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Telegiornaliste anno VI N. 12 (229) del 29 marzo 2010
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MONITOR In
& Out di Giuseppe Bosso
In Costanza Calabrese e
Silvia Carrera. Dopo tanta gavetta
come inviate, da tempo le due ragazze sono state promosse alla conduzione
rispettivamente di
Tg5 e
Studio Aperto, per la gioia dei tantissimi lettori di Telegiornaliste
che le seguono e le apprezzano.
Voce sensuale e determinazione meridionale per Costanza (molto gradita anche da
Andrea Atzori e per i suoi celeberrimi
fuorionda, che lei apprezza divertita), viso da cerbiatta e spigliatezza nordica
per Silvia. Per noi la soddisfazione di avere, nel nostro piccolo, portato
fortuna a entrambe.
Out Monica Setta: non ci bastava
Il fatto del giorno e la discutibile scelta di invitare attrici e
soubrette per discutere casi di attualità e di cronaca (de gustibus, per carità,
ma non è il loro contesto quello, cara Monica... un altro punto a sfavore del
servizio pubblico), che tanto ci fa rimpiangere la sobrietà e l'ironia di
Francesca Senette.
La Setta doveva pure imperversare in una poco edificante 'tenzone' con Simona
Ventura e Aldo Busi a L'Isola dei famosi, che speriamo davvero sia
l'ultimo atto della partecipazione dello scrittore al reality trash di Raidue.
Fallita totalmente l'intenzione di inserire la cultura in un programma che di
anno in anno offre, al pari dei suoi omologhi di casa Mediaset, uno spaccato del
peggio della nostra società.
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CRONACA IN ROSA L'Italia
in Escort di Tiziana Ambrosi
Quando ero piccina, la Escort era la macchina
del mio papà. Grande, spigolosa e azzurra. È passata tra
restyling e arrotondamenti, e nell'italico biennio 2009/2010
è tornata splendida-splendente sotto le luci della ribalta.
Se vendi il tuo corpo, parli con accento rumeno o ti chiami
Tatiana, sei una “mignotta”, una “battona” o nel migliore
dei casi una prostituta. Se invece, come recita
Wikipedia, vendi il tuo corpo e “non porti un
abbigliamento diverso dal vestire comune (non dovendo
adescare clienti sulla strada)” allora sei una escort.
O accompagnatrice.
Non so voi, ma non ho grandi ricordi della D’Addario in
jeans o tailleur.
Stando alle cronache, alle inchieste e ai gossip – che
potrebbero tranquillamente diventare sinonimi in certi casi
– in Italia abbiamo un magnaccia monopolista, il Gianpi
Tarantini, che fornisce ragazze a Destra e Manca. Oltre che
coca non-cola. Quando destrorsi o mancini vengono beccati
ecco che comincia la sequela di dichiarazioni che cominciano
a farmi dubitare che il voto sia un diritto/dovere,
ma piuttosto un gigantesco scherzo.
Insomma, non stiamo esattamente parlando di adoni da
copertina, eppure cascano dalle nuvole quando “scoprono” che
le frotte di donne che cadono ai loro piedi non lo fanno per
amore ma per tornaconto. Che siano soldi, che sia un
posto in qualche sperduta circoscrizione, che sia un posto
da tronista, che sia un lettino da massaggi per alleviare la
cervicale degli uomini in emergenza non fa molta differenza.
Eppure sono sempre solo «amiche un po' disinibite»,
richiamando implicitamente in causa la Tatiana di cui sopra.
Palazzo Grazioli diventa un ottimo teatro per un quadro
di Toulouse-Lautrec e noi dovremmo credere che c’è una
convention di amiche che amano le scollature giro-ombelico.
Mi viene da chiedere se hanno il medesimo spirito
d’osservazione quando scrivono una finanziaria o la riforma
delle pensioni. No, non credo di voler sentire ad alta voce
la risposta.
Tra l’altro, se queste ragazze non sono nemmeno riconosciute
nella loro professionalità, le Tatiane invece possono urlare
di gioia perché la paladina dall’etica girevole Daniela
Santanchè è venuta in
loro salvezza per dare loro un bar o un ristorante dove
potersi rifocillare.
Toulouse, quanta ispirazione avresti per i tuoi dipinti... |
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FORMAT Riflessione
e intrattenimento con Parcondishow
di Giuseppe Bosso
Né imitazione né satira, ma un messaggio forte e
irriverente al tempo stesso. È questa la base da
cui nasce Parcondishow - Se i cessi di
Montecitorio potessero parlare, sit-com
creata e prodotta dal collettivo
chiaramente1970, lanciata su YouTube la
settimana prima della tornata elettorale del 28
e 29 marzo.
Artisti che, nell’Italia della censura e dello
stop ai talk show nel periodo della campagna
elettorale, si rivolgono a quel popolo della
rete che, contrariamente al resto del Paese,
vuole andare di corsa e vuole far sentire la sua
voce anche ai piani alti della casta, sempre più
chiusa e lontana.
Dalla campagna elettorale al faccia a faccia,
dalla corruzione al legittimo impedimento, i
temi oggetto degli episodi di una miniserie che,
oltre alla risata, induce anche gli spettatori
più conservatori e intransigenti ad una
riflessione sul come e sul cosa fare per
superare questo stato di paralisi.
Gli interpreti degli episodi sono
Claudia Pittelli,
Mario Cordova (da poco uscito dal cast della
soap Centovetrine),
Luigi Ferraro, Antonio Friello,
Federica Bomba e
Ida Sansone. |
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HOT GIRLS Il
piacere che si compra di
Valeria Scotti
Te li ritrovi ovunque. Dietro l’angolo, a due
passi da una scuola o da una chiesa. La
salumeria, la macelleria, e il sexy shop
che vende gadget erotici. Suvvia, siamo grandi e
vaccinati.
Luoghi del genere non fanno scandalo neanche in
quei Paesi ove il sesso è tabù. Prendi la
Nigeria e Temilola Falana, tra le primissime
ad aver messo in piedi un commercio del genere.
«Sono una persona molto curiosa e in ogni mio
viaggio cerco un negozio di sesso. Ho cominciato
anche a leggere alcuni libri in materia e ho
scoperto che si trattava di un business
interessante».
Un olandese figlio di marocchini, invece, tale
Abdelaziz Aouragh, ha dato vita a El Asira, il
primo sexy shop online islamico per
articoli sexy e prodotti del piacere. La
particolarità? Gli articoli sessuali che si
vendono devono essere assolutamente conformi
alla legge coranica. Un esempio: lubrificanti al
gusto di cacao o al silicone senza ingredienti
animali.
In America poi, precisamente a Chicago, The
Kinky Llama è il sexy shop con consegna a
domicilio 24 ore su 24. Magari sei col tuo
compagno, la serata è terribilmente piatta e ti
ritrovi ad alzare la cornetta per prenotare non
una pizza, ma uno dei 1500 oggetti del catalogo.
Dvd porno, frustini, vibratori, libri su
Kamasutra. Fate un po’ voi.
Sempre qui, due anni fa, è sorto My Beloved’s
Garden, un sexy shop ove sono ammessi solo i
cristiani sposati, «tenendo sempre Gesù al
centro del matrimonio» come recita il messaggio
di benvenuto.
E in Italia? C’è chi ha cominciato un nuovo
capitolo della propria vita grazie a un sexy
shop. Un licenziamento improvviso dopo
trent'anni di catena di montaggio ed ecco che
due ex operai decidono di aprire una vera e
propria catena, quattro shop sparsi tra Treviso
e provincia. «Ricominciare a 40 anni suonati non
è stato facile, e di sicuro non diventeremo mai
ricchi, ma il nostro è uno tra i lavori più
divertenti del mondo e lavorare divertendosi è
essere già ricchi». Vogliamo (provare a)
crederci. |
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DONNE Benedetti
maschi di
Silvia
Grassetti
Se vi eravate esaltate con Platone, tenetevi
forte ché sta arrivando Aristotele,
il suo poco simpatico discepolo.
Costui è un reazionario e l’eco dei suoi
giudizi arriverà fino ai tempi di San
Tommaso: la donna è una persona che è stata
incapace di diventare uomo. Gli individui di
sesso femminile nascono a causa di una
debolezza del seme maschile.
La donna è una semplice
incubatrice che garantisce le condizioni
ottimali perché il seme dell'uomo possa
svilupparsi appieno.
San Tommaso, ben 1.500 anni dopo,
farà sua la sentenza aristotelica, convinto
che le femmine nascano perché il seme
maschile non è all'altezza di compiere il
suo ruolo. Tra i due compari c’è però stato
l’avvento dell’ebraismo, quello di Gesù, e
la nascita della dottrina cristiana.
Nella Bibbia la donna viene generata dalla
costola dell'uomo, rovesciando la logica
reale della nascita: uomini e donne nascono
solo da donne. Ma è interessante il perché:
Dio creò la donna perché si accorse che
l'uomo si sentiva solo. Non gli affiancò un
altro uomo, ma «uomo e donna li creò a sua
immagine e somiglianza».
Entrambi sono uguali davanti a Dio,
si completano a vicenda, due sono stati
creati per farsi compagnia, per crescere,
moltiplicarsi e andare per il mondo.
A loro Dio dona lo stesso luogo, il Paradiso
Terrestre, perché insieme godano dei suoi
frutti e a loro dà la medesima legge. La
donna sarà l'artefice della trasgressione di
questo ordine divino, ma sarà lei a
schiacciare il serpente.
5-continua |
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TELEGIORNALISTI Angelo
Mellone: giornalista e scrittore, insieme di
Giuseppe Bosso
Giornalista professionista,
Angelo Mellone ha
una lunga esperienza alle spalle nella carta stampata ed è autore di diversi
libri. Oggi conduce su Raiuno il programma Uno Mattina Week End con
Sonia Grey e Fabrizio
Gatta.
Come ti trovi nella squadra di Uno Mattina Week end?
«Bene, per uno come me che è alla sua prima esperienza televisiva ogni
giorno si impara qualcosa, soprattutto nell'acquisizione di un linguaggio
adatto per il pubblico nazionalpopolare di Rai Uno».
Conciliare intrattenimento e informazione è una vostra prerogativa: è
questa la tv di servizio?
«Nella mattina del weekend penso proprio di sì. Anche perché, pur essendo un
programma contenitore, a Unomattina gli spazi di informazione e
quelli di intrattenimento sono ben definiti e divisi».
L'anno scorso la campagna elettorale delle europee fu segnata dalla
polemiche sulle 'veline' nelle liste, quest'anno dal caso della lista
Polverini. Vicende come queste ritieni siano tra le cause
dell'allontanamento dei cittadini dalla politica?
«Non credo che siano queste le ragioni per cui in Italia si fa tanta
retorica antipolitica. Ma poi alla fine la gente va a votare in massa, e
dunque, dove sta la verità? Nelle chiacchiere o nell'ampia partecipazione
elettorale?».
Quanto ti è servita l'esperienza nella carta stampata nell'approdo alla
tv?
«Se non avessi fatto quello che ho fatto nella carta stampata, il direttore
di Rai Uno Mauro Mazza non mi
avrebbe mai chiamato...».
Hai scritto per Il Giornale, Il Riformista e Il Secolo
d'Italia. Quali sono i ricordi di queste esperienze?
«Al Secolo d'Italia ho imparato a scrivere 'giorno per giorno',
stando dietro le notizie. Al Riformista c'è Antonio Polito, un
vulcano di intelligenza. Al Giornale
Maurizio Belpietro ha dato disciplina alle cose che volevo scrivere, e
in Mario Sechi, che adesso ho come direttore al Tempo, ho trovato una
straordinaria capacità di intuire le notizie del giorno e saperle ordinare
nella prima pagina».
Ti senti più scrittore o più giornalista?
«Che differenza c'è?».
Il programma che vorresti condurre in futuro?
«C'è, ma non te lo dico nemmeno sotto tortura». |
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SPORTIVA Baranska,
un capitano senza veli di
Pierpaolo Di Paolo
Capitano della nazionale polacca di pallavolo, a 26
anni Anna Baranska non vanta solo delle
eccellenti doti da pallavolista che l'hanno resa una
star nel mondo sportivo, ma anche un corpo formoso e
pronunciato, destinato inevitabilmente a farsi
notare.
Valchiria alta un metro e settantotto cm per
69 kg di peso, un bel viso e delle curve che gridano
al sesso. E così, inesorabilmente, le sirene della
moda e delle riviste patinate hanno preso a suonarle
suadenti. La bella Anna ha deciso di lasciarsi
sedurre e, tra una schiacciata e un servizio, ha
trovato il tempo di posare nuda per la
copertina di
Playboy, la rivista per soli uomini più
famosa del mondo.
«Ho detto sì per cambiare, per fare qualcosa di
pazzo», ha dichiarato l'avvenente bionda. E
cambiamenti rilevanti devono essersi di certo
prodotti nel suo portafoglio, dato che pazzo
dev'essere stato anche il cachet pagato dal
miliardario Hugh Hefner per convincerla.
Indubbiamente deve essere arduo resistere a richiami
di tal genere, soprattutto quando è risaputo che le
sportive non navigano certo nell'oro.
È altrettanto difficile però pensare che il sì della
Baranska abbia prodotto altri fattori di novità.
Anzi, saremmo portati a sostenere che questo non è
altro che il solito cliché che si presenta e
ripresenta nella sua formula scontata, eppur
vincente. Senza voler dare alle nostre osservazioni
alcun contenuto morale, ed anzi pur contenti di aver
ammirato il tondo sederotto della bella biondina,
non possiamo proprio esimerci dal considerare come
il gesto di Anna di cambiamenti ne abbia prodotti
davvero pochi. Per cambiare davvero qualcosa, una
volta tanto sarebbe più efficace un no. |
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