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Archivio Telegiornaliste anno XX N. 18 (765) del 29 maggio 2024
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TGISTE
Valentina Cristiani, emozioni rossoblù
di Giuseppe Bosso

Abbiamo il piacere di incontrare nuovamente la giornalista Valentina Cristiani, per parlare della stagione calcistica che ormai è conclusa, in attesa degli Europei che inizieranno tra qualche settimana, e dei suoi prossimi impegni.

Bentrovata Valentina, siamo alla fine di una stagione entusiasmante per il calcio italiano, con la vittoria dell’Atalanta in Europa League (in attesa del risultato della Fiorentina in Conference) e per te la gioia del Bologna che ha conquistato una meritatissima qualificazione in Champions League: anzitutto ti aspettavi questo risultato, man mano che i ragazzi di Thiago Motta crescevano nel corso dell’anno?
«Man mano che passavano le settimane, i mesi… ci si credeva sempre un pochino di più. Oltre a Saputo, l’artefice di questa meritata qualificazione è Giovanni Sartori, l’architetto silenzioso del Bologna da Champions. Sartori è un dirigente vecchio stile, che preferisce valutare un calciatore di persona. Un lavoro ovviamente di collaboratori e allenatori, a tutto tondo. Il basso profilo è una scelta di vita e non solo. Sono appena tre infatti i club in cui ha lavorato in più di trent’anni di carriera dirigenziale: Chievo Verona, Atalanta e, appunto, Bologna. E tutti questi club, sotto le sue mani, hanno cambiato la propria storia. Non ultima, quella del Sogno rossoblù, divenuto realtà. Thiago Motta, Riccardo Orsolini, Joshua Zirkzee, Riccardo Calafiori, Lewis Ferguson... sono questi i principali protagonisti dell’impresa compiuta dal Bologna, qualificato in Champions League per la prima volta dopo l’apparizione nel 1964/65, eliminata al primo turno contro l’Anderlecht dopo la “bella” al Camp Nou e un lancio di moneta sfortunato. Un risultato inatteso e assolutamente imprevedibile alla vigilia del campionato, giunto addirittura con due giornate di anticipo grazie al successo dell’Atalanta nello scontro diretto contro la Roma».

Sicuramente una dedica a Sinisa Mihajlovic che osserva da lassù, un legame che si rinsalda anche con la nomina del figlio ad allenatore delle giovanili rossoblù, vero?
«Grazie per la domanda: Sinisa ha inciso tanto nella parabola vincente della squadra, da lì penso sia partito tutto. Come ha detto Orsolini “ha posto le fondamenta”. Un omaggio a una personalità che ha lavorato con molti dei componenti della rosa attuale, trasmettendo loro tutta la sua grinta e la sua voglia di non arrendersi mai. Un vero leone, ed ora la squadra rossoblù ha la sua immagine. Una storia che non poteva finire qui… il figlio Miro, che lo scorso agosto ha preso il patentino allenatori C per le giovanili a 23 anni, sarà vice dell’U15 o U16 a Casteldebole. Una tradizione che continua, una bella suggestione che fa onore a Bologna. E al Bologna: sempre e per sempre, una storia senza fine».

Siamo passati dallo scudetto vinto l’anno scorso dal Napoli dopo una lunga egemonia delle tre grandi del nord alla stella dell’Inter di quest’anno: ma l’emergere di nuove forze, Atalanta e Bologna, può davvero disegnare una nuova gerarchia dei rapporti di forza del campionato italiano?
«L’Atalanta ha vinto l’Europa League in grande stile, andando anche in finale di Coppa Italia; i rossoblù hanno centrato la Champions dopo 60 anni, con merito. Sintomo che valorizzare i calciatori per farli rendere al meglio (ed oltre) le proprie potenzialità porta grandi risultati, il punto cardine di un progetto vincente. Con l’obiettivo non più di migliorare i giocatori per poi rivenderli ma per essere competitivi anche su palcoscenici internazionali».

Con quali prospettive ci presentiamo, secondo te, agli Europei di giugno, in cui Spalletti è chiamato a difendere il titolo conquistato da Mancini ma soprattutto a rilanciare una nazionale che ha clamorosamente steccato la qualificazione agli ultimi due mondiali?
«Essere i campioni in carica deve essere uno stimolo in più. Quello che conta è un gruppo coeso, che si supporti, senza primedonne. E che lotti per l’obiettivo comune: la Nazionale ha davanti a sé un biennio decisivo: gli azzurri devono difendere il titolo in Germania questa estate e tornare ai Mondiali fra due anni dopo otto anni di assenza».

Da opinionista di calciomercato, che campagna estiva ti aspetti alla luce anche di novità come i nuovi assetti societari dell’Inter e il ritorno in A del Parma e di una realtà interessante come il Como?
«Regina del mercato immagino sarà il neo promosso Como dei proprietari indonesiani Hartono (i più ricchi del Paese) con 48 miliardi di patrimonio che, dopo Icardi e Correa, hanno sondato il terreno anche per Kean e Audero. All’Inter con Oaktree e l’arrivo del nuovo fondo potrebbe cambiare il mercato estivo. Si punterà in primis l’indice su alcune cessioni per finanziare alcune operazioni in entrate. A tal proposito Sanchez e Arnautovic potrebbero dire addio ai colori nerazzurri già nel corso delle prossime settimane. L’attaccante cileno, dopo l’arrivo di Taremi, potrebbe salutare Milano e abbracciare l’inizio di una nuova avventura. Per quanto concerne il Bologna, dopo l’addio di Thiago Motta si pensa ad Italiano o Sarri in panchina. Molto probabile questa ultima scelta che potrebbe portare anche uno scambio di portieri: Skorupski al Napoli e Meret in rossoblù. Fattore che potrebbe agevole la trattativa è il fatto che i due assistiti hanno lo stesso agente, Pastorello. Molto cercata anche la rivelazione Calafiori che è di proprietà del Bologna e resta legato al Basilea dalla percentuale sulla futura rivendita (40%). Il difensore è valutato dai rossoblù sui 20/25 milioni, ma la cifra potrebbe alzarsi ancora».

Un anno fa ci eravamo sentiti per parlare del tuo libro Goal a 4 zampe: quali riscontri hai avuto da allora?
«Il mondo sarebbe un posto più bello se tutti avessero la capacità di amare incondizionatamente come i nostri pelosetti, è questo il messaggio che mi farebbe piacere arrivasse da questo libro. Gli animali domestici aiutano a concentrarsi sul presente, soprattutto nel momento in cui passi del tempo con loro, distraendoti da pensieri angoscianti o preoccupazioni che riguardano il passato o il futuro. Accarezzare un animale stimola il rilascio di ossitocina (sia per te che per lui!), e aiuta a diminuire i livelli di stress. Nel mio libro lo raccontano famose giornaliste di Sky, Dazn, Mediaset e mogli di calciatori di Serie A. Sono entusiasta delle presentazioni alla Feltrinelli e alla Mondadori, oltre alle varie interviste sui settimanali Gente, Visto, Diva e Donna, Intimità e sui quotidiani. L’idea di raccontare le storie di giornaliste e wags per il mio libro Goal a 4 zampe è frutto di una grande empatia tra donne, fiducia reciproca, spirito di collaborazione, lavoro di squadra, in primis con l’editrice Rossella Bianco, quindi con Simona Ventura che ha curato la prefazione, poi con Francesca Baraghini, giornalista di SkyTG24 che ha scritto l’introduzione».

Dopo due libri di successo pensi di continuare questa attività letteraria?
«Assolutamente sì, ed è già a buon punto il terzo manoscritto. Presto vi svelerò di cosa si tratta, ma posso anticipare che ruoterà sempre sulla tematica calcistica. Per me la scrittura è magia; è tutto, è felicità e terapia, entrare in una bolla “tutta mia”. Un’amica preziosa. Non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei, o almeno non sarebbe la stessa. La scrittura cambia nel tempo, in base alle nostre esperienze e al nostro vissuto. In pratica cresce con noi, si evolve, matura o regredisce. È un viaggio folgorante verso me stessa».
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TUTTO TV
Ilaria Fratoni, non solo meteo
di Giuseppe Bosso

Da ormai dieci anni è uno dei volti di Meteo.it. Ilaria Fratoni, originaria di Torre del Greco (Napoli) si divide tra Milano e Londra.

Benvenuta su Telegiornaliste, Ilaria. Anzitutto, lei e il meteo, un incontro nato come?
«Un incontro nato tramite una selezione: una mia collega attrice pubblicitaria mi segnalò questo provino, andai dunque in uno studio televisivo molto grande; c’erano tantissime donne, molto belle e molto preparate, non avrei mai pensato di superare la selezione ed essere presa».

Agli inizi si è dedicata molto alla tv dei ragazzi, prendendo parte a uno storico e mai dimenticato contenitore come La Melevisione: quanto è stata importante quella esperienza per la sua formazione artistica?
«È stata un’esperienza importantissima, appena uscita dalla Scuola del Piccolo Teatro, sono stata presa ne La Melevisione, li eravamo tutti attori teatrali proprio perché quel programma era teatro in tv. Sono stati anni meravigliosi, noi attori eravamo tutti simili sia artisticamente che personalmente, eravamo molto uniti e molto in sintonia. Quell’esperienza mi ha dato molta dimestichezza con la telecamera e anche negli eventi live».

Il pubblico dei ragazzi è storicamente considerato quello più esigente, almeno fino a qualche anno fa: è stata una buona palestra?
«Assolutamente. Davamo il cento per cento per arrivare al cuore dei ragazzi. È stata un’ottima palestra per imparare a bucare lo schermo per arrivare il più direttamente possibile al pubblico a casa».

Tante parti, tanti piccoli ruoli, possiamo dire che la gavetta l’ha fatta davvero senza sosta: oggi sembra essersi persa questa consapevolezza dell’importanza dei piccoli passi iniziali, è così?
«I tempi sono molto cambiati e con i social tutti possono avere a disposizione una vetrina enorme e arrivare più facilmente all’obiettivo. È tutto più veloce oggi, il che non è sempre un male».

Quali sono state le difficoltà che ha affrontato nell’avvicinarsi allo specifico settore della meteorologia?
«Capire bene le varie sfaccettature della materia, memorizzare le definizioni dei fenomeni atmosferici, ma soprattutto saperli poi associare alle caratteristiche del territorio. C’è voluto tempo, molta formazione, i meteorologi sono stati molto bravi a trasmettermi la materia con passione e semplicità».

Si è molto ironizzato, anni fa, sulla figura della ‘meteorina’, ragazze avvenenti che presentavano questi spazi di informazione: ha dovuto anche lei misurarsi con questo stereotipo o è riuscita a bypassarlo?
«All’inizio molto, poi con il tempo, credo di aver dimostrato di essere una professionista. La bellezza dura poco se sotto non c’è sostanza».

Oltre al meteo a cosa sta lavorando adesso?
«Lavoro in moltissimi eventi live, sulla salute, sulla musica, automotive e tanti altri. Devo dire che vivendo tra Milano e Londra, l’inglese mi ha aiutata tanto perché c’è sempre più richiesta di conduzioni sia in italiano che inglese. Gli eventi live mi piacciono particolarmente perché stanno a metà, tra teatro e televisione».
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DONNE
Chiara Biggi, guidare con sicurezza
di Giuseppe Bosso

Abbiamo il piacere di incontrare, a margine dell’evento formativo svoltosi lo scorso 16 gennaio presso la sede Anas di Napoli organizzato con il supporto dell’Ordine dei giornalisti della Campania, dove ha vestito il ruolo di moderatrice, Chiara Biggi, referente per la Campania e la Basilicata dell’Ufficio Stampa dell’ente che si occupa delle infrastrutture stradali dopo essere stata a lungo telegiornalista.

Benvenuta su Telegiornaliste, Chiara. Anzitutto le tue sensazioni dopo questa giornata di formazione?
«Vi ringrazio per lo spazio e l’attenzione. Questi eventi per noi sono fondamentali, grazie anche al supporto dell’Ordine dei giornalisti della Campania della Polizia Stradale e la Polizia di Stato, per instillare la cultura della sicurezza stradale e la direzione dell’attenzione alla guida. Questo corso è stato interessante, ha coinvolto tanti aspetti da quelli tecnici a quelli della comunicazione, ci ha permesso di approfondire gli aspetti operativi della sicurezza stradale e le tematiche legate alla incidentalità stradale. Iniziative come questa hanno la principale finalità proprio di prevenzione, e su questo aspetto siamo molto attivi anche nelle scuole e con i giovani».

Raccontaci come si è svolto il tuo percorso giornalistico che ti ha portata a diventare referente per la Campania e Basilicata dell’Ufficio Stampa di Anas, e spiegaci più in particolare in cosa consiste la tua mansione?
«Sono una giornalista professionista da oltre 12 anni e prima ancora pubblicista da quando non ero ancora maggiorenne. La comunicazione è sempre stata la mia passione e per questo – con l’appoggio dei miei genitori, in particolare di mio padre, che purtroppo non c’è più ma che per me è stato un grande riferimento ed una grande spalla – ho indirizzato il mio percorso di studi in tal senso, conseguendo, nei tempi, la Laurea in Scienze della Comunicazione e la specializzazione in Scienze dello Spettacolo con Lode, con una tesi di laurea sulla tragica storia di Alfredino, il bimbo caduto nel pozzo a Vermicino».

Avvicinarti in questo modo al mondo della circolazione stradale è qualcosa che ti è capitato per caso o il tuo è un percorso che, per così dire, si è indirizzato in questo senso?
«Ho scelto di non iscrivermi alla scuola di giornalismo poiché, come dicevo, avevo già approcciato a questa professione, con diverse esperienze sul campo grazie anche alle collaborazioni con testate, radio e tv locali tra le quali il quotidiano Roma, Il Corriere del Pallone, Radio CRC e l’agenzia Videocomunicazioni che adesso si chiama Videoinformazioni. Durante l’Università, grazie ad uno stage, ho avuto modo di lavorare presso la redazione di Sky Sport (che all’epoca si trovava a Cologno Monzese, in provincia di Milano) e lì sono rimasta oltre il tempo inizialmente stabilito; è stato proprio a Milano che ho poi incrociato Anas, all’epoca alla ricerca di un addetto stampa per la costruenda Monza-Cinisello Balsamo. Sono rimasta in Anas in Lombardia tre anni, per poi approdare alla Direzione Generale di Roma per altri quattro anni circa ed infine presso Anas Campania ormai nove anni fa».

Rispetto al tuo precedente lavoro di telegiornalista, in questo ruolo ‘istituzionale’ avverti maggiori o minori condizionamenti?
«Non vi è alcun tipo di condizionamento, l’ufficio stampa rispetto a stampa e televisione svolge un ruolo diverso ma altrettanto prezioso, perché consente di dare informazioni puntuali e tempestive, ed è per questo che il nostro invito è sempre quello di rivolgersi al nostro ufficio stampa».

Hai preso parte, lo scorso novembre, al convegno organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Campania a Pontecagnano dedicato proprio al ruolo degli uffici stampa con particolare riguardo agli aspetti deontologici: rispetto alla tua precedente esperienza da giornalista di un’emittente televisiva una volta che ti sei calata in questo ruolo, per così dire, ‘istituzionale’, quali differenze hai riscontrato?
«Lasciami, innanzitutto, ringraziare l’Ordine dei Giornalisti della Campania al quale orgogliosamente appartengo; sotto l’egida del Presidente, Ottavio Lucarelli, infatti, nella nostra regione si stanno organizzando una serie di Corsi di Formazione, tutti gratuiti, nell’ambito della Formazione Obbligatoria. Sì, nel convegno che hai citato ero tra i relatori ed uno degli scopi dell’incontro era proprio quello di ricordare l’importanza del rispetto della Legge 150/2000, che regolamenta, tra le altre cose, anche l’attività dell’ufficio stampa, per l’appunto. Posso dirti che, anche se nell’immaginario collettivo il giornalista d’ufficio stampa non viene considerato un cronista “della prima linea” non è affatto così, nel senso che, a parte dover garantire la nostra professionalità anche al di fuori del consueto “orario d’ufficio”, noi giornalisti d’ufficio stampa diventiamo veri e propri “portatori di notizie” e dal nostro lavoro dipende, se vogliamo, anche quello di altri colleghi: sia dei tecnici e del personale su strada che operano quotidianamente per implementare e garantire gli standard di sicurezza delle arterie viarie che percorriamo, sia dei giornalisti che devono scrivere e produrre articoli o servizi radio/tv; è attraverso la nostra attività, infatti, che vengono “raccontati” alla stampa (e di conseguenza ai cittadini), ad esempio, i lavori stradali, gli investimenti per il potenziamento e la manutenzione del patrimonio infrastrutturale, gli incontri di Anas con il territorio e più in generale tutte le iniziative che fanno parte della mission dell’Azienda; nel contempo, forniamo informazioni in tempo reale su eventuali incidenti, calamità naturali o eventi vari che dovessero rendere necessarie interruzioni temporanee della circolazione. A questo proposito fammi aggiungere che su questo ed altri temi affini, per il rispetto della professione e della professionalità, lavoriamo anche con la Commissione Uffici Stampa, istituita dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, della quale sono vicepresidente».

Purtroppo negli ultimi anni abbiamo dovuto quasi quotidianamente riscontrare notizie di incidenti stradali, spesso mortali, dovuti a varie cause, dalle avverse condizioni atmosferiche a quelle legate al comportamento non sempre responsabile degli automobilisti, rispetto ai quali siete costantemente impegnati in iniziative di sensibilizzazione: quali sono le attività in programma nel 2024?
«Secondo dati Istat-Ocse, oltre il 93% degli incidenti stradali deriva da comportamenti errati alla guida, e purtroppo le statistiche del 2022 hanno riscontrato come ci sia stato un aumento considerevole, rispetto all’anno precedente, sia dei morti che dei feriti in incidenti stradali, che restano la prima causa di morte, con un’incidenza pari al 35%, fra i giovani della fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni; è principalmente in ragione di ciò anche Anas – in collaborazione con Polizia Stradale e con numerosi altri Enti ed Istituzioni – partecipa ed indice numerosi progetti volti alla diffusione dei valori e dei principi della educazione e della sicurezza stradale, in particolare nelle scuole per gli alunni, che alla fine di laboratori gratuiti vengono premiati come Anas Ambassador, ovvero ambasciatori di sicurezza. Sensibilizzare i giovani su questi temi, infatti, risulta di primaria importanza, anche secondo quanto stabilito dal competente Ministero e dalla Comunità Europea, con l’obiettivo di contribuire alla “vision zero” ovvero azzerare l’incidentalità stradale entro il 2050. Tra i comportamenti scorretti dei guidatori da segnalare in particolare: l’eccesso di velocità, l’utilizzo di dispositivi elettronici al volante e la guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Lavorare affinché alla guida ciò non accada più passa quindi anche attraverso iniziative concrete come gli incontri sul territorio».

Non possiamo negare che proprio la circolazione stradale nel nostro Paese negli ultimi anni ha risentito tantissimo dei cambiamenti climatici che anche l’Italia sta vivendo, come purtroppo abbiamo potuto riscontrare in occasione dei recentissimi eventi che hanno colpito la Toscana e altre regioni: che sensazioni hai modo di avvertire dall’utenza con cui hai modo di interagire da questo punto di vista?
«Certo; io stessa, da automobilista e scooterista, prima di mettermi in viaggio – sia per un tragitto breve che a maggior ragione per uno lungo – mi informo sulle condizioni meteorologiche. In caso di pioggia, infatti, occorre diminuire la velocità ed aumentare la distanza di sicurezza e viaggiare informati è indispensabile per prevenire imprevisti. Tra l’altro, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì, alle ore 6.50 circa – siamo in collegamento su RaiNews 24 per aggiornamenti e “pillole di sicurezza stradale”, ricordando, tra le altre cose, che per informazioni sulla circolazione in tempo reale è possibile scaricare l’applicazione VAI di Anas, disponibile gratuitamente per tutti gli smartphone ed i tablet. È attivo inoltre il Servizio Clienti Pronto Anas, raggiungibile chiamando il numero verde gratuito 800.841.148 e consultabile il sito www.stradeanas.it. Infine sono disponibili i canali Linkedin, Instagram, X e Facebook».
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