Archivio
Telegiornaliste anno VI N. 30 (247) del 20 settembre 2010
indice della pagina:
Monitor |
Cronaca in rosa |
Format |
Hotgirls |
Donne |
MONITOR Laura
Mambelli, una carriera al Tg1
di Giuseppe Bosso
Questa settimana Telegiornaliste incontra
Laura Mambelli del Tg1.
Come sei arrivata al
Tg1?
«Era il '94. Il mio giornale - ultimo tentativo di rifondare il vecchio e
glorioso Paese sera - aveva chiuso, ero appena diventata professionista
ed ero già disoccupata. Cominciai con le collaborazioni esterne: l'agenzia
Dire, settimanali, ma soprattutto Il Corriere della Sera, dove mi
aveva aiutata ad entrare Bruno Tucci, oggi presidente dell'Ordine
dei giornalisti del Lazio, al quale mi rivolsi come membro del cdr del
Corriere. Senza conoscermi e senza alcuna segnalazione, ma solo con un pezzo di
prova, mi offrì l'opportunità di scrivere per due anni per il più grande
quotidiano italiano. Ad agosto, il Tg1 mi chiamò per una sostituzione di un
mese. Pausa di un anno, poi quando non ci pensavo più mi richiamarono, e poi
ancora e ancora con pause continue fino a otto snervanti anni di contratti a
termine. Alla fine, nel 2001, grazie alle liste dei precari dell'Usigrai, venni
finalmente assunta».
Per te è stato un punto di arrivo o di ripartenza?
«Un punto di arrivo, ma è chiaro che in questo mestiere bisogna vivere di
ripartenze altrimenti è finita».
Ti senti più inviata o anchorwoman?
«La prima volta che mi sono seduta sulla sedia della conduttrice ero emozionata,
ma una volta finita la conduzione ho pensato "sì, bello, ma che ho fatto? Tutto
qui?". Insomma, il mestiere del giornalista non è quello del conduttore. Il
giornalista è il giornalista, che è un'altra cosa».
Come hai vissuto i recenti cambiamenti che hanno riguardato la tua testata?
«Cambiamenti? Ad ogni cambio di governo il Tg1 cambia, è così da sempre. Sta a
noi che ci lavoriamo non cambiare, a volte ci riusciamo, a volte no».
In un tg importante come il vostro avverti più complicità o competizione con
i tuoi colleghi?
«Competizione, ovvio. Ma se un collega fa una cosa buona la fa per il giornale
per cui lavoro anch'io. Questo è un bene per tutti».
E con le donne, più solidarietà o più rivali?
«Noi donne sappiamo che le donne sono più brave».
Quale, tra le tante notizie che hai avuto modo di riportare, ti è rimasta più
impressa?
«La cronaca nera mi fa sempre impressione; anche se è il mio lavoro da tanti
anni, non mi abituo. Il ricordo incancellabile è quello dei bambini morti nella
scuola di San Giuliano di Puglia. Succedeva sotto i miei occhi e non potevo
crederci: i genitori seduti davanti alla scuola dove i vigili del fuoco
scavavano, i loro figli forse morti, forse vivi».
E quale notizia vorresti dare?
«Cure trovate, vaccini scoperti, la liberazione dalle malattie e dalle
sofferenze. Ma qui il giornalismo c'entra ben poco».
L'apprezzamento più bello e la critica più amara che hai ricevuto?
«I complimenti pubblici ricevuti per il mio lavoro da Michele Santoro nella
conferenza stampa che segnava il suo ritorno in tv e l'inizio di Annozero,
dove ho lavorato per due anni in distacco dal Tg1. Ma anche un fondo di Barbara
Spinelli che, su La Stampa, scriveva in termini lusinghieri di un mio
servizio e anche di me, mi ha riempito d'orgoglio. Le critiche più amare, ovvio,
quelle sul benedetto Shuttle che in un tg della notte dissi essere 'esploso' e
invece era stato solo lanciato. Vecchia storia ma continua a girare su
YouTube in tutto il mondo. Approfitto di questo spazio per spiegare cosa
accadde realmente: si trattò di un errore di traduzione dell'agenzia Apcom e di
chi mi disse di leggerla. Non è che un conduttore possa fare in onda le
verifiche o rifiutarsi di leggere le notizie che un superiore indica. Un'altra
precisazione sulla smentita: parlai di "un'agenzia che purtroppo era sbagliata"
e non di "una notizia purtroppo sbagliata". Quel 'purtroppo' si riferiva al
fatto di aver fornito al telespettatore un'informazione errata. Spero di aver
chiarito la differenza».
Chiarito questo punto. Cosa pensi invece di Telegiornaliste?
«È un sito buffo, sembra che abbiate il mito dei giornalisti televisivi, e in
particolare dei conduttori. Siamo persone comuni, e quando cominciamo ad andare
in televisione dobbiamo essere capaci di tenere al guinzaglio la vanità,
altrimenti cresce troppo e si mangia il resto. Però nel vostro sito ci sono
bravi moderatori e quando qualcuno esagera, nell'uno o nell'altro senso,
interviene a ristabilire l'equilibrio con molto garbo e rispetto». |
indice della pagina:
Monitor |
Cronaca in rosa |
Format |
Hotgirls |
Donne |
CRONACA IN ROSA A
casa tua a Macerata Ospitale di
Silvia Grassetti
È una Macerata accogliente e inedita, quella che offre ai
cittadini e ai visitatori, all’interno delle case private,
le atmosfere familiari ed intime insieme al valore del
prodotto culturale locale.
Fino al 26 settembre prosegue infatti la prima edizione del
festival Macerata Ospitale, organizzato dall’Accademia
delle arti del capoluogo marchigiano.
Una Macerata ospitale davvero, aperta e facilmente
accessibile dal vivo e anche nei confronti di chi vuole
affacciarsi alla vetrina del Festival maceratese attraverso
il live web streaming.
La novità la fanno i maceratesi stessi: diverse famiglie
hanno aperto le proprie case private a concerti,
recital, dibattiti, presentazioni di libri, nel segno
dell’ospitalità e della condivisione.
Alberghi e luoghi pubblici accolgono invece mostre di
fotografia, pittura, scultura, oltre che proiezioni di
reportage e documentari.
Presenti al Festival firme autorevoli del giornalismo
italiano, come Concita De Gregorio, direttore de
l'Unita e di Massimo Fini del Fatto
Quotidiano, personaggi di fama mondiale come il
jazzista Mike Melillo, la campionessa olimpica
Giovanna Trillini e Claudia Galimberti,
co-autrice del libro Amorosi assassini.
L’ultimo appuntamento della manifestazione sarà domenica
prossima alle 18.00 con Massimo Fini, che presenterà il suo
libro Senz'anima.
A casa dei signori Cortella.
La prenotazione è indispensabile,
basta contattare Adamaccademia. |
indice della pagina:
Monitor |
Cronaca in rosa |
Format |
Hotgirls |
Donne |
FORMAT Letizia
Vicidomini: non solo speaker di
Giuseppe Bosso
Questa settimana abbiamo il piacere di
incontrare Letizia Vicidomini, speaker
radiofonica dell'emittente Radio Punto Nuovo. Ha
lavorato presso le principali radio campane
(Radio punto zero, Club 91, Radio Marte, Kiss
Kiss Napoli, Rtl 102.5). Letizia è anche
scrittrice con due romanzi all'attivo - Nella
memoria del cuore e Angel) - attrice
teatrale e conduttrice televisiva.
Qual è il tuo prossimo impegno radiofonico?
«Attualmente conduco una striscia quotidiana su
Radio Punto Nuovo, 80 voglia di 70,
dedicata alla musica di questi due decenni. Tra
poco, invece, partirà un nuovo programma
dedicato ai viaggi, in cui sarò una specie di
guida virtuale che accompagnerà l'ascoltatore
sia in senso fisico che mentale e spirituale,
alla scoperta dei vari aspetti legati a questa
esperienza. Abbiamo curato molto gli effetti
audio di questa nuova trasmissione. Inoltre, sto
preparando con la compagnia teatrale di Pagani
uno spettacolo ispirato al libro di Garcia
Marquez Diatriba d'amore contro un uomo
seduto».
Soddisfa di più un libro, un programma o uno
spettacolo?
«La radio è sempre stato il mio obiettivo e il
mio principale impegno. Ma indubbiamente sapere
che un libro da te scritto viene letto e
apprezzato dalla gente è una grande
soddisfazione. Amo comunicare in ogni forma».
Sei un volto di punta di Nocera Inferiore.
Senti questa responsabilità?
«No, per me è un piacere, ma non penso di
esserlo più di altre figure che cercano di
valorizzare il nostro territorio».
La realtà della provincia campana, secondo
te, offre spazi alle donne per emergere?
«Si tratta di una realtà faticosa in cui non è
facile guadagnare posizioni, ma non penso sa più
arduo che in altri ambiti».
Tra i tanti impegni, anche quello
probabilmente più bello e arduo come mamma.
Difficile conciliare la vita affettiva con
quella professionale?
«Ci sono state difficoltà, non le nego, vorresti
essere sempre presente e disponibile. Ma ormai
mio figlio è grande ed è perfettamente autonomo,
quindi da questo punto di vista sono un po' più
libera».
Mai ricevuto proposte indecenti?
«Fortunatamente no, sia quelle di tipo sessuale
che certi poco simpatici compromessi di tipo
professionale. Ma anche se fossero arrivate,
avrei tranquillamente mandato l'autore a quel
paese».
Hai creato un tuo
canale YouTube in cui raccogli tuoi video.
Forma di narcisismo o modo efficace di
promuoverti sfruttando le nuove tecnologie?
«Entrambe le cose. Spero che chi mi segue riesca
a cogliere anche un messaggio positivo».
Quanto conta l'immagine?
«Moltissimo, certo, ma non presa da sola. Se non
c'è il supporto del contenuto non basta. Curo il
mio aspetto, ma non lo vivo come un'ossessione».
Potendo scegliere, punteresti più
all'informazione o all'intrattenimento?
«All'infortainer, semmai, tipico della realtà
americana. Non sono certo una giornalista che si
occupa di temi importanti come la politica e
l'attualità, ma nel mio piccolo spero di
riuscire a trasmettere notizie utili per chi mi
segue, intrattenendo il pubblico con argomenti
mirati non presi superficialmente».
Come ti vedi nel futuro?
«Come un'arzilla novantenne! Scherzi a parte, mi
vedo sempre molto impegnata, alla ricerca di
cose che mi stimolino e mi rendano attiva».
Da scrittrice, pensi ci sia ancora voglia di
leggere nei nostri giorni?
«Certamente, e lo testimonia il successo di
nuovi canali come l'e-book. Però devo dire anche
che vedo in giro molte persone che scrivono
libri più per voglia di apparire che per
trasmettere contenuti. Ma che ci sia voglia di
leggere è indiscutibile».
Hai mai pensato di lasciare la tua città?
«No, abito a Nocera, ma le mie attività sono
incentrate su Napoli. C'è stata, sì, la
possibilità di vivere un'esperienza a Milano,
per Rtl, ma sarebbe stata comunque una parentesi
temporanea. Sono sempre aperta a nuovi
orizzonti, ma in ogni caso è qui che ho la mia
vita».
Dovessi consigliare a un giovane uno dei tuoi
percorsi, quale suggeriresti e quale
sconsiglieresti?
«Non penso di fare una distinzione. Ogni cosa
può aiutare a migliorarsi, a scoprire nuove
risorse. Anche in passato ho fatto altri lavori,
come quello in un ufficio marketing, in cui mi è
capitato di avere a che fare con persone
sgradevoli. Ma penso che sia importante non
fossilizzarsi su una sola cosa, la crescita
professionale va compiuta passo dopo passo anche
tentando più strade. Se c'è passione, c'è anche
la possibilità di crearsi nuove occasioni».
Dovessi scrivere un libro su di te, come lo
intitoleresti?
«Sicuramente in un modo che richiami concetti
come volontà, iniziativa».
Come ti descrivi, come donna e come
protagonista della comunicazione?
«Ottimista. Aperta. Disponibile ad accogliere e
a comunicare. E molto curiosa di ascoltare le
proposte di chi mi cerca». |
indice della pagina:
Monitor |
Cronaca in rosa |
Format |
Hotgirls |
Donne |
HOT GIRLS Cam
girls: sogno o incubo? di
Pierpaolo Di Paolo
... Ci si può fidare? Per scoprirlo andiamo alla
ricerca di una camgirl. Si può facilmente
immaginare di trovarne nelle chat erotiche,
quindi entriamo in quelle di
Ciaoamigos. Sono l'ideale perché si tratta
di videochat e difatti, dopo poco,
individuiamo l'obiettivo. Il suo nick,
Postepay11eu, lascia davvero poco spazio
all'immaginazione.
La ragazza sponsorizza il proprio lavoro nella
chat pubblica. Possiamo vederla. È una modella
giovane, max 25enne, bionda, dai lineamenti
delicati. Il viso è inquadrato solo fino alla
bocca, quanto basta per capire che è una donna
molto bella. La contatto in privato e la
trattativa è molto veloce. La ragazza si
presenta come Patrizia De xxx e chiede un
pagamento di €11 sulla sua Postepay. In cambio
offre il "paradiso": «Faccio show di 20
min - dice - con spogliarello e masturbazione.
Uso dildo, anche anal. Tu dimmi la tua fantasia
e io la realizzo».
Le chiedo di salutare in cam, poi di fare 3 con
le dita, per assicurarmi di non star guardando
un video registrato. Tutto ok, la modella
che ho di fronte è reale. Effettuo il pagamento,
tutto è pronto per cominciare. Ma a cominciare,
ovviamente, son solo i problemi. Patrizia
controlla l'avvenuta ricarica, poi smanetta
velocemente sulla tastiera, come ad eseguire una
operazione di routine, dopodiché comunica: «Il
tuo pagamento non è arrivato. Guarda anche tu» e
gira la cam sul suo pc per mostrarmi il saldo
del suo conto: €0,00.
Ed ecco immediatamente spiegata anche l'insolita
richiesta di €11: nello spostarsi il versamento
su altro conto, la ragazza spende ogni volta €1
di commissione. Occorre chiedere €11 per fare la
consueta scena ed incassare lo stesso cifra
tonda. Non mi arrendo. Giro anche io la cam
sul mio pc a mostrarle il pagamento effettuato.
La ragazza non si scompone, anzi, come seguendo
un copione ripetuto milioni di volte, esclama:
«Ah no, ecco spiegato. Il tuo pagamento risulta
bloccato. È già successo spesso con Postepay.
Fammi un altro pagamento identico e si sblocca,
io poi ti restituisco il secondo pagamento».
Ormai la tecnica è chiara, non c'è motivo di
farsi spennare oltre. Mi limito a insistere: io
ho pagato quanto pattuito, dunque voglio solo
che i patti siano rispettati. Lei ripete più
volte la sua richiesta, provando a vedere se le
riesce di spillare ancora qualcosa. È evidente
che a volte le deve andar bene. Qualche fesso,
più fesso degli altri, si trova sempre. Quando
però capisce che ormai ho mangiato la foglia,
chiude di netto la conversazione e torna in chat
pubblica, alla ricerca di nuovi polli...
(continua) |
indice della pagina:
Monitor |
Cronaca in rosa |
Format |
Hotgirls |
Donne |
DONNE Ciao
Marcellona di
Simona Di Martino
“Ogni essere umano ha diritto a scegliere la
propria esistenza”. Così diceva Marcellona,
alias Marcella Di Folco, scomparsa lo
scorso sette settembre a 67 anni, dopo una
malattia che l’aveva indebolita nel corpo,
non nello spirito.
È stata la prima trans al mondo ad
ottenere la carica di consigliere comunale,
a Bologna. Si era inoltre candidata al
Parlamento europeo e al Senato. Attivista
politica dal 1988, anno in cui venne
nominata Presidente del MIT (Movimento
Identità Transessuali), Marcella Di Folco è
stata un saldo punto di riferimento nella
lotta per i diritti civili di
omosessuali e transessuali. “I diritti sono
diritti, non una ricompensa perché si
aderisce al moralismo dominante. Non si
elargiscono solo a chi ci piace”.
Politica, ma anche attrice. Federico
Fellini aveva notato l’allora Marcello, e
l'aveva immediatamente scritturato per
Satyricon (1969); poi il grande successo
di Amarcord (1973): “Principe,
gradisca!”.
Il suo impegno sociale è strettamente legato
alla sua vicenda personale: “Sono stata
sempre in crisi perché anche se mi
comportavo da omosessuale, omosessuale non
ero”. “Non amavo avere rapporti con altri
omosessuali. Io ero donna”.
E che donna!
Ironica. A Fellini, durante le
riprese de La città delle donne
(1980), aveva detto: “Maestro, lei è il più
grande genio del mondo e nel cinema può fare
tutto, tranne una cosa: insegnarmi a fare il
frocio, questo no!”
Vanitosa. Quando rifiutò la parte in
Ginger e Fred (1986): “Nella scena mi
sarei dovuta togliere la parrucca e far
vedere che non avevo i capelli, ma io
all'epoca ero appena diventata donna, ero
una bellissima signora e non mi andava”.
Carismatica fino all’ultimo,
Marcellona. Al Roma Pride 2009 aveva
dichiarato “almeno che si cominci a
parlare di noi in modo più rispettoso,
più dignitoso. È quello di cui abbiamo
veramente bisogno”. |
indice della pagina:
Monitor |
Cronaca in rosa |
Format |
Hotgirls |
Donne |
|