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Archivio Telegiornaliste anno XXI N. 7 (786) del 26 febbraio 2025

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TGISTE
Benedetta Gambale, il mio diario di Sanremo
di Giuseppe Bosso

Abbiamo il piacere di incontrare nuovamente Benedetta Gambale, volto e voce di Rcs Radio Castelluccio, per rivivere i giorni del Festival di Sanremo che anche quest'anno ha avuto modo di seguire nel team di Casa Sanremo.

Bentrovata, Benedetta. Anzitutto le tue sensazioni di questa settimana sanremese.
«Sanremo è sempre una grande emozione che trasmette energia. Dico sempre che per poter capire davvero cosa rappresenta bisogna andarci di persona almeno una volta nella vita, anche senza necessariamente entrare nell'Ariston ma per girare per le strade, proprio per il suo essere una specie di 'bolla' che assorbe tutto quello che c'intorno in quella settimana; al di là di gossip e polemiche che comunque ci saranno sempre rimane quel concentrato di positività, di sorrisi, che ti trasmettono energia. Per il secondo anno consecutivo ho avuto modo di entrare nell'Ariston di persona».

Quali sono stati i momenti e le interviste che più ti hanno coinvolta?
«Sicuramente Lucio Corsi, per la semplicità che trasmette. Il Festival è anche apparenza, lo sappiamo, come i cantanti si espongono anche tramite i social. Ma Lucio è la semplicità fatta persona, è stato bello percepire come, nel suo modo di porsi fin dalla prima conferenza stampa a cui ha partecipato, come vivesse questa esperienza da esordiente, parlando come un bambino alla sua prima esperienza importante. La sua spontaneità un po' giocherellona e innocente andrebbe un po' riscoperta. In conferenza stampa sono passati un po' tutti, anche Cristicchi, anche Amara che ha curato il testo di Simone. Sono profondi nel racconto. E poi i più giocherelloni come Elodie e Brunori».

Secondo te i risultati con le grande polemica suscita dall'esclusione di Giorgia dal podio rappresenta la giusta conclusione di questi giorni?
«Secondo me sì. Per mio gusto personale al primo posto avrei messo Lucio, ma Olly si è meritato la vittoria fin dall'inizio, era tra i più quotati all'inizio. La polemica su Giorgia è sicuramente legata anzitutto al suo percorso di grandissima cantante, ma sappiamo bene che a Sanremo non viene premiata la carriera trascorsa ma la canzone che presenti. Le polemiche sul podio nascono anche da questo continuo cambiare i meccanismi di votazione, anche per il fatto che ormai da anni al Festival conta molto l'aspetto mediatico legato al seguito che accompagna gli artisti in gara dai loro social, basti pensare al fatto che a Sanremo ci sono stati moltissimi corner al seguito di alcuni partecipanti, come Clara con La farmacia dell'amore, Sarah Toscano con la gelateria... tutto questo è comunicazione, marketing».

Ma questo aspetto non rischia di andare a discapito del lato strettamente musicale/artistico?
«Carlo Conti ha dato più spazio alla musica, basti vedere come ha condotto, a prescindere dal fatto che sia piaciuto o meno questo stile di “ascoltiamo la musica, ascoltiamo le canzoni”; ma questi elementi “esterni” sono utili per far arrivare la musica a una platea più vasta; teniamo sempre presente che la società è cambiata, il Festival di oggi non è più quello degli anni '80 o '90, secondo me è anche giusto che oltre la canzone ci sia altro intorno, anche per una migliore riuscita della comunicazione del brano, per così dire».

Al di là di queste polemiche ritieni che in ogni caso il festival rappresenti in qualche modo lo specchio della società di oggi?
«Sì, soprattutto negli ultimi anni abbiamo assistito al confronto di più generazioni, ed è un po' lo specchio dell'Italia di oggi, anche in base alle critiche e alle polemiche, frutto di una percezione della società e di com'è cambiata».

Dopo tutti questi anni non ti sei stancata di seguire il Festival?
«No, ogni anno è una storia diversa. Ho conosciuto ogni anno persone nuove, e malgrado la lontananza da casa in quella settimana posso dire di aver trovato una piccola 'famiglia' che ogni anno si arricchisce di nuovi membri; anche una persona conosciuta da poco può diventare un punto di riferimento. I primi anni in cui come Radio Castelluccio siamo stati lì ci eravamo collocati in fondo alla sala stampa, e aspettavamo nella speranza di poter avere la possibilità di porre qualche domanda. Nel corso degli anni siamo avanzati di posizione, creando una rete con altri giornalisti, ed è una crescita che lascia un sorriso. Radio Casasanremo è diventata un connubio di emittenti di tutta Italia, ed è anche un bellissimo modo di confrontarci tra di noi nelle nostre esperienze, che possono essere anche diverse da regione a regione. Si sente questa forza dell'essere insieme condividendo un unico obbiettivo».
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TUTTO TV
Sara Ferranti, il successo di Endless Love
di Giuseppe Bosso

Proseguiamo il nostro viaggio tra le voci del doppiaggio italiano. Questa settimana incontriamo Sara Ferranti, che ultimamente abbiamo avuto modo di 'ascoltare' sulla protagonista di una serie originaria del Bosforo da poco conclusa sugli schermi di Canale 5.

Benvenuta sulle nostre pagine Sara. Anzitutto d'obbligo iniziare sulla conclusione della serie turca Endless Love in cui ha prestato voce alla protagonista, Nihan Sezin: si aspettava il grande successo che ha avuto?
«Grazie a lei di avermi invitata! Sapevo che la serie, essendo uscita da tempo in Turchia e in diversi paesi, era già molto famosa ancor prima di approdare in Italia. Una serie importante, molto premiata. Quindi immaginavo che fosse attesa e mi sono sentita addosso una grande responsabilità. Sospettavo che sarebbe stata vista da tante persone, molte delle quali l’avevano già apprezzata in lingua originale. Ma devo dire che un riscontro così importante era, onestamente, aldilà della mia immaginazione!».

E il grande successo di Endless Love si è esteso anche a lei, come abbiamo potuto seguire in occasione di alcune dirette che ha fatto su Instagram con gruppi di fan che si sono formati: è anche un riconoscimento del vostro lavoro?
«Assolutamente sì, a mio avviso non esiste un riconoscimento più importante di questo. Ho dato me stessa a questo personaggio, con impegno, dedizione e tanto cuore. È stata una gioia scoprire che questo sia arrivato a tanti fan della serie, nutro moltissima gratitudine per ogni persona che abbia apprezzato il nostro lavoro».

Ricorda la sua prima volta al leggio?
«Certamente! Ho avuto la fortuna e l’onore di cominciare con Fiamma Izzo, ho seguito i turni di doppiaggio presso la PumaisDue per tanto tempo grazie a lei e a sua sorella Giuppy Izzo, e proprio quest’ultima mi ha dato la mia prima possibilità: doppiavo Louise, una compagna di classe di Rory Gilmore nella serie Una mamma per amica. È stato incredibile, mi emoziono ancora al pensiero...».

Nel corso degli anni tra i vari personaggi a cui ha prestato voce a chi si è sentita maggiormente vicina?
«Sono molto affezionata al personaggio di Trixie, una splendida levatrice della serie Call the midwife, una donna dolce, sensibile, ironica, empatica, con un passato non facile.. ho amato moltissimo doppiarla».

L'intelligenza artificiale è una realtà ormai affermata che in futuro potrebbe mettere a rischio anche figure come la vostra: ma davvero la tecnologia può rimpiazzare l'animo e la passione dell'essere umano?
«Io credo fermamente che replicare le emozioni umane sia impossibile. Non potremo di certo bloccare il progresso, ma questa minaccia reale, se possibile, mi spinge ancor di più a dare tutto il mio cuore e la mia anima al lavoro che faccio e che ho scelto, e sono certa che vinceremo questa sfida».

Dove potremmo “ascoltarla” prossimamente?
«Rimanendo in argomento di serie turche, dopo Love is in the air sono tornata a doppiare un’attrice straordinaria, Melisa Döngel, in Love, Reason, Get even in streaming su Mediaset Infinity, stavolta Melisa interpreta una cattiva, decisamente sopra le righe, una ragazza completamente opposta alla dolce Nihan di Endless Love! Un personaggio difficile, ma molto stimolante! Poi ci sono altri progetti molto belli, dei quali però, finché non andranno in onda, non posso parlare, purtroppo. Ma vi aggiornerò al più presto!».
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DONNE
Le donne di Sanremo
di Silvestra Sorbera

Chiuse le porte del festival di Sanremo, nominato il vincitore della kermesse canora più famosa di Italia, cosa resta del palcoscenico dell'Ariston?

Di certo, come da copione, la conduzione di Carlo Conti; che non sarebbe comunque stata la stessa cosa senza le donne che lo hanno affiancato. E tra le cantanti e co-conduttrici che si sono alternate di certo ha lasciato la sua impronta Katia Follesa.

La comica quarantanovenne ha affascinato il pubblico dell'Ariston e quello a casa con la sua consueta comicità sagace e attenta a quelle che sono le criticità delle donne.

Non sono mancate polemiche per qualche battuta, programmata, sul peso e sul corpo delle donne che però la Follesa ha reso leggere e pieno di brio.
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