Una missione: raccontare la verità com’è di Filippo Bisleri
Compito dell’informazione, delle telegiornaliste e dei
telegiornalisti, ma anche dei colleghi e delle colleghe della carta stampata,
come pure delle radio, è quello di far sapere la verità. Lo chiede il
diritto di cronaca e lo chiede quel tesserino, ormai per tutti di colore
granata, che attesa il ruolo di giornalisti. Ed essere giornalisti significa
informare la gente con lealtà e schiettezza.
Certo, non possiamo qui pensare che tutto sia dicibile a chiare lettere.
Realisticamente ammettiamo il forte limite insito nella professione
giornalistica: non tutto si può dire. Sono le dure leggi della
professione. È il punto di scontro tra realtà e utopia. In sintesi, sono i
problemi di una professione e sono problemi che spesso si legano soprattutto a
giornalismo investigativo. Proprio come quello di
Milena Gabanelli,
la conduttrice-giornalista di “Report” che, in pratica, ha introdotto
nella tv di Stato questo modo di vivere il giornalismo che è quello
investigativo, di cui vi parleremo nel prossimo numero in uscità lunedì.
Un’innovazione che data 1991 e che è stata subito premiata dagli italiani che
hanno capito che a loro si raccontava il più possibile. Certo, non tutto, ma il
più possibile di quanto era accaduto e di quanto era stato detto dalle persone
coinvolte nelle vicende raccontate.
E il raccontare il più possibile e con stile colloquiale è quello che premia
“Cominciamo bene” (e dunque
Elsa Di Gati), Tiziana Ferrario e Alberto Brandi. Tre volti noti del giornalismo che, pur in
campi diversi, hanno saputo entrare nelle case degli italiani con competenza
e discrezione. Ma soprattutto con tanta professionalità indiscutibile.
E poi le telegiornaliste e i telegiornalisti della notte. Sono loro, con
stili molto diversi ma ormai familiari al loro affezionato pubblico, a chiudere
il panorama informativo della giornata e, contestualmente, ad aprire la prima
vetrina sull’informazione del giorno dopo. Spalancano le porte
dell’informazione, fanno informazione e la fanno in famiglia… In un orario in
cui, forse, qualche dato in altri orari “proibito” riesce ad essere fornito.
MONITOR
Ferrario, una giornalista di qualità
di Filippo Bisleri
Il momento della rinascita. Forse anche il momento, per molti telespettatori,
della riscoperta di una telegiornalista di carattere e di razza. Stiamo
parlando di
Tiziana Ferrario, in prima linea nelle cronache dal Vaticano nei giorni
dell’agonia del Papa e quindi alla conduzione del Tg1 nel periodo dei
“Novendiali”, ovvero i 9 giorni di lutto per la morte del Pontefice. La
Ferrario, una delle telegiornaliste storiche del Tg1, ha saputo
reinventarsi e ridare slancio e verve al suo modo di condurre il
telegiornale come pure di realizzare i vari servizi. Un vero apprezzamento ad
una giornalista che continua a fare della qualità informativa, della pacatezza e
della chiarezza espositiva i suoi cavalli di battaglia. La Ferrario
dimostra, servizio dopo servizio, tg dopo tg, di essere una vera giornalista
professionista. Una giornalista in grado di affrontare con grande competenza
le situazioni più disparate aiutando il telespettatore a comprendere gli eventi
e i suoi retroscena senza nulla concedere, comunque, all’informazione gridata.
E, per concludere, va osservata e rimarcata anche la sobrietà della
Ferrario per quanto riguarda il modo di presentarsi in video. La Ferrario
scommette (e vince la scommessa) sul suo essere una brava giornalista e non
cerca di attirare i telespettatori con vestiti audaci o scollature. Brava
Tiziana, lo stile è ottimo e così facendo crei una scuola di sicuro successo per
le future telegiornaliste.
CAMPIONATO
Primo verdetto
di Rocco Ventre Il campionato ha emesso il suo primo
verdetto. Ed è un verdetto di condanna: Monica Setta
retrocede in serie B dopo aver perso l'ennesima sfida (12 sconfitte su 12 è un
record negativo...). Nelle cinque partite che le rimangono l' obiettivo è
salvare l'onore evitando di concludere il campionato a zero punti e magari
ottenendo un piazzamento che le permetterebbe di avere una migliore testa di
serie nel prossimo campionato di serie B.
Nello stesso girone Cristina Guerra perde la sfida diretta con la Todini e vede
allontanarsi il traguardo dei play-off.
Nel girone 1 Maria Concetta Mattei perde partita e primato
contro la D'Amico: per le prime quattro, quasi certe dei play-off, l'obiettivo
adesso è ottenere un buon piazzamento per evitare nei quarti l'invincibile
Luisella Costamagna.
CRONACA IN ROSA Sul caso Izzo e sui giudici di Fiorella Cherubini
Signori giudici, ma quand’è che imparerete a coniugare la giustizia?
Favor rei, in dubbio pro reo, permessi premio… una settimana a Sharm el Sheikh
in futuro, forse.
Come fate la sera a poggiare la testa sul cuscino dopo che tutte le testate
giornalistiche annunciano che il vostro Angelo Izzo - sfiorando la nobile
qualifica di Collaboratore di Giustizia (che sia anche autore di atroci
crimini non conta) ha seviziato altre due donne: una madre e sua figlia appena
quattordicenne, la prima, moglie dell’ex boss della Sacra Corona Unita,
Maiorano? Usufruendo della semilibertà, che voi presunti applicatori
della giustizia gli avete concesso, Izzo ha riproposto a distanza di trenta
anni la strage del Circeo; legando queste donne, spogliando la più giovane -
quasi certamente per violentarla - per poi soffocare entrambe con del nastro
adesivo e rinchiuderle in sacchetti di plastica acquistati appositamente per il
barbaro proposito.
Il vostro operato negli ultimi mesi, sulle ultime stragi, signori togati, ci
induce ormai a ritenere il Codice Penale un’arma impropria e a volte mal
gestita.
Non vi è bastato il massacro del Circeo; non avete ritenuto sufficiente - per
comminare un ergastolo - rinvenire nel cofano di un’auto il corpo martoriato e
vilipeso di una diciassettenne; non vi hanno convinto i racconti di un’altra
sventurata seviziata e violentata sfuggita alla morte per puro miracolo; ma
vi son bastati trent’anni di galera, giudici, per ritenere Angelo Izzo degno
della semilibertà e per considerarlo in grado di recuperare "ragazzi difficili"
assegnandogli un posto all’associazione "Città Futura".
E va bene, esimi signori togati, coerenti e colti giurisperiti impregnati di
positivismo, la legge è legge e come tale va applicata, il Codice Penale prevede
la misura alternativa della semilibertà, e allora concedetela, però nella metà
giornata in cui Izzo e i suoi compagni di merenda Palladino e Palaia si aggirano
indisturbati per il paese, non dimenticate di ricordare ai vostri congiunti:
figlie e consorti, in primis, di stare in campana: perché è da superficiali
ritenere che i protagonisti della cronaca nera siano sempre, soltanto, gli
altri.
FORMAT Telegiornaliste/i
+ Telegiornaliste/i -di Filippo Bisleri
Non poteva non andare al neo vice direttore (ad personam) del Tg5 di
Carlo Rossella,
Cesara Buonamici, il gradino più alto del nostro podio
settimanale. Cesara Buonamici ha finalmente ottenuto il premio per una
carriera sempre all’insegna della grande professionalità e del dialogo
molto sincero, schietto e aperto con i telespettatori. Uniamoci una
grande dose di autoironia e vediamo come ci troviamo davanti a una
giornalista doc per la quale il posto di vice direttore è strameritato.
Per lei un bell’“8” di gratifica e di incoraggiamento. Posto d’onore
nel nostro podio settimanale alla sempre bravissima
Paola Sensini. Equilibrata nelle sue conduzioni dei Tg, molto
attenta anche quando è coinvolta nelle trasmissioni per ragazzi, Paola
Sensini, soprattutto nelle ultime settimane, si sta imponendo per la sua
bravura e professionalità che, purtroppo, meriterebbero ben maggiori
valorizzazioni sul campo. La Sensini è un esempio da imitare per tutte le nuove
giornaliste. Per lei un meritato “7”.
Terzo gradino del podio a Mimosa Martini. Dopo mesi di confino al servizio di Maurizio
Costanzo e di cronache dal fronte, la telegiornalista che per prima annunciò
che in Florida aveva vinto Bush ha deciso di tornare a fare la giornalista a
360°. Messe da parte le ambizioni di scrittrice e di donna dello spettacolo (non
proprio bellissimi alcuni suoi atteggiamenti al “Costanzo show” o alcune
bacchettature delle colleghe sui fronti di guerra), la Martini si rimette in
discussione. Un bel “6.5” di stima per la decisione.
Errare è certo umano, ma perseverare è diabolico. Ribocciamo,
assegnandogli il posto più basso del nostro contropodio, Aldo Biscardi.
In nome di un giornalismo un po’ “partigiano” è riuscito a dimostrare, nel suo
“Processo”, che la Juventus è stata danneggiata a tutto vantaggio del Milan.
Memoria corta e naso lungo, “stile Pinocchio”. E poiché la bocciatura è recidiva
questa volta al nostro agitatore di ultrà assegniamo un severissimo
“3”. Meditate gente, meditate.
Secondo gradino del nostro contropodio a Giorgio Tosatti. Francamente non
riusciamo a capire la sua utilità all’interno di “90° minuto”. Giudizi di
parte e monocordi. La sua presenza danneggia la conduzione (ottima) di
Paola Ferrari e blocca il ritmo della trasmissione. I tempi
del famoso “Punto di Tosatti” quando era a Mediaset a fianco di
Raimondo Vianello nei commenti del campionato di serie A sono lontani. Anni
luce. Ci spiace per il collega Tosatti, ma dobbiamo bocciarlo con un “5”,
che però è recuperabile.
Fabio Zavattaro si sta ora dando ai libri su papa Giovanni Paolo II.
Comprendiamo le ragioni di attualità della pubblicazione ma, francamente, non
era necessaria la pompa magna con la quale ha presentato, in settimana, il suo
libro dedicato a “Karol il Grande”. Non ci saremmo aspettati, da un
telegiornalista come Zavattaro, solitamente così rispettoso, un atteggiamento
così marpionesco che più si attaglia a Bruno Vespa. Contropodio
anche per Zavattaro ritenendo il libro una “scivolata” occasionale. Un “5.5”
e un cartellino giallo…
FORMAT “Cominciamo bene”. Grazie alla Di
Gati
di Filippo Bisleri
Una formula indovinata, un successo che dura ormai da diversi anni e che
consente a brillanti giornaliste di mettersi in luce e a brillanti colleghi (o a
briosi conduttori) di esprimersi al meglio.
Stiamo parlando di “Cominciamo bene”, in queste stagioni
affidato alla coppia
Elsa Di Gati,
telegiornalista tra le più professionali ed amate del panorama odierno, e
Corrado Tedeschi, passato con tranquillità dalla conduzione dei quiz per
adolescenti al teatro ai quiz per adulti e ora alle trasmissioni di
approfondimento.
Tra le trasmissioni della mattinata che vogliono far interagire esperti e gente
comune sui temi più disparati certamente “Cominciamo bene” si guadagna la
palma del migliore. I tanti (innumerevoli) tentativi di superare il successo di
questa trasmissione (a suo tempo timonata, tra gli altri, da Michele
Mirabella, Toni Garrani e Ilaria D’Amico) sono sempre stati infruttuosi. Ottima la scelta della
collocazione oraria del programma e sempre indovinata la coppia di conduttori.
Coppie, quelle alternatesi alla guida di “Cominciamo bene”, che hanno
sempre realizzato alla perfezione l’obiettivo di far sentire il telespettatore
all’interno di un ambiente familiare. Un ambiente nel quale interagire
portando quesiti ma anche esperienze personali. Il tutto da confrontare, in
assoluta libertà e tranquillità, con gli esperti di turno.
Dell’edizione attualmente in programmazione sottolineiamo la bravura di
nel dare brio alla trasmissione con la sua proverbiale ironia
ligure. Merito particolare del successo, però, non può non essere ascritto alle
indubbie capacità professionali di Elsa Di Gati. Al contrario della sua
Roma, la Di Gati, in questa stagione, sta ulteriormente affermandosi come una
delle migliori telegiornaliste del panorama italiano. Mai sopra le righe,
sempre pronta e attenta in ogni momento della trasmissione, la Di Gati
ben si completa con Tedeschi e ci offre una trasmissione praticamente perfetta.
Perché quando il format del programma è buono e la sua conduzione è nelle mani
di una giornalista doc come la Di Gati il successo è assicurato. E il pubblico
lo testimonia ogni mattina… Nonostante “Tutte le mattine” del “baffone”
Maurizio Costanzo.
TELEGIORNALISTI Brandi, elogio della
semplicità di
Filippo Bisleri
Non è altissimo di
statura, ma è certo di grande levatura in quanto a professionalità, simpatia
e, aggiungiamo noi, anche autoironia.
Parliamo di Alberto Brandi, classe 1963 (è infatti nato il 31 dicembre di
quell’anno), che è la voce che commenta gli anticipi del campionato italiano il
sabato sera con la puntata che ha raddoppiato “Guida al campionato”,
ormai un tradizionale appuntamento domenicale della programmazione sportiva di
Italia1. Affiancato da Federica Fontana, Brandi, felice giornalista e
felice papà di una bimba che è adoratissima anche dai colleghi Mediaset, si
connota per una conduzione di “Guida al campionato” come di “Ultime
dai campi” davvero briosa.
Bravo, ironico, simpatico, Alberto Brandi è un giornalista che concede
moltissimo al pubblico creando con i suoi telespettatori un ambiente
decisamente amichevole e cordiale. Guardare una trasmissione condotta da lui è
come dialogare di sport tranquillamente in famiglia. Mai una voce sopra le righe
e, soprattutto, grande valorizzazione delle competenze giornalistiche affiancate
da quelle di chi il calcio l’ha praticato ad alti livelli. Di Brandi la scelta
di avvicendare sistematicamente i grandi del passato calcistico nazionale
(Beccalossi, Filippo Galli, Cabrini, Pecci) e di avvalersi della spalla
giornalistico-comica di Maurizio Mosca.
Brandi riconosce anche, con molta umiltà, grande collaborazione ai suoi colleghi
della redazione sportiva Mediaset che, a suo dire, sono tra i primi artefici
della riuscita. Brandi non si attribuisce mai i successi delle sue trasmissioni
perché sostiene che il lavoro finale è frutto dei contributi dell’intera
squadra. Sostiene solo di avere l’onore di andare in video e di cogliere, quando
la trasmissione ha ottimi dati di ascolto o risconti positivi di critica, il
frutto del lavoro di tutti. Un’affermazione che gli fa onore…
La natura non gli avrà dato molti centimetri (e lui ironizza su questo), ma
fortunatamente l’ha dotato di grande intelligenza giornalistica e di
tantissima umiltà con le quali ci regala commenti sempre pacati e
trasmissioni equilibrate. E per uno che è interista doc e lavora in reti tv
formalmente nelle mani del presidente onorario del Milan, dell’uomo dei tanti
scudetti e delle tante coppe e trofei, è davvero la dimostrazione di un’“alta
statura” giornalistica…
EDITORIALE Quelli della notte
di
Tiziano Gualtieri
Immaginati lì, tutti uguali,
qualche secondo prima di sedersi davanti a quella telecamera. Fuori dalla
finestra è buio, ci sono solo le luci di una città assonnata, assonnata come la
loro faccia. Gli edifici hanno le tapparelle socchiuse, come socchiuse sono le
palpebre di chi è di turno per l'ultima edizione del tg.
Poco importa se sia uomo o donna, se sia giovane o d'esperienza, se abbia
famiglia o sia single, gli occhi si sbarrano e "miracolosamente" si aprono solo
pochi attimi prima che si accenda quella luce rossa che indica l'inizio
dell'incubo, ma anche il primo passo verso la sua fine.
Sono loro che con la loro presenza indicano la fine della giornata, ma
anche l'inizio del nuovo giorno. Sono loro che girano le ultime pagine del libro
delle notizie: una volta terminato, il mondo è pronto a incominciare una nuova
giornata.
Quando ci sei "dentro" non senti più nulla: la stanchezza svanisce, tra
inquadrature larghe e strette vai avanti fino all'ultimo foglio - tra lanci e
notizie lette in studio - come in una sorta di trance che svanisce non appena
saluti e ti piombi nel sonno più assoluto e tanto atteso. Si, perché andare in
onda mentre quasi tutti sono già sotto le coperte a pensare al domani, a
lasciare che il cervello faccia i suoi voli pindarici nei ricordi, a scambiarsi
carezze con chi più si desidera, non è facile.
Il pisolo è sempre dietro l'angolo, l'abbiocco in agguato e i tempi tra un
servizio e l'altro pericolosamente lunghi.
«T'ho detto sì, vengo dopo il tg».
Cinzia Fiorato,
Raffaele Genah, Gianluigi Gualtieri, Francesca Nocerino, Sergio Criscuoli, Maria Rosaria De Medici, Maria Cuffaro: immaginati lì - pochi attimi prima della diretta -
addormentati sui divanetti delle sedi dei tg, con la sveglia puntata, pronta a
farli scattare in piedi poco prima che scatti l'ora x necessaria per darsi una
sistemata, una lavata alla faccia, la classica pettinata che sistema quel ciuffo
ribelle. Loro, giornalisti per scelta, insonni per contratto.
E poi, il tecnico audio, l'operatore, il regista e nulla più. A quell'ora non
c'è più nessuno nelle palazzine dell'informazione, solo la ronda della sicurezza
che ogni tanto curiosa, passa, saluta e va via. «Ma come farà a rimanere qui a
queste ore» sembra mormorare.
Eppure, d'improvviso, la faccia addormentata, i capelli sparati, gli occhi
impallati svaniscono nel nulla non appena si varca la porta dello studio: le
luci, le camere, il gobbo. «Attenzione! Tre, due, uno...vai!».
La sigla parte, scorrono i titoli, la luce rossa si accende:
«Buonanotte e ben ritrovati a quest'ultima edizione»... Il tg è cominciato per
il sonnambulo che così potrà dissetare la propria voglia di notizie, mentre il
telegiornalista - almeno per mezz'ora - rimarrà sveglio. In attesa della sigla
di chiusura, quando tra gli ultimi, lascerà il suo posto in redazione, spegnerà
la luce dell'ufficio e saluterà tutti.
Pronto per andare a infilarsi sotto le coperte, in attesa della prossima
edizione, in onda - rigorosamente - dopo la mezzanotte...
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