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Telegiornaliste anno VI N. 21 (238) del 31 maggio 2010
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MONITOR Novità
sul Premio Ilaria Alpi di Silvia Grassetti
Record di adesioni per la sedicesima edizione del Premio giornalistico
televisivo Ilaria Alpi, in programma a Riccione dal 15 al 19 giugno
prossimi: i partecipanti al concorso sono 330 con 310 servizi, 59 in più del
2009. Da segnalare l’alto numero delle produzioni inedite (50, il doppio dello
scorso anno) e di giornalisti delle principali emittenti internazionali, tra cui
BBC e Al Jazeera.
Inchieste e servizi televisivi dei migliori giornalisti italiani e
internazionali, per una cinque giorni di video, spettacoli, mostre e incontri
dedicati a Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa nel 1994 in
Somalia insieme all’operatore Miran Hrovatin.
Tre giorni di workshop sul reportage d’inchiesta, con docenti come Bernardo
Iovene e Sigfrido Ranucci di Report, Anna Migotto di
Terra!, Stefano Maria Bianchi di Annozero, e Amedeo Ricucci
di Rai International. Sono aperte le iscrizioni.
Andrea Vianello, il conduttore di Mi manda RaiTre, da quest’anno è
direttore scientifico del Premio Ilaria Alpi. «Abbiamo cercato di
allargare il premio a un pubblico più ampio, con nuovi appuntamenti e qualche
importante arricchimento del programma». A partire dagli Aperitivù,
talk-show in riva al mare, che saranno condotti proprio da Vianello.
Nel frattempo, il gup di Roma Di Lauro ha rinviato a giudizio per calunnia Ali
Rage Hamed, detto Gelle, il testimone chiave dell’accusa nei confronti dell’ex
miliziano somalo Hashi Omar Hassan, condannato in terzo grado a ventisei anni di
reclusione come esecutore del duplice omicidio. Luciana Alpi, mamma di Ilaria,
ha dichiarato: «Se si riapre il processo, con molta probabilità ci costituiremo
parte civile». |
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CRONACA IN ROSA La
battaglia per l'acqua di Erica
Savazzi
Sta riscuotendo grande successo – anche grazie alla
mobilitazione del popolo di internet – la campagna
referendaria L'acqua non si vende, lanciata nel mese
di aprile per raccogliere le firme necessarie all'ammissione
di tre quesiti referendari riguardanti la gestione delle
risorse idriche italiane.
Nel decreto Ronchi, approvato con ricorso alla
fiducia il 19 novembre 2009 e poi convertito in legge, si
prevede infatti che la gestione dei servizi pubblici
essenziali locali debba essere assegnata con bando di gara
solo a società miste pubblico-privato, in cui la presenza
del soggetto pubblico, sia inferiore al 30%. Non sarà più
ammessa l'assegnazione diretta a società pubbliche.
Il ministro per le Politiche europee Ronchi ha precisato che
l'acqua resta comunque un bene pubblico: solo la sua
gestione verrà affidata ai privati. In realtà il decreto ha
suscitato molto proteste e la mobilitazione per richiedere
il referendum abrogativo. Ecco allora il sito
Acquabenecomune.org, la pagina Facebook e le molte
iniziative sul territorio per raccogliere le firme. Tre
sono i quesiti proposti: abolire la norma che impone
la privatizzazione dei servizi pubblici locali, abolire la
norma che favorisce la gestione privata delle risorse
idriche e infine abolire la norma che prevede per i gestori
la possibilità di fare profitti con l'acqua, con una
remunerazione minima del 7% dell'investimento.
Proprio l'ultimo quesito ha a che fare con la possibilità
che con una gestione privata – e che quindi ha come scopo il
profitto – i prezzi della fornitura di acqua
aumentino esponenzialmente. Dal punto di vista ideologico,
invece, la domanda che ci si pone è se l'acqua sia un
bene comune che deve essere garantito a tutti. Il timore
è che, cominciando dalla privatizzazione della gestione del
servizio, si arrivi a una vera e propria privatizzazione
della risorsa naturale. |
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FORMAT Il
pagellone di maggio di
Giuseppe Bosso
Sole splendente su Raidue per il doveroso
e riuscito omaggio a Papa Wojtyla in prima
serata.
Sereno su Crimini. La seconda
stagione della serie di film tv di Raidue
ispirati dalla letteratura noir ottiene ancora
una volta grande successo. Grandi scrittori e
grandi interpreti sono un cocktail vincente.
Soleggiante su Ris Roma. Lo spin
off della serie ambientata a Parma è partito
piano, ma ha progressivamente conquistato
consensi. Bene le nuove interpreti Euridice Axen
e Maria Chiara Augenti, rispettivamente nei
ruoli della buona e della cattiva.
Variabile sulla seconda serie di Tutti
pazzi per amore. Era rischioso il recast che
ha portato Antonia Liskova a sostituire Stefania
Rocca, ma la scommessa è risultata vincente. Ora
ci si chiede chi interpreterà il personaggio di
Laura in una eventuale terza serie.
Poco nuvoloso su Sabrina Impacciatore,
prima donna a condurre il mega concerto del 1
maggio. L’ex ragazza di Non è la Rai non
ha deluso le attese.
Foschia su Simona Ventura, che chiude in
chiaroscuro la stagione. Bene come di consueto a
Quelli che il calcio..., in cui è stata
affiancata dall’ex marito Bettarini. Male,
invece, per una nuova edizione dell’Isola
che poco o nulla ha aggiunto rispetto al
passato.
Nebbia su Mediaset che continua a
propinare in prima serata programmi di dubbio
contenuto come Lo show dei record e La
pupa e il secchione, mentre da più parti si
continua a chiedere una migliore qualità delle
trasmissioni.
Pioggia su Voglia d’aria fresca.
Carlo Conti ci ha provato. Malgrado il titolo,
però, questo programma non ha portato certo
novità su Raiuno, apparendo anzi un maldestro
tentativo di esportazione di Zelig.
Temporale su Massimo D’Alema. Davvero una
pessima caduta di stile a Ballarò. Di
fronte alle provocazioni di Sallusti si poteva
replicare in maniera più pacata...
Grandina sui media italiani che hanno
attaccato in questi due anni di permanenza sulla
panchina interista Josè Mourinho, fino alla
scelta del tecnico portoghese che ha realizzato
il ‘triplete’ di lasciare l’Italia per la
Spagna. Un personaggio, lo si ami o lo si odi,
che mancherà a tutti l’anno prossimo.
Burrasca su chi sta cercando di mettere
il bavaglio all'informazione con la nuova legge
sulle (o contro?) le intercettazioni... Ma anche
a chi questo bavaglio è ben felice di farselo
mettere, alla faccia del diritto (e del dovere)
di informazione del cittadino. |
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HOT GIRLS Sesso
tra le onde di
Valeria Scotti
Bei tempi quelli della Love Boat, la nave
dell'amore. Dimenticateli. Di amore, la Yolo
Cruises, promette ben poco. Ma il sesso c’è,
eccome se c’è.
Avete impegni per il prossimo 29 ottobre?
Sappiate che da Miami salperà una nave
particolare. Una crociera dedicata agli
scambisti. Poco importa della meta, indicata
sulla carta come le Bahamas. Quel che è certo è
che per ben tre giorni, i partecipanti alla
vacanza a luci rosse non avranno tempo e modo
per annoiarsi.
Feste a tema, attività a bordo, escursioni e
molto di più. Ma sempre all'insegna del gusto e
del rispetto. Vi sarà anche un ballo di
Halloween smodatamente carnale, mentre un'intera
giornata sarà dedicata al sole, al mare e al
relax. Completamente nudi. Inoltre, la festa di
benvenuto 'Kisses and Hugs' (baci e abbracci a
volontà, un’orgia di coccole insomma),
cubiste e piccanti serate danzanti. In tutto
questo, il sesso sarà assolutamente free,
purché accada nelle playrooms designate o nelle
proprie cabine.
«Si tratta di un evento alternativo e
sofisticato in cui ci sono regole precise da
seguire, è obbligatorio un comportamento
appropriato ed è richiesto il massimo rispetto
per tutti – sottolinea la presidente di Yolo,
Marlene Brustle - Il malinteso più ricorrente è
che sia una crociera porno non stop, piena di
gente ubriaca che si lascia andare a
comportamenti lascivi. Posso assicurare che non
è affatto così». Se lo dice lei... |
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DONNE Non
solo jazz per Lena Horne di
Chiara Casadei
Quando il mondo di Hollywood era un luogo
completamente diverso, lei c’era e l’ha
vissuto. Si tratta di Lena Horne, icona del
jazz che il 9 maggio si è spenta all’età di
92 anni. Proprio lei, infatti, è stata la
prima cantante di colore a firmare un
contratto con una major hollywoodiana. Da
origini europee, africane e native
americane, la sua carriera si estende anche
al di fuori dell’ambito musicale vedendola
coinvolta e attiva politicamente per la
difesa dei diritti civili e contro la
discriminazione razziale.
Sin dall’adolescenza appare in numerose
pellicole cinematografiche, anche se
limitatamente a ruoli di cantante che
potevano poi essere tagliati durante le
proiezioni nel sud del Paese, dove le donne
di colore erano accettate solamente in ruoli
di servitù. Successivamente le critiche
che avanzò riguardo al trattamento
riservato ai militari di colore le
valsero anni di assenza forzata dalle scene
musicali e dai set hollywoodiani. Nonostante
questo, le apparizioni radiofoniche e i
concerti tennero vivo il supporto e
l’affiatamento con il suo pubblico.
Tornata alla ribalta nel 1957, ha maturato
negli anni seguenti un forte impegno per
i diritti civili partecipando a numerose
proteste, compresa la marcia su Washington
del 1963 con a capo Martin Luther King.
Sostenne poi le cause di Malcolm X e Medgar
Evers. La sua autobiografia del 1981,
diventata una produzione di Broadway,
costituisce il suo ultimo addio alle scene.
Quanto al film sulla sua vita, bisognerà
ancora attendere. |
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TELEGIORNALISTI Ruffini:
di nuovo al suo posto? di Silvia Grassetti
Con un provvedimento urgente, Elliana Pacia, giudice del lavoro del
Tribunale di Roma ha accolto il ricorso di Paolo Ruffini: il
giornalista deve essere reintegrato nel ruolo che ricopriva fino al novembre
scorso, quando il Cda della Rai decise di “destinarlo ad altra mansione”.
Deve cioè tornare a svolgere la funzione di direttore di Rai3.
L'ordinanza parla di «indizi gravi, precisi e concordanti» che
collegherebbero la sostituzione di Ruffini alla critica del
giornalista sul contenuto di alcuni programmi della terza rete. Quella
sostituzione non è, secondo il giudice, dettata da reali esigenze di
riorganizzazione interna. Al contrario, sarebbe «discriminatoria e
quindi illecita».
Del resto, intercettazioni telefoniche e le stesse dichiarazioni
di Berlusconi confermerebbero che la rimozione di Ruffini fu decisa
fuori dalla Rai. Questo è il pensiero, largamente condiviso anche nella
nostra redazione, di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21.
Il segretario del sindacato dei giornalisti Rai, Carlo Verna, chiede
«subito un tavolo per tutti i colleghi rimossi e ancora senza incarico».
Rincara la dose Antonio Di Pietro, chiedendo le dimissioni di Masi:
«Gli ordini partono da palazzo Chigi e il direttore generale, Mauro Masi,
esegue epurando giornalisti, direttori, dirigenti, voci scomode
dell'opposizione e chiudendo trasmissioni non allineate».
La Rai ha annunciato che intende fare ricorso, e insiste sul direttore che
sostituì Ruffini: Antonio Di Bella «continua a svolgere il proprio mandato». |
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SPORTIVA Nuda
al Roland Garros di
Pierpaolo Di Paolo
Ha destato scalpore l'esordio di Venus Williams
sulla terra rossa del Roland Garros, in cui la
statunitense è scesa in campo contro la svizzera
Patty Schnyder. Per la cronaca, Venus si è
sbarazzata di una pur volenterosa Schnyder con un
doppio 6 - 3. Non è stata però la sfida sul campo,
invero senza storia, ad aver focalizzato
l'attenzione di pubblico e media, bensì la mise
sfoggiata dalla campionessa per l'occasione.
La Williams si è presentata con un ricercato
miniabito in pizzo nero e bordini rossi,
terminante con un gonnellino, anch'esso in pizzo.
Fin qui, nulla di scabroso. È stato all'inizio della
gara che si è scatenato lo stupore sugli spalti.
Come normalmente accade negli scambi di tennis
femminile, nel rincorrere e colpire la palla con
foga, il vestitino delle atlete svolazza e si
solleva, scoprendo, per la gioia dei voyeurs,
le culotte o le mutandine delle sportive.
Dai tempi in cui le tenniste vestivano con
morigerate tuniche monacali ne è passata di acqua
sotto i ponti. Gli scomodi scafandri iniziali hanno
lasciato il posto a una moda sempre più minimalista,
e gli spettatori vi son certo abituati. Eppure, alla
prima schiacciata di Venus, un sussulto ha
percorso le tribune parigine. «Ma è nuda!», ha
affermato con incredulità qualcuno. «Forse c'è un
perizoma microscopico», ha provato a ribattere,
senza troppa convinzione, qualcun altro.
In realtà, sotto il gonnellino, Venus ha indossato
una sottile e aderentissima culotte color carne,
praticamente invisibile. Non paga di attirare
l'attenzione già in virtù delle sue indiscutibili
doti tennistiche, la ragazza si è sempre
contraddistinta anche per i suoi elaborati
completini, in una corsa esasperata all'eleganza
e all'ultima moda che coinvolge un po' tutte le
tenniste. In questo caso, evidentemente, Venus ha
voluto strafare, regalando al pubblico un
inaspettato quanto premeditato effetto-nudo.
In che modo i baldanzosi chiapponi della poderosa
americana possano rappresentare l'ultimo grido in
fatto di eleganza, non è dato a noi comprendere.
Per il futuro, non resta che augurarsi che in questa
inarrestabile corsa al look di impatto, un qualche
spazio sia sempre riservato anche al buon gusto. |
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