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Telegiornaliste anno VI N. 29 (246) del 13 settembre 2010
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MONITOR Pina
Greco, tra le onde di Gente di Mare di Giuseppe
Bosso
Incontriamo questa settimana Pina Greco,
conduttrice al fianco di Gaetano Ferrandino della seconda edizione del fortunato
format Gente di Mare. Nata a Napoli, professionista dal 2008, è alla sua
prima esperienza televisiva dopo una lunga carriera tra uffici stampa e
collaborazioni per varie testate, tra cui Il Giornale di Napoli, il
quotidiano Roma, Radio CRC targato Italia e, dal 2009, Il Sole 24 Ore.
Come hai vissuto questa tua prima parentesi televisiva?
«Molto bene, mi ha permesso di scoprire un nuovo modo di fare comunicazione che
non avevo mai cercato da quando ho cominciato, e di confrontarmi con temi più
leggeri di quelli, diciamo ‘istituzionali’, che ho avuto modo di trattare».
E con Gaetano Ferrandino come ti sei trovata?
«Benissimo, è un collega simpatico e molto professionale che ha creduto
fortemente in questo format e, da due anni, lo porta avanti con successo,
coadiuvato da un altro grande talento come Arturo Anastasio, il cameraman che ci
segue nelle nostre tappe. Con loro mi sono trovata davvero alla grande!».
Il programma può essere una vetrina per il rilancio del turismo in Campania?
«Certo, e l’ho riscontrato dal seguito e dall’attenzione delle amministrazioni
locali che hanno pienamente sposato questo progetto. Purtroppo non tutti
apprezzano appieno le risorse e le bellezze che ci circondano, un inesauribile
veicolo per la ripresa dell’economia. Tanti ancora continuano a chiamarci per
proporsi e per suggerire spunti da trattare».
Gente di Mare tv
è un canale prettamente femminile per scelta o per caso?
«Direi per caso, non penso sia una linea editoriale. Certo, che le donne abbiano
una maggiore capacità comunicativa è innegabile».
La realtà napoletana offre spazi per una giovane giornalista come te?
«Purtroppo non molti, devi faticare tantissimo per conquistare i tuoi spazi in
una vera e propria giungla del precariato. È difficile per tutti in questo
momento di crisi dell’editoria, e per poter tirare avanti è inevitabile puntare
su strutture come uffici stampa che, in qualche modo, ti permettono di
guadagnare qualcosa. Anche i pochi fortunati che riescono a raggiungere un
contratto devono tenere sempre gli occhi aperti. La Regione aveva provato, in
verità, a sviluppare qualche progetto, che però non ha avuto seguito».
Sei anche mamma. Ti ha ostacolato nel lavoro o sei riuscita ad arginare gli
ostacoli che ti ha creato?
«Basta sapersi organizzare. Mio figlio cresce, ha 4 anni ma ha sempre bisogno di
me. Sono molto meticolosa e metodica, e da questo punto di vista ho sempre
saputo organizzarmi al meglio».
Nel futuro vorresti diventare un volto di punta in ambito locale oppure
arrivare ad un canale nazionale accettando, però, di essere una delle tante?
«Per me è irrilevante, l'importante non è il "dove" realizzi determinati
progetti, ma il "come" vengono realizzati. Sono molto contenta di questa nuova
parentesi tv che vorrei continuare e approfondire, magari creando un format
tutto mio dedicato all’analisi di temi economici. Che poi sia fuori Napoli o
sotto casa mia non importa».
Come ti poni nelle interviste?
«Cercando di mettere a proprio agio gli interlocutori, siano gli esponenti delle
istituzioni che le persone che incontro per strada. Con queste ultime,
soprattutto, è importante conservare la spontaneità e la genuinità del momento
affinché diano il massimo davanti alla telecamera. In ogni caso, la cordialità è
la prima regola, e poi riuscire a stimolare la curiosità dell’interlocutore».
Proposte indecenti?
«Mai, per fortuna. La mia solarità e cordialità non ha mai inscenato equivoci,
né dato modo a chi ha avuto modo di interagire con me di poter pensare a un
discorso del genere».
Come ti descrivi?
«Determinata. Quando punto ad un obiettivo mi impegno tantissimo e posso dire di
aver sempre raggiunto tutte le mete prefissate finora... Sarà forse merito del
mio segno zodiacale, Ariete ascendente Leone?! (scoppia a ridere, ndr)». |
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CRONACA IN ROSA 10
anni di filosofia a Modena: questione di fortuna di
Silvia Grassetti
Un tema di buon auspicio per il decennale del festivalfilosofia.
È fortuna, infatti, la parola chiave
dell'edizione di quest’anno che si svolge a Modena, Carpi
e Sassuolo dal 17 al 19 settembre.
Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, rassegne di film,
letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli
appuntamenti sono quasi 200 e tutti gratuiti.
Lo scorso anno il festival della filosofia modenese ha
registrato oltre 150 mila presenze.
Anche in questa edizione, piazze, chiese e cortili ospitano
le oltre 50 lezioni magistrali del festival. Tra i
protagonisti: Massimo Cacciari, Umberto Galimberti,
Sergio Givone, Remo Bodei, supervisore scientifico del
festival fin dalla prima edizione.
Molti anche i filosofi stranieri: tra loro Marc Augé, Jürgen
Moltmann, Niles Eldredge e due sociologi, Zygmunt Bauman e
Frank Furedi.
Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione,
un vasto programma creativo coinvolge la narrazione:
leggeranno per il pubblico Erri de Luca, Stefano Benni,
Alessandro Haber. Reciteranno Paolo Rossi e Paolo
Hendel.
Si proietteranno diversi film, tra cui il ciclo
fantozziano, si ascolterà buona musica jazz, si
potranno apprezzare melodrammi e balletti.
Infine, accanto a pranzi e cene filosofici ideati
dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per oltre sessanta
ristoranti ed enoteche, nella notte di sabato 19 settembre è
previsto il Tiratardi: gallerie e musei aperti
fino alle ore piccole. |
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FORMAT Aly
Baba Faye: tutti possiamo contribuire
all'integrazione
di Giuseppe Bosso
Questa settimana ospitiamo sulle pagine di
Telegiornaliste Aly Baba Faye,
sociologo nato in Senegal e arrivato in Italia
nei primi anni Ottanta. Nel suo curriculum,
l'impegno continuo per la promozione dei diritti
civili, l'integrazione degli immigrati e il
dialogo interculturale. Faye è stato insignito
nel 2003 del Premio Mediterraneo per la Pace
e la Solidarietà. Il filo conduttore del suo
impegno pubblico è la tutela della dignità di
ogni essere umano.
Rispetto al tuo arrivo in Italia, come trovi
cambiato il nostro Paese dal punto di vista
dell’accoglienza verso gli stranieri?
«Più di vent’anni fa non c’erano i giganteschi
flussi migratori dei giorni nostri. Io e i miei
amici eravamo per lo più studenti che
suscitavano negli italiani simpatia e curiosità,
perché l’Africa era ancora vista come un mondo
sconosciuto e misterioso. Poi, prima il caso
degli albanesi allo stadio di Bari, e più in là
l’attentato alle Twin Towers, hanno rotto questo
equilibrio alimentando un clima di paura e
diffidenza. Ma io ho fiducia che prima o poi
questi timori saranno superati».
Chi deve compiere, da questo punto di vista,
il primo passo?
«Non parlerei di passi da compiere. Certo, la
stampa per esempio ha le sue responsabilità
nell’amplificare questo clima di tensione. La
politica, la società e soprattutto i volontari
che a mio giudizio fanno un lavoro splendido,
hanno dei ruoli e delle responsabilità che, nel
loro piccolo, possono contribuire a questo
processo di affievolimento di cui parlo. Non c’è
bisogno né di slogan altisonanti né di
propagande, ma semplicemente di dialogo e di
comprensione».
Si parla di voto anche agli immigrati.
Sarebbe una cosa utile, secondo te?
«Il diritto di voto è importantissimo. Oserei
dire che è la chiave di volta di tutti i
diritti, l'"arma" di cui dispone un cittadino in
un paese democratico. Se gli immigrati avessero
il diritto di voto il rispetto nei loro
confronti, aumenterebbe di molto nel discorso
politico. In Italia si discute di questo tema da
vent'anni, ma non si sono compiuti passi in
avanti. Nonostante vi siano direttive e
convenzioni europee, l'Italia non vuole dare il
diritto di voto. Eppure basterebbe applicare il
principio secondo cui "non c'è tassazione senza
rappresentanza". Chi paga le tasse deve poter
dire la sua sul funzionamento della vita
pubblica. Dunque, se il diritto voto alla
politiche è legato alla nazionalità, è
necessario e urgente riconoscere l'elettorato
attivo e passivo alle elezioni amministrative.
Poi accanto a questa scelta va riformata la
legislazione sulla cittadinanza. Quando si vive
in una comunità, sentirsi membro è importante».
Come operatore dei media qual è il tuo punto
di vista sulla situazione italiana? Le nuove
tecnologie hanno portato a un miglioramento dei
contenuti?
«I media sono dentro la bolla di una grande
mutazione. Con Internet e l'avvento dell'era
digitale è tutta la comunicazione che cambia. I
blog e i social media hanno cambiato il modo di
produrre e di consumare informazione.
L'interattività e il supporto digitale pongono
ulteriori difficoltà alla carta stampa. YouTube
e Dailymotion consentono un nuovo modo fare
televisione. Certo, non occorre confondere ogni
unità di bit come dato informativo altrimenti si
confonde contenitore al contenuto, come avviene
nel modo in cui i politici usano i siti
internet. Insomma, siamo in mezzo a una grande
mutazione che ci costringe a adattarsi, ad
appropriarsi di un nuovo linguaggio per
usufruire al meglio delle potenzialità delle
nuove tecnologie».
Come è uscita l'Africa dal Mondiale 2010?
«Malgrado la delusione per i risultati sportivi,
specie per il Ghana che non è riuscito ad
approdare alle semifinali veramente di
pochissimo, molto bene direi. Dal punto di vista
dell’organizzazione e della sicurezza, a
dispetto dei timori e delle perplessità che
c’erano, il Sudafrica ha saputo essere
all’altezza della manifestazione e direi che è
un bel segnale di ripresa. Ma ovviamente, i
problemi del continente sono ben altri, e non
basta un evento sportivo per risolverli in un
lampo». |
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HOT GIRLS Cam
girls - inchiesta a puntate di
Pierpaolo Di Paolo
Da quando la legge Merlin chiuse i bordelli, il
sesso a pagamento, quello legale, si è estinto.
Ora internet propone nuovi paradisi sessuali
sdoganando il sesso a pagamento, dandogli una
veste più "pulita". Il suo è un mondo fatto di
spettacoli in cam, erotismo, sessualità. È un
mondo virtuale - manca il contatto fisico - e
proprio perciò legale, almeno fin quando non
arriverà una legge Merlin anche per internet.
Ma come funziona questo mondo? Che serietà ha?
Ci si può fidare?
Per capirlo, ci imbarchiamo in un azzardato
viaggio nell'universo oscuro e conturbante del
sesso virtuale... un viaggio che porterà alla
luce sia un mondo intrigante ed "onesto" - il
Paradiso - sia un altro popolato da
imbroglioni, furfanti e ribaldi della peggior
caratura: l'Inferno.
Un mondo di truffe.
Originariamente la gente veniva adescata nelle
chat tramite nicknames accattivanti. Il
furfante, molto spesso un uomo, chattava con il
merlo di turno, lo convinceva con promesse
allettanti, otteneva il pagamento e spariva. Col
tempo è stato necessario adottare sistemi sempre
più elaborati.
Se il cliente non vede, non crede.
Ed ecco che gli stessi truffatori son tornati
alla carica, muniti stavolta di video
preregistrati. Nel momento in cui l'utente
richiedeva alla ragazza di accendere la cam per
una verifica, i furfanti avviavano il video.
All'attonito quanto sprovveduto avventore si
mostrava così una modella bellissima ed
ammiccante. Tutta intenta a chattare con loro.
Tutta per loro.
Scoperto anche questo raggiro, il popolo di
internet s'è fatto diffidente. Per capire se ciò
che aveva di fronte era davvero una persona
reale o il solito video registrato, ha
cominciato a pretendere dalla ragazza dei
movimenti chiesti al momento. Indicare dei
numeri con le dita, salutare, smorfie o altro. E
qui la risposta dei lestofanti, l'ultimo
tassello del mosaico criminale, non poteva
essere che assoldare delle complici che
si mostrassero davvero via webcam.
Ma la realtà delle chat girls, come detto, non
si esaurisce certo qui. Esiste un intero mondo
fatto di official site, pagine web
personali, siti specializzati che
certificano e garantiscono le modelle loro
affiliate. Come dire: l'ambiente è conscio di
quanto il cliente su internet sia esposto ed
indifeso. Conosce l'eccessiva facilità con cui
si realizzano le frodi ed è perfettamente
consapevole di quanto i raggiri delle persone
poco serie possano screditare un'intera piazza.
Per questo ci si attrezza per dare garanzie.
Per guadagnarsi agli occhi degli utenti, troppo
spesso scottati, quella credibilità
andata perduta. Per ricostruirsi un'affidabilità
resa così dubbia, improbabile...
(continua) |
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DONNE Donne
e palleggi: la sfida Golden football
di Silvia Grassetti
Calciodonne, il sito dedicato alle giocatrici di football, ne ha inventata una
delle sue.
Stavolta l’iniziativa si chiama Golden Football skill challenge, ed è aperta a
tutte le lettrici brave ad usare… la palla.
L’idea di realizzare una sfida di palleggi è venuta al webmaster, Walter
Pettinati, dopo l’esaltante show della giovanissima Valentina Giacinti,
giocatrice dell’Atalanta e della Nazionale
Under 17.
Con i 1023 tocchi di piede, coscia e
testa, la giovane promessa bergamasca è
certamente un duro ostacolo da scalzare, ma
quelli di Calciodonne sono convinti
che ci siano altrettante brave calciatrici,
magari dilettanti, vogliose di mettersi in
gioco e provare a battere lo straordinario
record della bionda Valentina.
Partecipare è semplice: servono un pallone,
una videocamera (anche quella del cellulare)
e molta pazienza per superare la lunga serie
di palleggi.
Due le tipologie di sfida: il record
singolo e il record in gruppo.
Ovviamente ci sarà la divisione in due
categorie: Under 20 e Generale, in modo che
le giovani stelle possano far classifica a
sé ma rientrino anche in competizione con le
più grandi calciatrici che vorranno mettersi
in gioco e in mostra.
La sfida durerà per tutto il corso della
stagione: le prime classificate di ogni
categoria riceveranno un premio.
Per la categoria "record singolo" il tutto
non si limita solo su corso stagionale; ogni
mese la giocatrice che batterà il record,
riceverà come premio una ricarica telefonica
da 20 Euro e potrà sentirsi un po’ più
vicina al premio finale che prevederà anche
la partecipazione al prossimo Golden Girls
Award.
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