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Archivio Telegiornaliste anno VI N. 41 (258) del 6 dicembre 2010
 
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MONITOR Rossella Marino, determinazione ed esperienza di Giuseppe Bosso

Pubblicista dal 2007, Rossella Marino lavora a Gente di mare tv. Dopo aver mosso i primi passi sulla carta stampata e aver lavorato a La voce di Rovigo, Cronache di Napoli e a Mediapress, ha avuto la sua prima esperienza televisiva a Canale 21.

Come sei arrivata a Gente di mare tv?
«Devo ringraziare Angela Siciliano e Gaetano Ferrandino: Angela l'ho conosciuta a Canale 21. Quando è passata a Gente di mare con Gaetano, sapeva che lui cercava nuovi volti per la nuova emittente».

L'esperienza a Canale 21 è stata importante per te?
«Sì, molto positiva. Ho imparato i meccanismi del lavoro in tv che sto approfondendo adesso accanto a un maestro come Gaetano».

Gaetano a parte, lavori in una redazione femminile. Più complici o rivali?
«Complici, assolutamente. È il modo migliore perché una squadra funzioni come si deve».

Coprite una vasta area, dalla zona flegrea alle isole, in gran parte sprovviste di un'emittente di riferimento come altre parti della Campania. Avvertite questa responsabilità?
«Per l'area flegrea senz'altro. È una responsabilità che sentiamo soprattutto in questo momento difficile per la nostra regione».

L'esperienza più significativa tra quelle che hai vissuto finora?
«Non ho memoria del mio primo servizio in assoluto, ma ho un bel ricordo dell'inaugurazione di un campo sportivo a Qualiano, tra tanta gente che salutava festosamente una novità importante che avrebbe significato per i giovani un punto d'incontro nuovo e da scoprire. E poi, la mia prima diretta, pochi mesi fa, in occasione della festa di Sant'Anna ad Ischia; una grande emozione di cui, anche stavolta, ringrazio Gaetano per la grande fiducia concessami».

Nel futuro, ti vedi in Campania o fuori?
«Anche fuori. Le occasioni, nel nostro mestiere, vanno colte al volo».

Anche se questo significasse essere una delle tante, piuttosto che un volto di punta nella tua regione?
«Aspiro a diventare professionista, e se significa essere una delle tante, ben venga. L'esperienza è fondamentale».

Si torna a parlare della Campania in termini negativi per l'emergenza rifiuti. Secondo te quali sono i toni giusti per affrontare l'argomento, da parte dei media?
«Facendo il nostro mestiere, serve la cronaca obiettiva. La situazione, specie nelle zone di Terzigno dove c'è la discarica, è esasperante, ma è bene che la gente abbia la possibilità di far conoscere cosa sta subendo e come vive, perché si possano trovare soluzioni adeguate».

Più delusioni o soddisfazioni nel tuo percorso?
«Cerco di guardare sempre al lato positivo, di delusioni ne ho avute, come tutti. Ma fa parte del gioco. Per il resto, sono felice di aver scoperto questa nuova porta».

In futuro di cosa ti vorresti occupare?
«Cronaca nera, mi piacerebbe seguirla».

Ma non pensi ce ne sia troppa? Il caso di Avetrana, per esempio...
«Sta diventando un vero e proprio reality, come gli altri efferati delitti che abbiamo visto in questi anni. No, quella è esasperazione, non ha nulla a che vedere con la cronaca come la intendo io. L'informazione deve fare il suo mestiere senza andare a scavare ossessivamente alla ricerca dei dettagli più scabrosi, è quello il confine tra la spettacolarizzazione e la comunicazione, tra il modo giusto di riportare le notizie e il macabro».

Un aggettivo per descriverti come donna e come giornalista.
«Determinata. E lo hanno capito, spero, quanti mi sconsigliavano di continuare la strada del giornalismo, di fare altri lavori. È il mio sogno e cerco sempre di farlo bene, di affrontare nuove esperienze come quella della conduzione che ho iniziato da poco con entusiasmo e curiosità».
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CRONACA IN ROSA Dai voce a una radio di Anna Rossini

Metti insieme radio italiane e di Paesi in via di sviluppo, falle collaborare per favorire lo sviluppo, l’affermazione dei diritti umani e per promuovere la conoscenza reciproca, e avrai Dai voce a una radio.

L'iniziativa, organizzata da Media Aid, nasce con lo scopo di favorire la creazione e il rafforzamento di media indipendenti in Paesi in via di sviluppo o nei gruppi svantaggiati, formare personale mettendo a disposizione dei progetti solide professionalità e creare una rete in Italia che faccia crescere la sensibilità e l’informazione su questi Paesi perché "la comunicazione e l'informazione svolgano un ruolo fondamentale, sia per lo sviluppo economico e sociale, sia per la piena affermazione della democrazia".

Ecco allora i gemellaggi: Radio Articolo1 con Oxyjeunes, attiva in Senegal, nella periferia di Dakar, con un'attenzione particolare ai giovani talibè; Radio3 RAI con Radio Maendeleo, promossa dalla rete di Ong che opera nel nord Kivu, Congo, a difesa dei diritti umani; Radio Capital con Radio do Pais, ad Haiti, una radio campesina molto diffusa, impegnata nell’agricoltura sostenibile.

«La radio può svolgere una funzione fondamentale nei paesi in via di sviluppo, soprattutto nelle aree più povere, dove gli altri media non arrivano - ha affermato Anna Donato, presidente di Media Aid - Attraverso le radio comunitarie è possibile dare voce a chi di solito è escluso dalla comunicazione e dalle informazioni».

«In qualsiasi villaggio sperduto, in ogni capanna, la voce della radio arriva. Essa è stata spesso strumento di educazione, di diffusione di messaggi di pace e dialogo, e di indicazioni fondamentali per la popolazione in casi di conflitti o di epidemie - aggiunge Nino Sergi di Link 2007, associazione che consorzia molte Ong italiane - è necessaria valorizzarla sempre di più nei programmi di sviluppo e nelle emergenze umanitarie».

All'attivo di Media Aid anche Le Città Invisibili, un progetto per formare giovani giornalisti e tecnici provenienti dagli slums di Nairobi, Kenya, dando loro capacità e mezzi per raccontare la propria realtà e sostenere la società civile.
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FORMAT Giulia Cennamo: passione basket di Giuseppe Bosso

Questa settimana incontriamo Giulia Cennamo. Vincitrice nell’estate 2010 del concorso Miss Campania Basket organizzato da Teleluna, ora collabora con il programma Campania Basket condotto per la stessa emittente da Anna Di Chiara e Gianluca Pota. Da sempre appassionata di basket, ha collaborato con Tele Salerno Uno realizzando interviste al basket battipagliese e alla Salernitana calcio per il Tg Sport, e nei panni di “cesarina” in diretta a Zona Cesarini, talk show sulla squadra granata. Tuttora è nella redazione ed è inviata di Pagine del Cilento in onda su Telecolore, trasmissione con cui ha mosso i primi passi nelle tv locali. Inoltre scrive per il mensile di basket campano A Canestro.

Come hai partecipato al concorso Miss Campania Basket?
«È stato un gioco per me. Fosse stato uno dei tanti concorsi di bellezza, mai avrei partecipato. Ma essendo legato ad una delle mie passioni l’ho fatto volentieri».

Come nasce il tuo amore per il basket?
«Non da sempre in verità. Ho iniziato ad avvicinarmi a questo sport quando studiavo a Roma, frequentando il CUS alla Sapienza. In passato avevo praticato nuoto e aerobica. Ma nella capitale ho iniziato a frequentare il Palalottomatica, a seguire le partite della squadra di serie A1, e ho iniziato anche a praticarlo a livello amatoriale. Ora sono istruttrice minibasket, tesserata alla Fip, attività che mi permette di stare a contatto coi bimbi e vederli emozionarsi nel muovere i primo passi con la palla a spicchi. Tornando a casa, vicino Battipaglia, ho continuato a frequentare l’ambiente, seguendo le squadre della mia zona».

Quindi il concorso di bellezza è stata anche una possibilità di intraprendere un nuovo sbocco professionale.
«Si, mi auguro che lo sia davvero. È una grande fortuna per me poter lavorare con esperti come Gianluca Pota, Anna Di Chiara, Ettore De Lorenzo, e nel frattempo continuare le collaborazioni con Telecolore dove seguo da inviata manifestazioni del Cilento e dintorni per Pagine del Cilento».

È finita l’era delle ragazze immagine nei programmi sportivi?
«Si, ormai le ‘schedine’, le ‘letterine’ hanno ceduto il passo a ragazze che partecipano al dibattito, che sono appassionate e che possono dire la loro. Non era certo quella la mia aspirazione».

Da grande sarai giornalista, dunque?
«Fin da bambina mi divertivo a giocare a fare la conduttrice di programmi. Una curiosità per il mondo dei mass media che mi ha portata a scegliere come iter universitario la facoltà di Scienze della Comunicazione. Ora che sto iniziando questo percorso mi piacerebbe, un domani, specializzarmi nell’infotainment coniugando informazione e intrattenimento».

Mai ricevuto proposte indecenti?
«No, per fortuna! Ho lavorato sempre con persone che stimo molto».

Rimarrai in Campania o andrai fuori per fare esperienza?
«A Roma ho partecipato anche come figurante a diverse trasmissioni Rai e Mediaset, ma ovviamente era un ruolo che lasciava il tempo che trovava. Intanto sto per concludere gli studi e in futuro ho in mente di frequentare un master in marketing a Milano. Ma non escludo di frequentarne anche uno in giornalismo, perché è questo il mio sogno nel cassetto».

Un aggettivo per descriverti?
«Imprevedibile. Mi contraddistingue una verve creativa per cui non posso definirmi per niente una ragazza scontata. Gli amici, oltre che Miss, mi chiamano Princess come potrete vedere nel mio canale YouTube… è da quando ho partecipato ad un concorso della Tim realizzando un corto che è nata questa idea».

Ti senti più pupa o secchiona?
«Né pupa vuota, né secchiona banale: una “pupa originalmente secchiona” direi!».

C’è spazio per gli affetti tra tanti impegni?
«Fortunatamente sì. Gli affetti viaggiano su una corsia preferenziale. Sono spesso le persone care a spronarmi a dare il massimo».
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HOT GIRLS Ti vieto il porno di Valeria Scotti

Care donne, proprio non ci siamo. Una fede al dito non risolve i problemi. Anzi, spesso ne crea alcuni a prima vista insormontabili. E zac... si cade nel divorzio.

Mettiamo il caso che vostro marito abbia una passione sfrenata per le pellicole a luci rosse. Cosa si fa, si lascia correre o ci si arrabbia con tanto di vendetta?

No, non è un quiz. Ma sappiate che secondo il rabbino Shmuley Boteach, considerato uno dei massimi esperti sui temi dell'amore, del sesso e del matrimonio, le mogli hanno il diritto di vietare ai maschietti la visione di materiale porno.

A sentire Boteach, le donne non dovrebbero mostrare timidezza o esitazione nei confronti dei mariti in quanto uniche responsabili - da sempre - della buona riuscita di un rapporto. E spesso, fa sapere il rabbino, conflitti coniugali nascono proprio a causa del porno. Mica da differenti punti di vista magari sull'educazione dei figli. Quelle, vai a vedere, son stupidaggini.

Boteach non vuol sentire ragioni. «Le donne devono svegliarsi dal sonno in cui sono cadute, hanno il diritto di stroncare il problema sul nascere. La pornografia è distruttiva, non solo perché è un insulto alla propria moglie, ma perché allontana dal partner. Il danno che infligge non è poi così diverso dall'adulterio». Che il signore stia un tantino esagerando?
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DONNE Carol Ann Bartz: la donna di Yahoo di Chiara Casadei

Il contesto lavorativo delle grandi imprese mondiali sembra dominato da una moltitudine di cariche maschili, escludendo aprioristicamente le figure femminili che si fanno strada a suon di conquiste in un crescendo di successi. Capita d’imbattersi però, di tanto in tanto, in donne come Carol Ann Bartz, classe 1948, originaria del Minnesota. Precisamente Winona.

Il suo percorso: un’escalation a partire dalla laurea in informatica all’University of Wisconsin-Madison (1971) fino all’attuale posizione di Presidente e Amministratore Delegato della multinazionale Yahoo!, carica che ricopre dal gennaio 2009.

Senza scordarsi le “parentesi” di innumerevoli esperienze lavorative che hanno dato forma alla grintosa veterana della Silicon Valley: i primi passi mossi alla multinazionale 3M (1979) dove era per giunta l’unica donna in una divisione di 300 uomini, fino a quando nel 1992 è diventata Amministratore Delegato di Autodesk, leader mondiale di programmi di design software usati in architettura, ingegneria e nelle costruzioni. Ha fatto parte inoltre di numerosi Consigli di Amministrazione: Intel, Cisco Systems, Autodesk, Bea Systems, Network Appliance e la Fondazione per l'utente Nazionale della Scienza.

Nello stesso anno in cui prendeva le redini di Autodesk, le veniva diagnostico un cancro al seno, che ha affrontato con successo nei sette mesi successivi. Madre di tre figli, moglie, amante di golf, tennis e giardinaggio, la Bartz incarna il moderno prototipo di donna “multitasking”, capace di conciliare una folgorante carriera - nel 2009 era la 12esima donna più potente al mondo secondo Forbes - con un’appagante vita affettiva. Del resto, non c’è niente di più esplicito del suo motto: «Fai ingrossare i fegati degli altri, se riesci, almeno il tuo rimane sano».
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