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Telegiornaliste anno V N. 19 (190) del 18 maggio 2009
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MONITOR Tessa Gelisio: adottiamo una foresta! di TonyJay, Valeria Scotti,
Deborah Comoglio, Giuseppe Bosso
Grazie alla collaborazione con
Radio Web
Stereo, questa settimana abbiamo raggiunto
Tessa Gelisio, da anni al timone
di
Pianeta Mare e presidente dell'associazione
forPlanet.
L'impegno di forPlanet: qual è l'obiettivo principale?
«Il nostro obiettivo è dare un contributo alla conservazione di ecosistemi
naturali che sono fondamentali per il benessere e l'equilibrio del pianeta.
Attualmente il nostro principale progetto è quello di acquistare e conservare
dei pezzi di foreste tropicali, in particolar modo argentine e boliviane. Le
foreste tropicali sono solitamente in vendita a tagliatori che hanno bisogno di
legname o di fare dei pascoli. Con la stessa logica, noi ci impegniamo
economicamente per conservare questi pezzi di polmone esistenti al mondo che
danno una serie di servizi da cui dipende anche il nostro benessere. E poi le
foreste tropicali sono un anello fondamentale dell'equilibrio climatico del
pianeta. Gran parte dei problemi sono dovuti proprio alla deforestazione».
L’associazione ha un sito internet, giusto?
«Sì, in modo che le persone possano sostenere le nostre attività adottando un
pezzo di foresta. In cambio si riceve un attestato personalizzato».
Prossime iniziative di forPlanet?
«Sto lavorando a una trattativa in Argentina per l'acquisto di settecento ettari
che spero di chiudere quanto prima. Poi passerò ad un’altra foresta in Bolivia
che ha tutta una serie di caratteristiche che la rendono molto importante e
prioritaria nella conservazione».
Quindi è fondamentale acquistare il più possibile.
«Sì. In determinate zone del pianeta questa è l'unica possibilità. In altre,
però, ciò non è possibile, ad esempio nel centro Africa: i Paesi che hanno
ancora foreste tropicali sono il Gabon, la Repubblica Centrafricana, il Ruanda e
lo Zaire. La proprietà è dello Stato e le foreste sono lottizzate per il taglio.
Nel sud est asiatico la situazione è altrettanto catastrofica perché tagliano a
raso, soprattutto per il mercato cinese».
Neanche le grandi istituzioni vengono molto in aiuto.
«Purtroppo no. Tanti proclami, tante belle parole ma poche cose concrete. Non
resta che delegare il tutto a iniziative private o ad associazioni».
Gran parte della tua vita è incentrata anche sul programma Pianeta Mare.
«Sì, e questa sesta edizione è stata caratterizzata da azioni sempre più in
movimento. Ho provato di tutto, dai sottomarini alle portaerei, dagli elicotteri
a ogni tipo di barca e soprattutto ogni tipo di professione di mare».
Un bilancio da questi giri in lungo e in largo?
«Ho conosciuto bene la costa italiana e le località di mare. E poi sono
migliorata tantissimo nella cucina! Ormai so cucinare dei piatti deliziosi».
Qual è l'esperienza più significativa che hai vissuto in trasmissione?
«Ricordo quando ho preso in braccio uno scimpanzé di due mesi con il pannolino,
era come un bambino! Non c'era nessuna barriera tra noi ed è stata un'emozione
molto forte: per la prima volta mi sono sentita così vicina ad un animale. E poi
ricordo Venezia con l'acqua alta, è stato molto divertente. L’abbiamo vista da
un punto di vista diverso, ma Venezia resta comunque una città bellissima».
Capitolo Telegiornaliste, infine. Cosa pensi dei fan che ti seguono
attraverso il sito?
«Sono molto contenta, mi fa piacere. Li trovo veramente carinissimi e sono
capaci di stupirmi, sempre».
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CRONACA IN ROSA Diventa
una mamma solidale!
di Erica Savazzi
Ogni trenta secondi una donna del Sud del mondo muore
durante il parto o per problemi legati alla gravidanza. La
maggior parte di queste vite potrebbero essere salvate. Per
garantire loro il diritto alla salute riproduttiva,
Terre des hommes, Ong che si occupa di infanzia nei
Paesi in via di sviluppo, e
Mammenellarete.it, community dedicata a bambini e
maternità, hanno lanciato la campagna Mamme solidali,
un’iniziativa in cui azioni simboliche nel web si traducono
in euro che finanziano il progetto Maternità sicura
per 4.000 mamme in Costa d’Avorio.
L'iniziativa, partita in occasione della Festa della mamma,
per un anno ingaggerà le mamme in una gara di solidarietà:
Mamme solidali si rivolge alle donne più fortunate chiedendo
loro non di donare denaro, ma di mettere in pratica
comportamenti solidali all’interno della community di
Mammenellarete.it. Ad ogni azione simbolica corrisponderà un
euro donato dagli sponsor dell’iniziativa alle 4.000 mamme
beneficiarie del progetto Maternità sicura di Terre
des hommes in Costa d’Avorio, un Paese dove una donna su 27
muore per cause legate al parto durante la sua vita fertile.
Per diventare una “mamma solidale” bastano semplici
azioni: caricare sul canale Mamme Solidali un proprio
video in cui si dichiara l’adesione al progetto, scrivere un
post sul tema della solidarietà o dei diritti delle donne e
inviarlo alla redazione, lasciare un commento in fondo a un
video o a un post sul tema o pubblicare il banner
dell’iniziativa sul proprio sito. |
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FORMAT L'onda
libera di Radio Aut
di Federica Santoro
Trentuno anni fa moriva Peppino Impastato,
su ordine del boss della mafia Tano
Badalamenti. Era la notte tra l’8 e il 9
maggio del 1978. Lo stesso giorno veniva
ritrovato, in via Caetani a Roma, il corpo del
presidente della DC Aldo Moro. Per le forze
dell’ordine e la magistratura si trattò di un
atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe
rimasto vittima. In un secondo momento si arrivò
a parlare di suicidio, dopo la scoperta di una
lettera scritta in realtà molti mesi avanti.
Dovranno passare 24 anni prima che venga
riconosciuta la responsabilità mafiosa di
quella morte.
Attraverso la satira, l’ironia, la smorfia,
Peppino Impastato si prese gioco di alcuni
personaggi della vita politica siciliana. I
corrotti signorotti locali erano i protagonisti
delle improvvisate trasmissioni radiofoniche
dell’Onda pazza, tra una canzone e
l’altra, senza censure.
Il paese, Cinisi, diventava Mafiopoli, di
cui venivano costantemente denunciati tutti i
piani di utilizzazione dell’amministrazione
pubblica a fini personali. Ne La cretina
commedia del 3 marzo 1978, una parodia
dell’Inferno dantesco, si aggirano nei vari
gironi alcuni personaggi locali immischiati con
la mafia tra cui l’on. Pandolfo, amante
di cavalli, il vicesindaco Maniaci, il
costruttore Giuseppe Finazzo, soprannominato
Percialino perché proprietario di una cava di
pietrisco, poi indiziato per l’omicidio di
Peppino.
Creatività e libertà di pensiero che ritornano
anche in Western a Mafiopoli,
La Sagra della ricotta, La
Favoletta, La Commissione
elettorale. Grazie a questi programmi
Radio Aut fu in quegli anni l’emittente
democratica più libera e più
indipendente di tutta la Sicilia, riuscendo
a comunicare agli ascoltatori ciò che pensava
veramente sulla mafia, sulla politica sul Paese.
Dopo la morte di Peppino, i compagni pieni di
rabbia per l’uccisione dell’amico continuarono
per altri due anni l’attività della radio.
Oggi sulla ex struttura di Radio Aut a Terrasini
è presente una targhetta, per non dimenticare
quella straordinaria e intensa esperienza di
lotta contro la mafia. |
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CULT Be
Chic, lo Shopping Party della Capitale di
Valeria Scotti
Due giornate dedicate esclusivamente al mondo
femminile. L'appuntamento è a Roma, a Villa
Mercadante, il 20 e 21 maggio. Seconda edizione
per
Shopping Party: tema portante Be Chic,
mood ispirato agli indimenticabili anni 50 e 60.
Arte, moda, gioielli, accessori, flower design e
cucina creativa in un grande evento dalle
ambientazioni lounge. Abbiamo intervistato
Alexandra de Curtis, ideatrice insieme a
Simona Romagnoli dello Shopping Party.
Lo scorso autunno la prima edizione di
successo, ricalcando le orme dei grandi eventi
di New York e Londra. Aspettative su questo
nuovo appuntamento?
«Difficile e facile da rispondere: difficile
perché in un periodo storico così drammatico e
negativo in cui ci troviamo niente è più
prevedibile; facile perché noi lavoriamo con una
tale convinzione ed ispirazione ai nostri
progetti, che le aspettative vengono sempre
messe al top. Aspiriamo sempre al massimo,
rinnovandoci ogni volta».
L'Italia come si pone di fronte a questo
fenomeno del fashionsystem?
«Nonostante sia la patria della creatività,
dello stile e del buon gusto, l’Italia accoglie
sempre con ritardo queste nuove tendenze e a
volte anche con diffidenza. Noi fortunatamente
ci rivolgiamo ad un pubblico/target con un
imprinting internazionale, gente che viaggia,
che si confronta o per lavoro o perché di
origine straniera, con culture diverse.
Sicuramente la scelta di creare uno shopping di
nicchia in un contesto inusuale e molto glamour
come in una location prestigiosa tra cocktails,
musica, modelle che sfilano è vincente, così
come dedicare questi eventi totalmente al
femminile sia per quanto riguarda le
protagoniste - stiliste, artiste, chef - sia per
quanto riguarda il pubblico. Noi siamo delle
sostenitrici convinte del “pink power”, sinergie
tra donne sempre. E questo viene accolto con
grande successo dalle donne, italiane o
straniere che siano».
Sei tra le espositrici di Be Chic: ci regali
qualche curiosità sulla tua nuova collezione?
«Ho disegnato sei modelli di borse nelle
tonalità più glamour della stagione: rosa,
tabacco, bianco e blu indigo, con forme
innovative e dal design di lusso, pur sempre
rispettando la dinamicità e praticità di una
donna contemporanea. Infatti la caratteristica
delle mie borse è una combinazione di stile e
praticità, usando elementi di design come tasche
nascoste, tira lampo gioiello e pregiati interni
rivestiti in camoscio».
In fondo sei sempre stata attratta dal mondo
della moda "pratica".
«Sì, e per la mia prima collezione ho lanciato
sul mercato un prodotto inedito: la baby bag,
borse con stile per la mamma moderna che non
vuole rinunciare al proprio look. Seguendo il
trend "yummy mummy" ed ispirandomi ai miei
viaggi ed ai racconti delle mie amiche, ho
creato la mia prima collezione dedicata a donne
e mamme in carriera». |
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DONNE Roxana
Saberi, di nuovo libera di
Chiara Casadei
«Sono felice per il rilascio e per essermi
potuta ricongiungere con mio padre e mia
madre. Ringrazio tutte le persone che si
sono battute per la mia liberazione, anche
coloro che non mi conoscevano». Queste le
prime dichiarazioni di Roxana Saberi,
la giornalista freelance di 32 anni liberata
dopo essere stata reclusa da gennaio nel
carcere di massima sicurezza di Evin, a
Teheran, con le accuse di acquisto di una
bottiglia di vino - nella Repubblica
Islamica d’Iran gli alcolici sono proibiti -
attività giornalistica non autorizzata e
spionaggio in favore degli Stati Uniti.
Dopo la condanna a otto anni di reclusione,
uno sciopero della fame della stessa Saberi
e il sostegno di tanti, tra politici e
associazioni, è caduta l’accusa di
spionaggio in quanto gli Stati Uniti sono
stati riconosciuti come Paese non ostile.
Proprio grazie a questo, la sua condanna ha
avuto una drastica diminuzione di pena
a soli due anni, con sospensione
condizionale.
Roxana, nata da padre iraniano e madre
giapponese, ha doppia cittadinanza,
iraniana e americana. Dopo aver indossato la
fascia di Miss North Dakota ed essersi
classificata fra le prime dieci a Miss
America 1998, si è dedicata al giornalismo:
un master in Giornalismo televisivo
alla Northwestern University di Chicago, e
un altro in Relazioni internazionali alla
Cambridge University. Dal 2003 lavora come
giornalista freelance per diverse emittenti
televisive americane e britanniche, tra cui
anche la BBC. Corrispondente dall’Iran
da sei anni, si dedica ad inchieste sulla
difesa delle minoranze e sulla cultura
iraniana nel mondo.
Ora è finalmente libera. «Non ho programmi,
voglio stare con la mia famiglia e
rilassarmi». Questi i piani futuri della
giornalista che ha dovuto affrontare per
quasi quattro mesi la reclusione, aspettando
che la giustizia, e soprattutto le aperture
all'Iran di Obama, facessero il suo corso. |
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TELEGIORNALISTI
Allarga i tuoi orizzonti, un premio ai giovani giornalisti di
Valeria Scotti
Ancora
pochi giorni per partecipare al Premio europeo per giovani giornalisti
2009. Consegna ultima dei lavori il 30 maggio e poi dita incrociate.
L’iniziativa parte dalle Direzione Generale per l’Allargamento, in
collaborazione con l’Associazione European Youth Press e Café Babel.
L’Europa celebra infatti quest’anno il 20° anniversario della caduta della
“cortina di ferro” e il 5° anniversario dell’adesione all’UE di otto Paesi
dell’Europa Centro-Orientale e di Malta e Cipro. Da questi speciali
anniversari, lo spunto ai giornalisti - sia professionisti che aspiranti -
tra i 17 ed i 35 anni di tutta Europa per raccontare la propria idea
sull’allargamento dell’Unione Europea.
L’edizione 2009, aperta ai giornalisti della stampa, del mondo online e
della radio, richiede un elaborato legato al tema dell’allargamento dell’UE
e/o alla visione futura dell’Europa.
Per i 35 vincitori nazionali del Premio Europeo per Giovani Giornalisti
2009, un viaggio storico-culturale a Berlino – la capitale tedesca
celebrerà quest’anno il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino –
con la possibilità di incontrare rappresentanti dell’UE, politici,
ambasciatori e giornalisti da tutta Europa.
Come ha spiegato Olli Rehn, Commissario per l’Allargamento, «i giovani
sono degli “opinion leader” importanti per la loro generazione e il
concorso offre loro l’opportunità di condividere le proprie esperienze e
punti di vista sul nostro futuro europeo». In bocca al lupo. |
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SPORTIVA Volley
Carpi, di nuovo in serie A2
di Chiara Casadei
La notte del 2 maggio per Carpi è stata
festa grande. La squadra di
volley
femminile E-gò ha vinto il campionato di
serie B1, conquistando l’ambita
promozione in A2, dopo l’ultima faticosa
vittoria contro la squadra Combitras di
Forlì, che, sia in Coppa che all'andata in
campionato, era uscita vincitrice proprio
contro l’E-gò.
Dopo 25 anni, Carpi è tornata in serie A2
grazie alle loro preparatissime ragazze, che
hanno vendicato le precedenti sconfitte. Per
il coach Augusto Sazzi: «Abbiamo vinto il
campionato da primi della classe, questo ci
tengo a dirlo per rendere merito alle mie
ragazze perché nel girone di ritorno
abbiamo vinto sempre, collezionando 33 dei
36 punti in palio finora». Tra i
festeggiamenti, una cena privata dello
staff, atlete e dirigenti, a seguire una
festa "allargata" e, per finire in bellezza,
un premio promozione previsto dal contratto
che Maurizio Setti, il signor E-gò, pagherà
«con molto piacere perché oggi siamo
finalmente in serie A».
Ma c’è dell’altro. Il mirino ora punta in
direzione della serie A1. Ma il progetto
prevede ancora tanti cambiamenti, come
spiega Setti: «La prima problematica è
quella del palazzetto dello sport: se Carpi
vuole avere davvero una squadra di vertice e
spera di diventare un riferimento per la
pallavolo in tutta la provincia, e chissà,
un giorno arrivare in A1, deve anche saper
investire oggi. Si parla di un nuovo
palazzetto da mille posti, ma c'è il rischio
che molto presto possa anche non bastare. A
volte bisognerebbe chiedersi se il nostro
Comune "può" o "vuole" arrivare solo fino a
lì. E a volte penso che bisognerebbe fare
meno cose, ma fatte bene».
Ora è il momento di godersi la recente
vittoria e la conquista della serie A. E il
capitano della squadra, Francesca Moretti,
a nome di tutto il team che ha reso
possibile il raggiungimento di questa
importante tappa, ricorda così la notte del
2 maggio: «Una serata meravigliosa, il
palazzetto era pieno e ha fatto un gran
tifo. Ce lo siamo meritati tutti, noi e
la città».
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