«Amo il mio lavoro che svolgo oramai da diversi decenni, mi carica di forte
responsabilità il sapere di essere un punto di riferimento credibile per il mio
pubblico e le istituzioni. Amo definirmi in continuo divenire, cerco sempre di
apportare a me stessa quei correttivi che possano rendermi più vicina e
imparziale rispetto alle problematiche che quotidianamente noi giornalisti
trattiamo. La mia forza sono i miei telespettatori con i quali ho un rapporto
meraviglioso, dai quali ricevo energia e voglia di continuare, essere presente e
vicina ad essi. Una esperienza professionale bellissima, ma ancor più un
esaltante possibilità di curare e arricchirmi di splendidi rapporti umani».
Da pittrice, se dovessi rappresentare la situazione attuale della donna in
Italia, come la dipingeresti?
«Ho anche un'anima di artista e mi esprimo nella pittura informale. Dipingere la
donna di oggi mi darebbe la possibilità di esprimere ciò che sono, mille
sfumature che si intrecciano, toni che si miscelano, si stendono piatti, poi si
attorcigliano, si fondono, dal nero passando per il rosa, il rosso, l'arancio e
per finire con il giallo e l'oro, in sinuose forme complesse, articolate e
ricche come solo noi donne sappiamo essere. Anzi, grazie Telegiornaliste la mia
prossima tela sarà dedicata a voi e alle donne». |
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CRONACA IN ROSA Donne
da réclame di Anna Rossini
Loro non chiedono la parola, se la prendono. Sono un gruppo
di giornalisti, scrittori, professionisti della
comunicazione, uomini e donne che hanno deciso di iniziare
un percorso di indagine e di promozione dell'immagine
femminile nella comunicazione. Non chiederci la parola
è una casa di produzione video che fa dalle donne e del
mondo visto dalle donne il suo centro d'attività. Che per
Cristina Tagliabue e Anna Maria Aloe, fondatrici del gruppo,
vuol dire riflettere su se stesse, sui problemi con gli
uomini e col proprio corpo e sulla necessità di riuscire a
fare tutto nel migliore dei modi.
Video e campagne pubblicitarie sono il frutto del lavoro
dell'agenzia, ma molto importante è anche il lavoro di
destrutturazione della comunicazione altrui che si trova sul
sito. È La réclame, cioè l'analisi di spot e
cartelloni pubblicitari che hanno le donne come
protagoniste. Con nomi e cognomi, ovvero indicando le
agenzie e i creativi che hanno lavorato alle pubblicità,
viene analizzata la struttura della comunicazione, il
linguaggio visivo e i significati veicolati. Per
scoprire che l'immagine della donna è quella di un
oggetto, usata per richiamare stimoli sessuali e
sensualità.
Non avete mai notato le campagne analizzate nei brevi
filmati della Réclame? Nulla di strano, perché la stessa
tecnica è usata infinite volte, così tanto che è
diventata normalità difficile da decodificare. Pur restando
poco dignitosa per l'immagine della donna.
Non stupisce quindi se secondo gli specialisti di
comunicazione inglesi, la pubblicità più apprezzata di
sempre in Gran Bretagna è ancora oggi quella dell'allora
(1994) innovativo Wonderbra, dove una giovane Eva Herzigova
sorrideva ammiccante con un decolleté da urlo. Sorge il
dubbio che coloro che hanno espresso questo giudizio siano
tutti uomini e che dare una corretta immagine della donna
non sia esattamente tra le loro principali preoccupazioni. |
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FORMAT Eva
Crosetta: mai sedersi sugli allori
di Giuseppe Bosso
Incontriamo questa settimana Eva Crosetta, la
conduttrice che affianca Michele Mirabella nella
mattinata di Rai3.
Com'è iniziata la sua collaborazione con
Mirabella in
Apprescindere?
«'Apprescindere' da tutto quello che ultimamente
si legge e si sente, la mia partecipazione a
questo programma è iniziata dopo aver superato
un regolare provino, previo colloquio con il
gruppo autorale. Tutto ciò, già solo a
scriverlo, sa quasi del sapore dei bei tempi che
furono... che nostalgia!».
In precedenza vanta una lunga esperienza da
inviata, a Linea Verde e Uno Mattina:
meglio andare in giro o condurre in studio?
«Come co-conduttrice di Linea verde avevo
il palcoscenico più bello del mondo, la natura
della nostra Italia, ma come insegna la vecchia
scuola è lo studio, con le sue dinamiche, che
consacra il vero conduttore».
Giungere alla conduzione per lei è la fine
della gavetta o l'inizio di una nuova trafila?
«Mai sedersi sugli allori, soprattutto quando si
è giovani, ce n'è di strada da fare e
soprattutto di vita da vivere...».
Qual è il suo sogno nel cassetto?
«La tranquillità di vivere serena con la mia
famiglia, facendo la professione che amo. Troppo
ambizioso?».
Cosa consiglierebbe ad una ragazza che
volesse iniziare a lavorare nel mondo
dell'informazione?
«La depisterei, e se ciò non bastasse la
inviterei a studiare e a prepararsi sempre, non
per gli altri o per rincorrere chissà quali
successi o promozioni ma esclusivamente per la
sua persona».
Sta man mano iniziando ad avere un grande
seguito anche nel nostro forum e tra i nostri
lettori: questa attenzione nei suoi confronti la
lusinga o la imbarazza?
«Mi lusinga molto e non vi nascondo che mi
diverto a leggere i diversi commenti. Attraverso
questa intervista colgo l'occasione per salutare
e ringraziare tutti i "crosettiani" (come
qualche lettore ha scritto), complimentandomi
con chi trova anche il tempo di inserire foto e
video. Grazie mille!».
Un aggettivo per descrivere Eva Crosetta
secondo Eva Crosetta.
«Solo uno? Impossibile. Vi consiglio di
chiederlo a quei pochi che mi conoscono
veramente».
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HOT GIRLS Niente
sesso senza sangue di
Valeria Scotti
Tocca aver pazienza, tanta pazienza con le
donne. Un giorno c’è il mal di testa, un altro i
classici disturbi femminili. E poi il lavoro
stressante, i figli da crescere, la casa da
portare avanti tra
cucina/pulizie/assedastiro/aspirapolvere. E per
il sesso, il tempo non c’è. Mai.
Un’esigenza cancellata dal proprio block notes
insieme al pane e alle uova appena acquistate.
Ma sappiate che se con le partner spesso e
volentieri bisogna combattere a letto,
una spiegazione c’è ed è quella che arriva dai
ricercatori della Wayne State University di
Detroit.
Mettetevi comodi: la cause dei tanti e soventi
no è nel sangue. Entriamo allora nello
specifico. A quanto pare, infatti, il cervello
della donna che fa sesso spesso e volentieri è
diverso da quello di chi invece lo evita. No,
non è questione di perversione innata. La
differenza sta nelle cellule cerebrali coinvolte
nell'azione della libido che non godrebbero
dello stesso afflusso di sangue nelle
donne con scarso appetito sessuale, rispetto a
quelle con desiderio intenso. Per questo motivo,
dal cervello arrivano segnali che generano
scarso interesse a ciò che dovrebbe avvenire
sotto le lenzuola.
A mettere la mano sul fuoco sulla teoria è il
dottor Michael Diamond e la sua equipe che hanno
lavorato sul cervello di un gruppo di donne a
cui erano stati fatti visionare dei film a luci
rosse. Diamond, dunque, non si perde in giri di
parole: dietro alle scuse per non fare sesso che
può accampare una donna in realtà può esserci un
reale disturbo fisiologico. Una tremenda
notizia, diciamolo pure, per il genere maschile. |
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DONNE Anna
Prouse: cuore e mente a Nassiriya
di Simona Di Martino
«Noi ti rispettiamo, sei un uomo onorario».
«No. Sono una donna e dovete rispettarmi per
quel che sono». Quarantenne, italiana, dal
2006 Anna Prouse è l'unica donna
Team Leader di una delle squadre di
ricostruzione in Iraq, a Nassiriya.
Una laurea in Scienze politiche e diversi
anni di militanza come inviata per
Repubblica. Ma come giornalista, diceva,
«non mi sentivo abbastanza libera». Nel 2003
vince un concorso indetto dalla Croce Rossa
per la costruzione di un ospedale militare a
Bagdad. E fu l'inizio.
Sfida non facile rimettere in piedi un Paese
dilaniato dalle guerre, ridare dignità e
speranza ai suoi abitanti, ricostruire case,
scuole, ospedali, strade, ponti, ferrovie
mentre dal cielo bombe e razzi continuano a
cadere. Anna Prouse, dopo esser scampata a
due attentati, ce l'ha fatta. Le sue parole
d'ordine: integrazione e formazione.
«Dovevamo innanzitutto mostrare il volto
umano dell’Occidente, e decidemmo di farlo
attraverso la cultura. A che cosa
serve costruire ospedali se mancano medici e
paramedici?».
Per rendere autonoma nel lavoro la
popolazione locale, la Prouse ha ideato il
Training Centre, istituto che
organizza corsi di formazione in vari
settori, lezioni di computer per 300 bambini
e di inglese per 500 insegnanti, ma anche
seminari sui diritti dell’uomo, sulla
libertà di stampa e persino di culto. Per le
donne, un'attenzione particolare: «Anziché
organizzare seminari sui diritti delle
donne, decisi di insegnare loro a guidare e
mettere in piedi una compagnia di taxi
gestita da donne e per sole donne».
E ancora: la musica, il cinema mobile, il
teatro all’aperto, librerie ambulanti, corsi
di alfabetizzazione nelle prigioni. «In Iraq
si parla spesso e volentieri di un concetto
che piace a tutti, “heart and mind”,
ossia riuscire a conquistare i cuori e le
menti della gente».
Grazie al suo coraggioso operato, dal 2009
Anna Prouse è Cavaliere al merito
della Repubblica italiana. «Se quattro anni
fa mi avessero detto che sarei riuscita ad
avere anche un rapporto di amicizia con gli
iracheni non ci avrei creduto. Invece ora so
che una parte di me rimarrà qui». |
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