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Archivio Telegiornaliste anno XXI N. 11 (790) del 26 marzo 2025

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TGISTE
Emanuela Gentilin, rispettare le persone
di Giuseppe Bosso

Quarta classificata a Miss Italia 2003, Emanuela Gentilin ha poi intrapreso la sua carriera da giornalista in vari format.

Possiamo dire che il tuo lavoro è raccontare l'Italia di oggi?
«Si, per tanto tempo mi sono occupata di spettacolo ora che seguo la cronaca i mie collegamenti sono quasi tutti centrati sui fatti di attualità ma rimpiango un po' gli anni in cui parlavo del folclore e delle tradizioni del nostro Paese. Purtroppo la televisione di oggi è più impegnata a mostrare i problemi anziché le cose belle che tutti ci invidiano e sono il nostro vero patrimonio».

Tra le storie che hai avuto modo di raccontare ultimamente quali ti sono rimaste particolarmente impresse?
«Sicuramente la cronaca nera ti lascia più il segno. Mi ha molto colpito il caso di Margaret Spada, quella ragazza partita  dalla Sicilia per una rinoplastica al naso in uno studio medico qui a Roma. Era bella, giovane... troppo per perdere la vita così. La famiglia l’ha vista ritornare in una bara. Una storia scioccante».

Il fattore umano, intendo il contatto diretto con le persone protagoniste delle storie che racconti, è il primo passo da compiere: tu come ti approcci alle persone con cui ti relazioni?
«Con gentilezza. Amo il mio lavoro ma cerco di farlo rispettando le persone che mi trovo davanti, i loro sentimenti, le loro volontà. Non faccio pressioni anche se spesso potrebbe giovarmi per “portare a casa” l’intervista più funzionale al programma, ma preferisco il rispetto. Senza presunzione credo che tutte le persone che ho intervistato hanno di me un ricordo di una persona buona ed educata, valori che ho ricevuto dai miei genitori e che porto anche nel mio lavoro».

Per le trasmissioni di Canale 5 hai avuto modo di raccontare le vicende dei protagonisti di reality come L'Isola dei famosi e il Grande Fratello: sono davvero il male assoluto della televisione di oggi o a distanza di tempo credi che questa valutazione negativa sia in parte ridimensionata?
«Io non posso parlarne male, mai. Ho seguito per tanti anni i reality, dando gli aggiornamenti in diretta a Pomeriggio Cinque, spesso vivendo a stretto contatto con gli autori. Stimo molto il gruppo di lavoro, sono dei bravissimi professionisti e dietro c’è molto impegno. I protagonisti possono essere discutibili… a volte piacciono e a volte deludono ma sono uno spaccato della società; sicuramente noto più finzione rispetto alle edizioni passate, i concorrenti sono più preparati, sanno cosa funziona di più a livello di audience e cercano la facile popolarità figlia dei social, ma la spontaneità e la verità, quando ci sono, arrivano al pubblico a casa che è sempre sovrano nel decretare il vincitore».

Un giorno potresti scrivere un libro in cui condensare le storie più significative tra quelle che hai raccontato da inviata?
«Chissà, forse un domani quando sentirò il bisogno di fermarmi. Per scrivere un libro ci vuole tempo e tanta dedizione. In questo momento sento ancora la necessità di fare molta esperienza».

C'è un ambito dell'informazione che non hai ancora sperimentato e nel quale un giorno vorresti cimentarti?
«In 20 anni di televisione ho trattato vari temi, ho sfiorato anche un programma di cucina molto seguito, per il quale avevo partecipato a un provino. Sicuramente mi sarei divertita ai fornelli. Ma se dovessi esprimere un desiderio vorrei tornare a viaggiare per parlare di eccellenze italiane, mi piacciono molte le storie delle persone che hanno saputo cambiare la loro vita e dare un contributo, piccolo o grande, per tenere alto l’orgoglio del nostro made in Italy».
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TUTTO TV
Vittoria Puccini, un successo consolidato
di Giuseppe Bosso

Mancano pochi giorni al Natale del 2003 quando sugli schermi di Canale 5 esordisce, quasi in sordina, una serie, diretta da Cinzia Th Torrini, che sarà il successo di quella stagione, Elisa di Rivombrosa. Se il protagonista maschile, Alessandro Preziosi, era già da tempo un volto noto e amato dagli spettatori italiani, non altrettanto poteva dirsi per la coprotagonista femminile.

Ne è passata davvero di acqua sotto i ponti da quei giorni, ma l'ascesa di Vittoria Puccini è proseguita inarrestabile fino ad oggi, con un altro grande successo in costume targato Raiuno, Belcanto. Due donne forti nonostante le mille difficoltà la Elisa di allora e la Maria Valli di oggi, che idealmente rappresentano il percorso di un'attrice, fiorentina di nascita, che ha saputo districarsi tra il cinema d'autore di Sergio Rubini e Pupi Avati, la commedia brillante di Fabio De Luigi e la fiction nelle sue diverse rappresentazioni, si trattasse di interpretare Oriana Fallaci o storie di pathos e intensità dei giorni nostri come Mentre ero via e Il processo.

Con Preziosi l'amore nella fiction è diventato amore reale, impreziosito dalla nascita di Elena ma poi finito. Il presente è la figlia, il legame con il fotografo Fabrizio Lucci che dura da ormai dieci anni e nuove sfide per un'attrice che ha dimostrato grande versatilità in ogni sua interpretazione.
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DONNE
Autrici in vetrina, Chiara Gily
di Silvestra Sorbera

Tantissime le donne scrittrici che negli ultimi anni stanno popolando il panorama letterario italiano. Nell'ultimo periodo, tra coloro che stanno lasciando un segno ricordiamo Chiara Gily napoletana trasferita a Trieste, giornalista e autrice di Aspettami al caffè Napoli, pubblicato da Mondadori a marzo di quest'anno.

Trama: Lidia ha lasciato Napoli per Trieste molti anni fa. Da allora fa ritorno di rado, senza mai riuscire a farsi accompagnare dall'eterno fidanzato Pietro. Solo l'invito al terzo matrimonio della cugina può costringerla a un fine settimana nella sua città d'origine: Alice l'ha scelta come damigella d'onore e Lidia non ha scuse per evitare le nozze.

Entrambe sono figlie uniche, da sempre chiamate 'e sore cugine, un modo di dire che a Napoli indica un rapporto di sangue molto vicino alla sorellanza. Anche se lei e Alice negli anni si sono allontanate molto, complici i tanti chilometri che le separano, Lidia ha in programma di fermarsi a Napoli solo pochi giorni, ma il destino per lei ha in serbo altri piani.

In una manciata di ore si ritrova unica erede dell'attività di famiglia, l'amatissima bottega di rigattiere del padre Felice, che ne aveva fatto un luogo di incontro per gli abitanti del rione anche grazie al suo eccezionale caffè. Il negozio si rivela presto un covo di segreti e problemi da risolvere. Per fortuna Lidia non è sola: ad aiutarla ci sono la neosposa Alice e Mila, un'appassionata fotografa.

La bottega che tutti davano ormai per persa si trasforma così nel sogno di tre giovani donne, determinate a farla rinascere dalle macerie. Chiara Gily firma un romanzo che fa bene al cuore, pieno di umanità, dolce come un caffè ben zuccherato e frizzante come un calice di spritz.

Una storia che insegna come le seconde opportunità arrivano un attimo prima di mollare tutto. Proprio come accade con la felicità.
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